Vedi BOLLI LATERIZI dell'anno: 1959 - 1994
BOLLI LATERIZÎ
L'abitudine di munire mattoni e tegole di marche di fabbrica era ed è molto diffusa, dovunque i mattoni costituiscono un materiale edilizio importante. In generale queste marche sono di scarso interesse per la storia dell'architettura, con la sola eccezione di Roma imperiale. A Roma e nel suburbio romano (specialmente in Ostia e Porto e nelle ville dell'Agro Romano) si sono trovati numerosissimi mattoni bollati, testimoni d'una industria laterizia di proporzioni imponenti, quasi moderne. Attraverso i b. è fedelmente documentato lo sviluppo dell'attività edilizia che culmina sotto l'imperatore Adriano (117-138 d. C.). È caratteristico che le date consolari si aggiungano solo negli anni 110-164 d. C., cioè nel periodo della massima espansione della produzione di laterizî, e che due terzi di tutti i b. datati appartengano al regno di Adriano. Si conoscono a Roma 3200 b. all'incirca (incluse tutte le varianti) che comprendono un mezzo millennio, da Cesare a Teodorico e Atalarico (534).
Se si può seguire la storia dell'industria laterizia attraverso i b., ciò è dovuto al fatto che essa sin dal principio attrasse molti personaggi del ceto più elevato di Roma, spesso ben noti a noi, i quali non disdegnavano i guadagni derivanti da un'industria così strettamente associata con lo sviluppo edilizio da un lato, e con la mano d'opera agricola dall'altro. È vero che, al principio della nostra èra, dominano ancora i fornaciai privati indipendenti, bene rappresentati dal consorzio di tre famiglie di artigiani riunite nelle figlinae Marcianae già sotto Tiberio; gli Statii Marcii, i Calpetani e i Satriani. I b. dell'officina di M. Fulvius si incontrano già sotto Augusto (teatro di Ostia). D'altra parte, il nome di Cn. Domitius Afer, famoso oratore e console nel 39 d. C., si trova sotto Caligola (37-41 d. C.) in b. della prima nave di Nemi. Egli inizia una vera dinastia di proprietari di fabbriche di mattoni: gli succedono, nel 59, i figli Lucano e Tullo, i quali approfittano dello slancio della produzione laterizia dopo l'incendio neroniano (64); Domitia Lucilla maior, figlia di Lucano, adottata da Tullo, continua l'impresa dal 106-8 circa sino alla morte (pochi anni prima del 123?), per trasmettere poi l'industria a Domitia Lucilla minor, la madre del futuro imperatore Marco, con il quale la più vasta organizzazione per la produzione di laterizî diviene proprietà imperiale. Uno sviluppo analogo si può osservare in molte altre fabbriche: per esempio, le suddette figlinae Marcianae sono imperiali già sotto Traiano (98-117), le figlinae Caepionianae, che alla fine dell'età traianea passano da Plotia Isaurica ad Arria Fadilla, sono, nel 134, nelle mani del futuro imperatore Antonino Pio, figlio di quest'ultima. Qui, come in altri casi, sono caratteristici la prevalenza di proprietari appartenenti ai due ordines privilegiati, e il passaggio pacifico della proprietà al fisco imperiale. Le figlinae Brutianae di M. Rutilius Lupus, prefetto dell'Egitto (113-117), il quale introduce nei suoi b. la datazione consolare nel 110 e i cui mattoni sono assai frequenti sotto Traiano e nei primi anni di Adriano, sono comprate, nel 123, da T. Statilius Maximus Severus Hadrianus, console nel 115, il quale acquistò anche le figlinae Macedonianae e Platanianae. Non conosciamo la storia di queste fabbriche oltre l'età adrianea.
