Vedi BOLOGNA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BOLOGNA (v. vol. II, p. 125 e S 1970, p. 154)
Β. preromana. - Dal più recente approfondimento delle problematiche relative all'Età del Ferro bolognese risulta accertata una diretta consequenzialità e una medesima matrice etnica etrusca fra la fase villanoviana e quella nota come etrusco-felsinea. All'interno del principale insediamento villanoviano, forse composto da distinti nuclei, limitati scavi hanno evidenziato impianti produttivi e tracce di capanne in cui pare anche attestata una precoce adozione di strutture a pareti rettilinee (S. Giorgio in Poggiale, S. Domenico, Via Porta di Castello). Più numerosi i dati emersi nel territorio, ancora convergente sul capoluogo felsineo (Cà dell'Orbo, ripresa degli scavi della necropoli delle Caselle di S. Lazzaro, Casteldebole), fra i quali si segnalano a Ν il villaggio di alto arcaismo del quartiere fieristico e a SO i contesti abitativi e sepolcrali di Casalecchio di Reno, dove la particolare posizione geografica, allo sbocco di valle in pianura, favorì uno sviluppo insediativo che si protrasse fino all'età etrusca con edifici in muratura di ciottoli. A Casalecchio, poi, assumono particolare rilevanza le testimonianze di fase orientalizzante (tombe familiari a tumulo e con stele decorata, tombe di S. Biagio), che documentano fin dai primi decenni del VII sec. una vistosa articolazione sociale e un consistente accumulo di ricchezze individuali. La vitalità economica e culturale dell'epoca appare del resto comune a tutta la compagine tardovillanoviana bolognese, come dimostrano altri rinvenimenti (p.es. tombe da Via Zucchi e stele a disco con guerriero dall'Idice) che attestano anche una spiccata ricettività dall'Etruria propria. Nel quadro dell'Orientalizzante bolognese si inseriscono così la lunga iscrizione di dono in lingua etrusca su un'anforetta locale (Melenzani), macroscopico esito, sullo scorcio del VII sec., di un precoce processo di alfabetizzazione, e i resti esplorati in Via Fondazza, a E dell'abitato villanoviano: qui, in associazione con strutture di tipo abitativo databili dalla seconda metà del VII sec., sono stati rinvenuti due grandi monoliti cilindrici d'arenaria con elaborate modanature e fini ornamentazioni fitomorfe e teriomorfe di derivazione siriaca che, per conformazione e per il seppellimento devozionale cui furono sottoposti dopo oltre un secolo di utilizzazione, paiono interpretabili come altari di un santuario suburbano.
I limitati rinvenimenti di età posteriore, fra i quali si segnala un importante contesto pluristratificato in Via Santa Caterina, non consentono ancora di chiarire la reale entità della città etrusca, comunque contratta verso S rispetto al precedente abitato villanoviano. Oltre al recupero di una nuova stele felsinea da S. Michele in Bosco, con scena di viaggio agli inferi, si segnala la fortunata ripresa degli scavi nella necropoli dei Giardini Margherita. Indagata in più campagne, questa necropoli ha restituito serie di tombe a incinerazione e a inumazione entro cassa, anche distribuite a gruppi, in prossimità di una via inghiaiata. Alcuni corredi, comprendenti ceramiche attiche e di produzione locale, si collocano alla metà del VI sec. a.C., e rientrano nella fase denominata Villanoviano IV C o Proto-Certosa.
Di notevole interesse è anche l'area di culto indagata a Villa Cassarini, nell'area dell'ara; di Felsina: su più antichi livelli di frequentazione si sono riscontrate tracce di un santuario attivo fra la fine del VI e gli inizî del IV sec., con murature in ciottoli e coperture fittili. Sembrano mancare strutture monumentali, mentre sono stati recuperati diversi piccoli altari sagomati, di pietra calcarea, destinati a sorreggere statuette e offerte votive. I bronzetti rinvenuti, comprendenti anche esemplari schematici, costituiscono la testimonianza di una produzione bronzistica che si collega all'Etruria settentrionale. Una statuetta di Apollo liricine e una raffigurante Eracle suggeriscono che i culti di queste divinità dovevano essere presenti nel santuario.
Relativamente al periodo celtico, oltre alla revisione dei vecchi contesti di scavo e alle recenti scoperte di ambito appenninico (Monterenzio), unica novità di rilievo per B. è lo scavo di un sepolcreto a Ν della città (Via della Dozza), con tomba di guerriero e corredi degli inizî del III secolo.
