CHMEL′NICKIJ, Bohdan
Famoso hetman (capo dei Cosacchi) dell'Ucraina, nato alla fine del sec. XVI. Cominciò la sua carriera al fianco dei Polacchi nella campagna polacco-turca del 1620-21; quando salì al trono di Polonia Vladislao IV e cominciò la guerra tra lo stato moscovita e la Polonia, Ch. combatté contro i Russi, ma nel 1648 si pose a capo del malcontento ucraino contro la Polonia. Per vendetta personale, in seguito a una contesa per il proprio possedimento, nella quale non era riuscito a ottenere giustizia legale, Ch. si era recato presso i Tartari di Crimea, e da essi aveva ottenuto promessa di aiuto; poi s'era rifugiato presso i Cosacchi cosiddetti Zaporožcy (Zaporoghi). Le ribellioni dei Cosacchi contro la Polonia si erano già susseguite senza tregua dal 1624 al 1638; ma solo dal 1646 al 1648 la rivolta fu generale. Sotto la guida di Ch. i Cosacchi sconfissero nel maggio 1648 due eserciti polacchi; morto nello stesso anno il re Vladislao, Ch. rimase per qualche tempo incerto sul proseguimento della lotta, che riprese soltanto spintovi dai Cosacchi e dai Tartari. Un altro grande esercito, comandato dallo stesso re Giovanni Casimiro, fu aggirato ed avrebbe dovuto capitolare se a Zborów non si fosse giunti ad un accordo (1649) che confermava tutti gli antichi privilegi cosacchi, portava il numero dei Cosacchi registrati a 40.000, accordava un'amnistia e prometteva libertà religiosa. Ma quando, nell'autunno del 1649, Ch. cominciò a occuparsi della registrazione, si vide che il numero dei Cosacchi superava di molto i 40.000 fissati dal trattato, e che bisognava pertanto costringere quelli che erano in soprannumero a rimanere nella condizione di servi di quei signori che essi stessi avevano contribuito a vincere. Ch. si accorse dell'impossibilità di eseguire a pieno le condizioni senza provocare una nuova rivolta, che si sarebbe appuntata contro di lui. I Polacchi non sembravano dare grande importanza al trattato di Zborów, che, nonostante gli sforzi del re, non fu confermato: la guerra tra i Polacchi e i Cosacchi ricominciò: la campagna fu sfavorevole per Ch., anche perché questioni personali contribuirono a ridurre la forza di resistenza del capo cosacco. Avendo scoperto la moglie in colpa di adulterio, egli ordinò che fosse impiccata con l'amante. D'altra parte si sviluppò, per motivi varî, il malcontento contro di lui. La lotta si prolungò fino al settembre 1651, con incursioni e conseguenti devastazioni dei Polacchi nelle terre ucraine. Nel settembre 1651 fu concluso il cosiddetto accordo di Belaja Cerkov′, molto sfavorevole ai Cosacchi. Allora Ch., convinto che l'Ucraina non poteva lottare con le sole proprie forze contro la Polonia, cercò aiuto presso gli Svedesi, i Turchi, i Moscoviti. Il Zemskij Sobor (Assemblea popolare) convocato dallo zar Aleksej Michajlovič per deliberare sulla richiesta d'aiuto da parte di Ch., diede parere favorevole a che lo zar, nell'interesse dell'ortodossia, "prendesse sotto la sua alta protezione Ch. e l'esercito dei Cosacchi zaporoghi". L'incontro tra i rappresentanti dello zar e Ch. avvenne a Perejaslavl′ nel gennaio 1654; e, avvenuto l'accordo che sanciva, non senza difficoltà, l'annessione alla Russia di tutta la regione ucraina sulle rive del Dnepr nella primavera dello stesso 1654 lo zar Aleksej mosse contro la Lituania; dal nord aprì le operazioni guerresche contro la Polonia il re di Svezia Carlo X. La situazione della Polonia era gravissima. Il re Giovanni Casimiro tentò di entrare in relazione con Ch., ma questi pose come condizione il riconoscimento della piena indipendenza dei territorî ucraini. Ch. aveva fatto una volta tentativi per accordarsi col governo svedese, tentativi che ebbero risultato solo quando, conclusa nel 1656 la pace tra la Moscovia e la Polonia contro l'opinione dello stesso Ch., questi si accordò col re Carlo X per l'invio contro la Polonia di 12 mila Cosacchi, in cambio dei quali la Svezia accettava il protettorato dell'Ucraina, ne assicurava l'integrità del territorio e ne garantiva l'indipendenza. L'azione combinata delle truppe svedesi e cosacche non si realizzò, anche perché nell'esercito cosacco vi erano avversarî alla campagna che minacciava i rapporti dei Cosacchi con Mosca. I Moscoviti inviarono dei messi a Ch. Questi era malato gravemente e il suo stato suscitava preoccupazioni per la successione. Egli mori il 27 luglio 1657, e il comando passò nelle mani d'uno dei capi militari, Vychovskij, il quale più tardi s'accordò con i Polacchi. Oltre all'importanza politica, la rivolta capitanata da Ch. ebbe anche notevole importanza sociale, che va rilevata soprattutto per capire le rivolte che travagliarono in seguito l'Ucraina.
Bibl.: G. Karpov, Kritičeskij obzor razrabotki glavnych russkich istorikov, do istorii Malorossii otnosjaščihsja (Rassegna critica delle indagini dei principali storici russi riferentisi alla storia dell'Ucraina), Mosca 1870; N. J. Kostomarov, Bogdan Chmel′nickij, 4ª ed., Pietroburgo 1884 (con indicazione delle fonti); Vostokov, Pervyia snosenija Bogdana Chmel′nickago s Moskvoj (I primi rapporti di B. Ch. con Mosca), in Kievskaja Starina, 1887, n. 8; A. Lazarevskij, Opisanie staroj Malorossii (Descrizione dell'antica Ucraina), Kiev 1888; M. Hrusevskij, Istorija Ukrainy (Storia dell'Ucraina), VIII, 1913-17, e bibliografia; V. A. Mjakotin, Očerki socialnoj istorii Ukrainy (Saggi di storia sociale dell'Ucraina), nuova ed., Praga 1924.