La seconda metà del II sec. è un periodo di rallentamento nell'edilizia romana, accompagnato da una forte diminuzione dei tipi delle marche di fabbrica. Il rinnovato aumento dell'attività edilizia dovuto a Settimio Severo induce C. Fulvius Plautianus, prefetto del pretorio di Settimio Severo, ad acquistare e riorganizzare almeno nove fabbriche di mattoni nelle quali si usano b. di una certa uniformità negli anni 203-5. Esse passano dopo la caduta di Plauziano, a Settimio Severo e Caracalla. Sotto Caracalla il processo di statalizzazione dell'industria laterizia è compiuto. Ma lo slancio dell'edilizia sotto i Severi è seguito da una seria decadenza di ottanta anni, durante i quali i b. laterizi quasi scompaiono, indizio della riduzione dell'industria. È significativo che nelle mura aureliane siano stati largamente impiegati mattoni recuperati dalle case demolite per l'erezione delle mura stesse. Una nuova organizzazione dell'industria laterizia è dovuta a Diocleziano, indubbiamente in rapporto con l'erezione delle grandiose terme. Questa riforma, che non durò oltre il periodo di Costantino († 337), dimostra come molte fabbriche antiche, quali la Marciana, la Domitiana, ecc. ancora esistessero intorno al 300, naturalmente ormai tutte di proprietà dello stato. I b. dei due secoli seguenti hanno poca importanza per la storia dell'architettura, data la compressione dell'attività edilizia in Roma e l'uso, sempre più frequente, di ricorrere a materiale di spoglio. Tuttavia hanno interesse alcune ricerche sui b. di laterizi impiegati in singoli monumenti (si veda, ad esempio, lo studio del p. Crostarosa sui b. di Santa Maria Maggiore a Roma).
La scoperta, nel 1882, di b. adrianei nei mattoni della cupola del Pantheon (prima considerato essenzialmente opera di Agrippa) dimostrò, per la prima volta, la grande importanza di questi documenti per la datazione degli edifici. Tuttavia, prescindendo da lavori isolati, cinquant'anni passarono prima di un tentativo di raccogliere e studiare sistematicamente i b. trovati in opera nel maggior numero di monumenti databili indipendentemente, e quindi di estendere la ricerca, sulla base dei risultati ottenuti, ad edifici non datati, e di precisare così la cronologia dell'architettura laterizia. Tra i monumenti studiati in tale maniera sono per esempio, a Roma: le terme di Traiano, di Caracalla e di Diocleziano, le costruzioni laterizie dei Fori di Cesare e di Traiano, i mercati di Traiano, l'Atrium Vestae, varie costruzioni sul Palatino e il cosiddetto Tempio di Augusto; inoltre la maggior parte delle costruzioni più importanti di Ostia, e, tra le ville suburbane, la Villa Adriana a Tivoli, "Le Vignacce" e Settebassi.
Una raccolta sistematica dei b. laterizî romani ideata da Antonio M. Colini, compiuta da H. Bloch, si trova nell'Antiquarium Comunale di Roma.
Bibl.: Per i b. l. greci, cfr. la relazione di P. Mingazzini sulla fornace di Velia, in Mem. Soc. Magna Grecia, 1952. Per i b. l. dei corpi militari romani, cfr. in particolare il C. I. L., XIII, 6, e J. Szilágyi, Inscriptiones tegularum Pannonicarum, Dissert. Pannon., ser. II, i, Budapest 1933. Edizioni dei b. l. di Roma e suburbio: G. Marini, Iscrizioni antiche doliari, 1798-9, pubbl. da G. B. de Rossi con note di H. Dressel e indici di Gius. Gatti, Roma 1884. Fondamentale: H. Dressel, C. I. L., XV, i, Berlino 1891. Supplemento: H. Bloch, Supplement to Volume XV, i of the C. I. L. Including Complete Indices to the Roman Brick-Stamps, Cambridge, Mass., 1948 (pubblic. di due articoli apparsi precedentemente, Harvard Studies in Classical Philology, LVI-LVII e LVIII-LIX, 1947-48, con gli indici sia del C. I. L., sia del supplemento). Per la bibliografia anteriore al 1936 v. H. Bloch, I. b. l. e la storia edilizia romana. Contributi all'archeologia e alla storia romana, in Bull. Com., LXIV, 1936, p. 141-225; LXV, 1937, pp. 83-187; LXVI, 1938, pp. 51-221; LXXI, 1943-5. Aggiunta, 20 pp.; pubblicato anche in volume negli Studî e Materiali del Museo dell'Impero Romano, n. 4, Roma 1947.
Per i b. delle navi di Nemi cfr. G. Gatti, I bolli laterizi delle Navi, in G. Ucelli, Le Navi di Nemi, Roma 1950, pp. 337-348. Una raccolta di tutti i b. finora trovati in Ostia in situ è pubblicata da H. Bloch sotto il titolo I b. l. nella storia edilizia di Ostia, nel I volume degli Scavi di Ostia, Roma 1953, pp. 215-227.