B. romana. - Le più recenti indagini archeologiche hanno mutato profondamente il quadro conoscitivo del centro romano. Entro il perimetro cittadino, nel regolare reticolo di strade basolate, è stata riconosciuta una gerarchia dimensionale che privilegiava i quattro decumani centrali, mentre in area suburbana è documentata un'ulteriore differenziazione, di ordine costruttivo, con adozione di vie acciottolate o semplicemente inghiaiate.
Alla programmazione urbanistica conseguente all'impianto della colonia deve risalire la destinazione pubblica assegnata alla fascia di isolati, mediana e assializzata rispetto al decumano massimo (Via Emilia), entro cui vennero ubicati, oltre forse al foro e a un grande edificio civile (basilica?), almeno tre altri cospicui monumenti da poco riconosciuti: in Via Porta di Castello, su un alto podio in opera quadrata di selenite, si levava un'imponente costruzione templare (Capitolium?) assegnabile ai decenni immediatamente posteriori alla deduzione coloniale; poco a E, nella già nota area dell'Hotel Baglioni, nuove indagini hanno rivelato la presenza di un complesso di probabile destinazione commerciale (macellum?) a lunga corte porticata, della prima età imperiale; al margine meridionale della città, nelle Vie Carbonesi e D'Azeglio, sono stati infine esplorati ampi tratti delle sostruzioni della cavea di un teatro costruito intorno all'80 a.C. e ampliato in età neroniana che, nella sua prima fase con terrapieno entro murature in opus incertum di tipo laziale, costituisce un'eccezionale testimonianza monumentale di età sillana, pienamente inserita nel momento formativo dell'architettura teatrale romana. Altre indagini hanno poi interessato la cinta muraria tardoantica in selenite, di cui è stato accertato il lato S (Via Carbonesi), il lastricato marmoreo in S. Stefano (già assegnato a un ipotetico Iseo e ora datato su basi stratigrafiche al III sec. d.C.) e il condotto sotterraneo dell'acquedotto augusteo.
In ambito residenziale urbano sono stati sondati settori di vaste domus talora caratterizzate da ampie aree interne destinate a cortile (Via dell'Archiginnasio, Strada Maggiore), mentre per l'area suburbana, dove si è riscontrata una suddivisione zonale fra insediamenti produttivi e residenziali, si segnala la villa protoaugustea con ricchi apparati musivi esplorata in Via S. Isaia e il piccolo sepolcreto individuato in corrispondenza dell'Arena del Sole, presso il margine settentrionale della città.
Sistematiche prospezioni di superficie e scavi effettuati nell'agro centuriato (Budrio, Castenaso, Calderara, Casteldebole, Casalecchio) hanno infine evidenziato un fitto e diversificato tessuto insediativo, caratterizzato da grandi ville come da case coloniche spesso di dimensioni assai modeste, oltre che da numerosi impianti artigianali prevalentemente destinati alla produzione fittile (Casteldebole).
Bibl.: In generale: AA.VV., Bologna, centro storico (cat.), Bologna 1970; AA.VV., Storia di Bologna, Bologna 1978; C. Morigi Govi, D. Vitali (ed.), Il Museo Civico Archeologico di Bologna, Imola 1982; AA.VV., Studi sulla città antica. L'Emilia Romagna, Roma 1983, ad indices·, C. Morigi Govi, G. Sassatelli (ed.), Dalla stanza delle Antichità al Museo Civico. Storia della formazione del Museo Civico Archeologico di Bologna (cat.), Bologna 1984; M. Martelli, in BTCGI, IV, 1985, pp. 99-131, s.v.; S. Gelichi, R. Merlo (ed.), Archeologia medievale a Bologna. Gli scavi nel Convento di San Domenico, Bologna 1987.
