BOCCA (dal lat. bucca; lat. scient. os, cavum oris; gr. στόμα; fr. bouche; sp. boca; ted. Mund, Maul; ingl. mouth)
È la parte anteriore del canale alimentare e, nell'uomo, insieme con le fosse nasali, l'inizio delle vie respiratorie. È situata, come il tratto successivo, la faringe, nella testa (v. figg.1, 2). Comunica col mondo esterno mediante la rima buccale (rima oris), apertura delimitata dalle labbra (labia oris; v.), a forma di fessura trasversale tra le due guance (buccae). È rivestita da una tonaca mucosa, che si continua lungo l'orlo delle labbra nel tegumento della faccia, all'indietro nella mucosa della faringe.
La bocca è destinata ad afferrare e a triturare gli alimenti per mezzo dei denti (v.). Nella cavità buccale si riversa una secrezione, la saliva (v.). Gli alimenti per l'azione dei fermenti della saliva incominciano a subire nella bocca le prime trasformazioni chimiche, indispensabili per essere assimilati. Ma l'azione dei fermenti non può manifestarsi, se la saliva non si mescola intimamente agli alimenti; ed affinché questo accada, occorre che siano finamente triturati dai denti. La saliva è un liquido filante, prodotto dalle ghiandole salivari; queste sono numerosissime e di vario volume; alcune sono molto piccole, microscopiche e risiedono nello spessore della mucosa, oppure immediatamente al disotto di essa; altre più voluminose si trovano a una distanza più grande dalla mucosa; nell'uomo e nei Mammiferi risaltano per il notevole volume tre grosse ghiandole salivari, la parotide, la sottomascellare (o sottomandibolare) e la sottolinguale, le quali risiedono a grande distanza dalla parete della bocca, pur rimanendo in comunicazione con la sua cavità mediante il canale escretore rispettivo.
Nell'uomo e nei Mammiferi la cavità boccale è suddivisa in due scompartimenti da due arcate ossee a forma di ferro di cavallo con concavità posteriore, sulle quali sono impiantati i denti (arcate alveolo-dentali) ricoperte dalle gengive (gingivae), costituite da una mucosa spessa, resistente, aderente al periostio e al colletto dei denti. Il più esterno di questi compartimenti viene chiamato vestibolo della bocca (vestibulum oris), il più interno bocca propriamente detta (cavum oris proprium). Fra l'ultimo dente molare e il ramo ascendente della mandibola vi è da ciascun lato uno spazio, di grandezza variabile a seconda degl'individui (spazio retrodentale), il quale fa comunicare l'una con l'altra queste due cavità; esso è sulficientemente ampio per introdurvi con una sonda del nutrimento liquido, quando un ammalato è nell'impossibilità di aprire le mascelle. Il vestibolo della bocca è una cavità a forma di ferro di cavallo, compresa fra le labbra e le guance da un lato, e le arcate alveolo-dentali dall'altro; d'ordinario le due pareti sono a contatto, ma per la distensibilità della sua parete anteriore il vestibolo può ampliarsi di molto. Nel vestibolo, all'altezza del colletto del 2° dente molare superiore, sbocca il canale escretore della ghiandola parotide (canale parotideo, o di Stenone); vi sboccano pure molte ghiandole salivari piccole e di media grandezza situate nello spessore del labbro e della guancia.
La cavità boccale propriamente detta è limitata in avanti e sui lati dalle arcate alveolo-dentali; nel mezzo del suo pavimento si solleva la lingua (v.), organo costituito da un robusto apparato muscolare e perciò molto mobile; sul contorno di questa vi è un solco (alveolo-linguale); la vòlta della bocca è formata dal palato duro e molle; posteriormente con un'ampia apertura, l'istmo delle fauci, comunica con la faringe. Nell'uomo, attraverso la faringe, la bocca comunica con le cavità nasali che si aprono posteriormente con le coane nella parte alta del cavo faringeo, e con la laringe e l'inizio dell'esofago che continuano in basso la faringe.
