BOLOGNA 322, Pittore di
Ceramografo attico, della tecnica a figure rosse, la cui personalità è stata ricostruita in base a un gruppo di opere databili tra il 440 e il 430 a. C. I tre crateri che gli sono attribuiti raffigurano scene assai simili; su quello da cui gli viene il nome, una menade preceduta da un flautista è seguita da un satiro; sull'altro, di Madrid, la menade con tirso è fra due satiri; infine, sul terzo, Londra F 46, è Dioniso con satiri. I panneggi sono ampi e ben disegnati, con fasce di pieghe ben distanziate fra loro; anche l'impianto dei volti è alquanto grandioso. Il pittore ricorda abbastanza da vicino il Pittore della Centauromachia del Louvre e si collega alla scuola di Polygnotos, il ceramista.
Bibl.: J. De Beazley, Red-fig., 1942, p. 715; cratere di Bologna: A. Zannoni, Gli scavi della Certosa di Bologna, Bologna 1876, tavv. 41, 13 e 17-18; cratere di Madrid: G. Leroux, Vases grecs de Madrid, Bordeaux 1912, p. 129, tav. 32, 2.