Età preromana: G. L. Carancini, Osservazioni sulla cronologia del Villanoviano IV a Bologna, in BPI, n.s., XX, 1969, pp. 277-287; G. Gualandi, Problemi urbanistici e cronologici di Felsina alla luce degli scavi dei Giardini Margherita e della Facoltà di Ingegneria (ex Villa Cassarini), in AttiMemBologna, n.s., XX, 1969, pp. 47-67; C. Morigi Govi, Problemi artistici e cronologici del Villanoviano IV a Bologna, ibid., pp. 21-46; G. V. Gentili, Bologna (Via Zucchi). Scoperta di tombe villanoviane, in NSc, 1970, pp. 122-141; R. Scarani, Emilia. Rinvenimenti in località varie, ibid., pp. 54-65; Ch. Peyre, L'habitat étrusque de Casalecchio di Reno (Bologna), in Atti del Convegno di studi sulla città etrusca e italica preromana, Bologna 1966, Bologna 1970, pp. 253-261; F. H. Pairault, L'habitat archaïque de Casalecchio di Reno près de Bologne: structure planimetrique et technique de construction, in MEFRA, LXXXIV, 1972, pp. 145-197; S. Tovoli, Il confluente di Casalecchio, in StEtr, XL, 1972, pp. 341-356; G. Gualandi, Un santuario felsineo nell'ex Villa Cassarini (Facoltà di Ingegneria), in AttiMemBologna, n.s., XXIV, 1973, pp. 315-345; Ch. Peyre, Habitat et nécropole proto- felsiniens a Casalecchio di Reno (Bologne), in L'habitat et la nécropole à l'âge du Fer en Europe occidentale et centrale. Actes du Colloque, Paris 1972, Parigi 1975, pp. 3-12; R. Pincelli, C. Morigi Govi, La necropoli villanoviana di S. Vitale, Bologna 1975; L. Kruta Poppi, L'insediamento protostorico di Villa Cassarini a Bologna (Nuovi risultati), in Atti della XIX Riunione scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Emilia Romagna 1975, Firenze 1976, pp. 327-342; ead., Una nuova stele protofelsinea da Casalecchio al Reno. Contributo ai problemi dell'orientalizzante bolognese, in StEtr, XLV, 1977, pp. 63-83; P. Meiler Padovani, Le stele villanoviane di Bologna, Capo di Ponte 1977; G. Sassatelli, Brevi note critiche sulle ceramiche di importazione delle tombe galliche di Bologna, in RdA, I, 1977, pp. 27-35; AA.VV., La necropoli villanoviana di Cà dell'Orbo a Villanova di Castenaso (cat.), Bologna 1979; L. Kruta Poppi, La sépulture de Ceretolo (Province de Bologne) et le facies boten du III siècle av. n. è., in EtCelt, XVI, 1979, pp. 7-22; C. Morigi Govi, D. Vitali, Bologna. Zona della Fiera, in StEtr, XL VII, 1979, pp. 467-469; C. Morigi Govi, S. Tovoli, La tomba Melenzani 22. Osservazioni sul Villanoviano III a Bologna, ibid., pp. 3-26; M. Catarsi Dall'Aglio, D. Vitali, Scavi nelle chiese di S. Giorgio in Poggiale e di S. Francesco (Bologna), in EmiliaPrRom, Vili, 1980, p. 75; C. Morigi Govi, S. Tovoli, D. Vitali, Scavi nel quartiere fieristico di Bologna, ibid, p. 74; S. Nepoti, Gli scavi archeologici nel complesso di S. Giorgio in Poggiale a Bologna (1974-1976). Resoconto preliminare, in Carrobbio, VI, 1980, pp. 274-282; V. Kruta, Les Boïens de Cispadane, Essai de paléoethnographie celtique, in EtCelt, XVII, 1980, p. 8 ss.; C. Morigi Govi, G. Colonna, L'anforetta con iscrizione etrusca da Bologna, in StEtr, XLIX, 1981, pp. 67-93; G. Sassatelli, Corpus Speculorum Etruscorum. Italia, I, Bologna, Museo Civico, 2 voli., Roma 1981; id., Graffiti alfabetici e contrassegni nel villanoviano bolognese, in EmiliaPrRom, IX-X, 1981-1982, pp. 147-225; D. Vitali (ed.), Monterenzio e la valle dell'Idice (cat.), Bologna 1983; G. Sassatelli, Bologna e Marzabotto: storia di un problema, in Studi sulla città antica, cit., pp. 65-127; A. M. Bisi, L' «albero della vita» e gli animali in schema araldico sulle stele protofelsinee. Alcune considerazioni sull'orientalizzante bolognese, in Studi in Memoria di M. Zuffa, I, Rimini 1984, pp. 77-106; G. Sassatelli, Una nuova stele felsinea, ibid., pp. 107-137; M. Cristofani, Una dedica ad Asclepio da Felsina e i culti salutari in Etruria settentrionale, in AnnPisa, s. III, XV, 1985, pp. 1-5; D. Vitali, Monte Bibele und die andere Fundstellen der keltischen Epoche im Gebiet von Bologna, in Kleine Schriften Marburg, XVI, 1985, pp. 1-92; G. Bermond Montanari, Un nuovo documento dell'orientalizzante bolognese, in AquilNost, LVII, 1986, cc. 45-50; G. Colonna, La più antica iscrizione di Bologna, in Studi e Documenti di Archeologia, II, 1986, pp. 57-66; J. Ortalli, G. Bermond Montanari, Il complesso monumentale protofelsineo di via Fondazza a Bolognà, in StEtr, LIV, 1986, pp. 15-45; G. Bermond Montanari (ed.), La formazione della città in Emilia Romagna (cat.), II, Bologna 1987, pp. 31-114; G. Sassatelli, Le stele felsinee con «celtomachie», in Popoli e facies culturali celtiçhe a nord e a sud delle Alpi dal V al I sec. a.C. Atti del Colloquio Intemazionale, Milano 1980, Milano 1987, pp. 167-177; Ch. Peyre, Felsina et l'organisation du territoire des Boïens selon l'historiographie antique, in D. Vitali (ed.), Celti ed Etruschi nell'Italia centro-settentrionale dal V secolo a. C. alla romanizzazione. Atti del Colloquio, Bologna 1985, Imola 1987, pp. 101-110; G. Sassatelli, Topografia e «sistemazione monumentale» delle necropoli felsinee, in La formazione della città preromana in Emilia Romagna. Atti del Convegno, Bologna-Marzabotto 1985, Bologna 1988, pp. 197-255; id., Problemi cronologici delle stele felsinee alla luce dei rispettivi corredi tombali, in Atti del Secondo Congresso Internazionale Etrusco, Firenze 1985, Roma 1989, pp. 927-949; J. Ortalli, Nuovi dati sul popolamento di età celtica nel territorio bolognese, in EtCelt, XXVII, 1990, pp. 7-41.
