bocca
A parte le due attestazioni di b. con significato di " estremità più larga " (Pd XIII 10 la bocca di quel corno che...: cfr. G. Villani V 29 " gufi che nelle bocche di quelle trombe feciono nidio ") e " orifizio " (lf XIX 22 Fuor de la bocca [ dei fori] a ciascun soperchiava / d'un peccator li piedi), la b., che D. nella Vita Nuova aveva chiamato fine d'amore (XIX 20; cfr. XXI 8, a proposito dei due atti de la sua bocca; l'uno... è lo suo dolcissimo parlare, e l'altro lo suo mirabile riso; e analogamente al § 5), e di cui in Cv III VIII 8 aveva detto che in due luoghi opera l'anima... cioè ne li occhi e ne la bocca, sicché Dimostrasi [l'anima] ne la bocca, quasi come colore dopo vetro (§ 11), si presenta nella Commedia come riduzione metonimica, fonico-espressiva dell'indole del singolo personaggio.
Il sostantivo, sei volte in rima, è attestato dodici volte nell'Inferno, undici nel Purgatorio e quattro nel Paradiso; in relazione all'importanza specifica della b. nella concezione dantesca, sembra superfluo distinguere tra i valori di " labbra " (If V 136, XVII 74), " denti " (XXXII 38), " apparato orale " in quanto strumento di masticazione (XXXIII 1) o di fonazione (XII 79, Pg VII 93), " lingua " (VI 132 il popol tuo l'ha in sommo de la bocca, " sulla punta della lingua "; cfr. Cv I II 3 stanno... ne la bocca di ciascuno, e I XI 21, III X 6, IV XXV 9) e " parole ", o meglio " atto di parola " che implica un intervento personale in una determinata comunicazione e un rilievo particolare alla personalità del parlante (Cv IV V 2 posso parlare con la bocca di Salomone, che in persona de la Sapienza dice, ecc.; XVII 10 Cristo l'afferma con la sua bocca, nel Vangelio di Luca; II V 4 Questo nostro Salvatore con la sua bocca disse...); in Cv IV XXV 2 la mala bocca che, secondo Salomone (Prov. 4, 24), ciascuno deve rimuovere da sé, è l'opposto del dolce e cortesemente parlare. Invece si noterà che, proprio per l'importanza sopra osservata, sebbene b. sia retto in alcuni casi da verbi quali ‛ aprire ', ‛ chiudere ', la frequenza di questo tipo sintagmatico non è in relazione alcuna con la varietà dei contenuti espressivi cui si presta. Infatti, nell'Inferno b. è usato in riferimento a personaggi demoniaci (VI 23 Cerbero... / le bocche aperse e mostrocci le sanne; XII 79 Chirón... / Quando s'ebbe scoperta la gran bocca, / disse...; XXII 55 Cirïatto, a cui di bocca uscia / d'ogne parte una sanna; XXXI 68 cominciò a gridar la fiera bocca di Nembrot; XXXIV 55 Da ogne bocca [Lucifero] dirompea co' denti un peccatore), o alla bestialità cui è ridotto il peccatore (XVII 74 Qui distorse la bocca e di fuor trasse / la lingua, come bue che 'l naso lecchi; XXV 92 per la bocca / fummavan forte; XXVIII 95 puose la mano a la mascella / d'un suo compagno e la bocca li aperse; XXX 125 si squarcia la bocca tua per tuo mal come suole; XXXIII 1 La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a' capelli / del capo ch'elli aveva di retro guasto), o al peccato cui diede origine (V 136 la bocca mi basciò tutto tremante; e in Vn XIX 20 aveva detto: acciò che quinci si lievi ogni vizioso pensiero, ricordisi chi ci legge... che lo saluto di questa donna, lo quale era de le operazioni de la bocca sua, fue fine de li miei desiderii. In If XXXII 38 questo elemento stilnovistico si concretizza ben diversamente : da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo / tra lor testimonianza si procaccia, quasi il batter dei denti e le lacrime [vv. 36 e 46-48] fossero i corrispettivi infernali di sorriso, saluto e sguardo della donna che reca beatitudine). Nelle altre cantiche, tranne in Pg XXXI 137 dirvele a lui la bocca tua, ove Beatrice è invitata a mostrare a D. il fine d'amore, e XXII 144, ove non si trascurerà l'allegoria sovrapposta alla parabola ([non] pensava Maria... / a la sua bocca, ch'or per voi risponde), il significato di b. in quanto organo della fonazione o del canto è costante (Pg VI 132, VII 93; VIII 14 le uscìo di bocca e con sì dolci note; XIX 25, XXXI 14; cfr. Pd XX 82, Pg XXXII 141, Pd XXIV 119, XXVII 65). In questi passi il sintagma ‛ aprire la b. ' per comunicare sapienza (come in Cv IV XVII 3) e gioia spirituale, uniformandosi alla disposizione divina (Pd 187 ella... / la bocca aprio / e cominciò; cfr. Pg XXV 19, ove D. dice di sé: Allor sicuramente apri' la bocca e cominciai: ma in seguito alle sollecitazioni de lo dolce padre. D'altronde la sorpresa dell'ispirazione è chiara in Cv II XII 8 quasi maravigliandomi apersi la bocca nel parlare), difficilmente si dissocia dall'affermazione paolina (II Corinth. 6, 11): " Os nostrum patet ad vos, o Corinthii: cor nostrum dilatatum est ". Esplicita è la citazione di Ps. 62, 11 in Cv IV XVI 1 serrata è la bocca di coloro che parlano le inique cose. Ma quando si discende da questo tono così elevato, ecco di nuovo la funzione, direi, mimetico-drammatica della parola: Pg XXIII 108 le svergognate... già per urlare avrian le bocche aperte. Analogamente, di fronte alle ammonizioni di Beatrice, D. ricorre ancora agli elementi stilnovistici, ma in modo diverso da If XXXII 38: lo gel che m'era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi uscì del petto (Pg XXX 99; cfr. Rime CIV 66 piangano gli occhi e dolgasi la bocca; CXVI 29 L'angoscia, che non cape dentro, spira / fuor de la bocca... / e anche a li occhi lor merito rende). Questi elementi, a un livello affatto umano, si incontrano in una delle due attestazioni del Fiore (LVII 5 convien che la lingua tua sia presta / a le' lodar suo' occhi e bocca e testa; in II 13 mi puose in veritate / la sua bocca a la mia, il bacio è pegno di lealtà) e nelle due del Detto, nelle quali la bellezza della b. è imprescindibile da quella della persona intera (v. 195; 441 nul mal conto / di tua bocca non s'oda, / ma ciascun pregia e loda).
Infine b. è variante di buca, in If XXXIV 131.