Se le mascelle sono ravvicinate e la lingua è in riposo, la cavità della bocca è pressoché virtuale, perché il dorso della lingua è quasi a contatto col palato, la sua punta ed i suoi margini con le arcate alveolo-dentali (fig. 1). Se invece la mandibola si abbassa, la cavità boccale diviene reale, e acquista anche un'ampiezza rilevante, specialmente se la lingua viene proiettata. in avanti; e in tal caso la cavità della bocca può essere esplorata dall'esterno.
In grazia al complesso apparato muscolare di cui la lingua è provvista, può compiere movimenti molto delicati e precisi; per questi movimenti le sostanze alimentari sono introdotte nella bocca e successivamente spostate nelle sue varie regioni e finalmente spinte nella faringe; così la lingua contribuisce alla funzione della masticazione e della deglutizione. Una parte importantissima prendono i movimenti della lingua nell'emissione dei suoni. La mucosa che ricopre la faccia dorsale della lingua possiede in alto grado sensibilità tattile e gustativa.
La vòlta della cavità boccale è un sepimento che la separa dalle fosse nasali, chiamato palato (v.), il quale si distingue in palato duro e molle; il primo consta di uno scheletro osseo rivestito di mucosa su ambedue le sue facce; il palato molle, o velo del palato, è mobile essendo provvisto di un apparato muscolare, ed è esso pure rivestito di mucosa sia sulla sua faccia inferiore rivolta verso la bocca, che sulla faccia posteriore e superiore prospiciente verso la faringe. Il velo del palato si unisce alle parti contigue mediante due coppie di prolungamenti; due anteriori (archi glosso-palatini) si portano alla lingua; due prolungamenti posteriori (archi faringo-palatini) vanno alla faringe; que. sti archi delimitano l'istmo delle fauci (fauces); fra gli archi palatini anteriore e posteriore si nota un organo di natura linfoepiteliale, sporgente verso l'istmo delle fauci, la tonsilla palatina.
La costituzione della cavità boccale, quale fu descritta, è propria soltanto dei Mammiferi e degli Uccelli. Nei Pesci e negli Anfibî la vòlta della cavità boccale è costituita dalla base del cranio; non esiste adunque un palato e non vi è neppure una cavità che corrisponda alla cavità nasale dei Mammiferi; esiste bensì un canale, il quale si diparte dalla cavità boccale e si apre all'esterno (canale nasale), e nel quale risiede l'organo dell'olfatto. Nella cavità boccale dei Rettili vi è invece un sepimento, più o meno completo nelle varie specie, che rappresenta un palato rudimentale; nei Lacertilî il sepimento è incompleto, essendo costituìto da due pieghe, che non s'incontrano sulla linea mediana; invece nei Coccodrilli le due pieghe si saldano sulla linea mediana. Durante singole fasi successive dello sviluppo embrionale dei Mammiferi e dell'uomo si ripetono queste varie forme, che sono tipiche per specie inferiori allo stato adulto; la cavità boccale primitiva viene suddivisa da due pieghe palatine pari, separate durante un certo periodo da una fessura mediana; poi le due pieghe si riuniscono e le cavità boccale e nasale vengono definitivamente separate. Se per turbe di sviluppo la fusione fra le due pieghe palatine non si produce, persiste una comunicazione fra cavità nasale e boccale: gola di lupo o rictus lupinus o cheilognatopalatoschisi (dal gr. χεῖλος "labbro", γνάϑος "mascella" e σχίσις "divisione"); tale malformazione può essere associata a un'altra, più comune, il cosiddetto labbro leporino o cheiloschisi (dal gr. χεῖλος "labbro" e σχίσις "divisione"), dipendente da arresto di sviluppo del labbro superiore.