Età romana: F. Bergonzoni, Bologna. Via Ca' Selvatica. Edificio romano, in NSc, 1965, pp. 59-68; id., Un complesso edilizio di età romana in via Ca' Selvatica, in AttiMemBologna, n.s., XVII-XIX, 1965-1968, pp. 93-105; id., Un contributo singolare alla conoscenza di Bologna romana: il grande muro ad opus quadratum di via Porta di Castello, ibid., n.s., XX, 1969, pp. 125-136; D. Scagliarini, L'insediamento residenziale e produttivo nel suburbio di Bologna romana, ibid., pp. 137-192; F. Rodriguez, L'arco quadrifronte romano di via Val d'Aposa in Bologna, in Strenna Storica Bolognese, XXII, 1972, pp. 247-253; F. Bergonzoni, Bologna (Piazza Galilei). Tracce delle mura urbane altomedievali, in NSc, 1973, pp. 5-7; id., Due case di Bologna romana, in Culta Bononia, VI, 1974, p. 177-183; id., Nuove strade per Bononia, in Carrobbio, I, 1975, pp. 37-53; id., Il palazzo Ghisilardi-Fava. Preesistenze romane e altomedievali, ibid., II, 1976, pp. IX-XXI; F. Bergonzoni, G. Bonora, Bologna romana, I, Fonti letterarie. Carta archeologica del centro urbano, Bologna 1976; F. Bergonzoni, Il secondo piano regolatore di Bologna, in Carrobbio, III, 1977, pp. 66-73; G. Susini, Ur- Bononia, ibid., V, 1979, pp. 417-421; AA.VV., Il territorio di Budrio nell'antichità. Atti della Giornata di studio, Budrio 1982, Bologna 1983; A. M. Brizzolata, Analisi distributiva della documentazione funeraria di Bononia, in Studi sulla città antica, cit., pp. 211-243; J. Ortalli, La tecnica di costruzione delle strade di Bologna tra età romana e medioevo, in AMediev, XI, 1984, pp. 379-394; id., Strade di Bologna romana. Tipologia e topografia, in Strenna Storica Bolognese, XXXIV, 1984, pp. 283-305; AA.VV., Stefaniana, Bologna 1985, p. 1 ss.; AA.VV., Acquedotto 2000, Bologna. L'acqua del duemila ha duemila anni (cat.; sezione antica a cura di G. Susini), Bologna 1985; J. Ortalli, L'insediamento agricolo di età imperiale nella regio VIII Indagine campione su un settore del territorio bolognese, in A. Giardina (ed.), Società romana e impero tardoantico, III, Le merci e gli insediamenti, Bari 1986, pp. 564-576; id., Il teatro romano di Bologna, Bologna 1986; id., Prospettive e risultati dell'archeologia romana nel bolognese, in Studi e Documenti di Archeologia, II, 1986, pp. 143-147; S. Gelichi, Scavi nell'area del complesso di S. Stefano, in 7 colonne e 7 chiese (cat.), Bologna 1987, pp. 59-67; J. Ortalli, Il foro commerciale di «Bononia» e altre note di architettura e urbanistica, in J. Ortalli, C. De Angelis, P. Foschi, La rocca imperiale di Bologna, Bologna 1989, pp. 1-44; D. Scagliarmi, Bologna (Bononia) and its Suburban Territory, in G. Barker, J: Lloyd (ed.), Roman Landscapes, Archaeological Survey in the Mediterranean Region, Londra 1991, pp. 88-95.