Cenni di fisiopatologia della bocca nell'uomo. - Per il numero e la complessità delle formazioni anatomiche che fanno parte della bocca o che sono con essa in rapporto, grandissima è l'importanza dei meccanismi fisiologici, diverse sono le possibilità che la bocca offre di esami clinici, di interventi terapeutici e varie e importanti le manifestazioni morbose che in essa si svolgono, prendendovi sede o punto di partenza, o comparendo come sintomi molto significanti di lesioni più remote. Si è accennato nelle righe precedenti all'importanza della bocca nella masticazione, nella deglutizione, nella fonazione. La voce gusto tratta particolarmente questo importante argomento della fisiologia. Quanto ulteriormente si riferisce alla respirazione e alla digestione è svolto nelle voci digerente, apparato; respiratorio, sistema.
La fig. 2 dimostra i rapporti della via respiratoria nasale e boccale che fanno agevolmente comprendere perché l'ostacolo alla respirazione nasale, che si può avere nell'adenoidismo (v.) o per altre cause ostruenti più o meno completamente ambedue le fosse nasali, determini la tipica posizione di costante semiapertura della bocca per assicurare il passaggio dell'aria. Gravissime sono le conseguenze che ne derivano nel lattante il quale durante la suzione non può respirare che attraverso al naso (v. allattamento). La stessa figura dimostra come il sangue di un'emorragia nasale, defluendo dalle coane nel cavo della faringe, possa essere espulso dalla bocca. Inversamente il contenuto della faringe può refluire dal naso, specialmente quando il velo pendolo venga meno alla sua funzione; in questo modo avviene il rigurgito nasale dei cibi nella paralisi postdifterica o nella paresi infiammatoria (angina flemmonosa) del velo pendolo, o in altre condizioni morbose di pertinenza della neuropatologia.
Con tecnica adatta si può mediante un catetere introdurre dal naso nella bocca un filo di seta, legarvi all'estremo un batuffolo di garza e, facendo trazione sul filo all'esterno della narice, applicare solidamente la garza contro una coana, nel cosiddetto tamponamento posteriore del naso. Dalla bocca si può, con opportuna tecnica, esaminare la parte alta del eavo faringeo (v. adenoidismo) e in basso la laringe, la trachea e i bronchi anteriormente, l'esofago posteriormente (laringoscopia, broncoscopia, esolagoscopia). Un corpo estraneo introdotto accidentalmente nella bocca, e che non sia stato rimosso, può dare conseguenze gravissime se s'impegna nella laringe dove produce sintomi minacciosi di asfissia; più facilmente può essere spinto dall'esofago nello stomaco ed espulso dalle vie naturali. Una sorgente luminosa introdotta nella bocca permette di studiare la trasparenza dei seni della faccia (v. diafanoscopia). Si passano dalla bocca alla laringe le cannule da intubazione; dalla bocca all'esofago le sonde gastriche e duodenali. Quando non si riesca a ottenere l'apertura della bocca (e ció può essere dovuto a cause organiche o psichiche), facilmente si può assicurare l'alimentazione dell'infermo attraverso una sonda introdotta dal naso nella faringe e quindi nell'esofago. L'esplorazione digitale fornisce importanti rilievi nelle affezioni della bocca, della faringe, della parte più alta della colonna cervicale. Specialmente attrarerso alla bocca si pratica la terapia inalatoria (v.).
Per i singoli processi morbosi non ripeteremo qui quanto è detto più in particolare nelle voci stomatite (infiammazione della bocca), angina, labbro, lingua, palato, mandibola, guancia, denti, carie dentale, parotide, sottolinguale, sottomandibolare, calcolosi, adenoidismo, ecc., e quanto è svolto nella voce più ampia stomatologia, parola che designa la branca speciale della medicina che studia le affezioni della bocca. Accennando piuttosto ai quadri patologici che nel loro aspetto complessivo possono avere nella bocca significato più speciale, ricordiamo che nel tetano la rima labiale può essere stirata trasversalmente esprimendo il caratteristico "riso sardonico" e che la contrattura tetanica (o di altra origine) dei muscoli masticatorî (trisma) può serrare tenacemente le due mascelle. Il serramento mascellare può aversi anche per lesioni traumatiche dei muscoli masticatorî, o per anchilosi (v.) delle articolazioni temporo-mandibolari nelle quali si compiono i movimenti della mandibola. Nella paralisi del nervo facciale la rima labiale è deviata verso il lato sano. Nella paralisi della branca motrice del trigemino, che innerva i muscoli masticatorî principali (temporale, massetere, pterigoideo esterno e interno), la masticazione non si compie validamente che dal lato sano; mella paralisi della branca sensitiva si ha anestesia della mucosa boccale del lato corrispondente con perdita della sensibilità specifica del gusto sui due terzi anteriori della mucosa linguale, perché le terminazioni gustative del terzo posteriore fanno capo al nervo glossofaringeo. Nella paralisi del nervo ipoglosso, per le particolari disposizioni anatomiche dei muscoli linguali, la lingua è deviata verso il lato sano quando sta dentro la bocca e verso il lato della paralisi, quando è protrusa. L'innervazione motrice del velo pendolo (prima attribuita al facciale) è fornita dalla branca interna del nervo spinale.
Alterazioni grossolane di forma e di funzione possono seguire nella bocca a lesioni di origine traumatica delle quali le più comuni sono la lussazione e la frattura della mandibola (v.). Un colpo d'arma da fuoco nella bocca può essere mortale raggiungendo la cavità encefalica.
La bocca è una facile via d'ingresso ai germi patogeni inspirati con l'aria (es. difterite), o ingoiati con i cibi (es. tifo). I germi, se non sono distrutti dagli elementi di difesa, possono attecchire localmente (es. angina), ovvero inoltrarsi lungo la via respiratoria o la digerente, oppure per via linfatica o sanguigna raggiungere le diverse regioni dell'organismo. Specialmente per cattive condizioni igieniche della bocca una ricca e varia flora batterica può vegetarvi allo stato di microbismo latente e in determinate condizioni spiegare la sua virulenza. Ugualmente per la bocca avviene il più grande numero delle infestioni parassitarie (le elmintiasi in prima linea) e l'introduzione delle sostanze tossiche di origine più varia. Una speciale importanza nella medicina legale ha il rilievo delle lesioni indotte sulla mucosa dai diversi veleni.
Dalla bocca, mediante il meccanismo del vomito (v.), l'organismo, per cause molto diverse, si libera di sostanze contenute nel tubo digerente; quantità più o meno notevoli di sangue possono essere espulse dalla bocca per emottisi (v.) o per ematemesi (v.). Specialmente in alcune intossicazioni da sostanze minerali quali il mercurio, il piombo, l'antimonio, i tossici sono eliminati anche dalla mucosa boccale; si ha così la stomatite mercuriale, l'orletto gengivale del saturnismo, ecc.
La semeiotica (v.) nell'esame delle mucose visibili rileva nella bocca il pallore degli stati anemici, la cianosi delle congestioni venose, la tinta rosso-vinosa della policitemia, la pigmentazione itterica, addisoniana, l'eritema scarlattinoso, l'arrossamento striato dell'influenza, le macchie di Koplik del morbillo, le leucoplachie, le placche mucose luetiche, le masse biancastre del mughetto, le lesioni discrasiche dello scorbuto e delle diatesi emorragiche in generale. Anche lo studio dell'alito può dare utili indizî in diversi stati morbosi. Per difetto della secrezione salivare in casi rari si ha una particolare secchezza della bocca che si dice xerostomia. L'aridità della mucosa è frequente negli stati febbrili e dispnoici e favorisce lo sviluppo dei germi.
L'igiene della bocca è perciò di primissima importanza nello stato di salute e durante la malattia (v. stomatologia).