Vedi BOLOGNA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BOLOGNA (v. vol. ii, pp. 125-128)
A) B. preromana: nuovi scavi e scoperte non hanno spostato sensibilmente quanto si sapeva circa l'abitato villanoviano, ma hanno confermato l'attività metallurgica (fonderia di via Ca' Selvatica) e l'aggruppamento per nuclei (via Marconi, via Rizzoli, via Oberdan, ecc.).
In particolare l'ulteriore esplorazione della necropoli dei Giardini ha restituito materiale che testimonia una data piuttosto alta per la trasformazione culturale del centro villanoviano, nonché un'apertura verso le culture della valle padana, se non anche d'oltr'Alpe. Altri elementi di rilevante arcaismo sono stati forniti dal ritrovamento casuale di una stele orientalizzante e di una tomba di via Tofane. La scoperta s'inquadra nell'ormai configurato aspetto artistico che si può praticamente chiamare protofelsineo, oggetto di ricerche positive negli ultimi anni da parte di numerosi studiosi. Tali ricerche costituiscono il fatto nuovo dell'archeologia bolognese, individuando anche una recezione orientalizzante in parte indipendente dall'Etruria tirrenica, nonché tipologie comuni ad altre aree culturali padane (stele di via Righi). La stessa produzione delle stele felsinee, indice dell'unica completa civiltà figurativa del Nord Italia, ne risulta problematizzata in un senso nuovo per quanto riguarda la sua formazione. Nello stesso tempo ne viene riaperto il problema della cronologia dell'ultima fase villanoviana (Arnoaldi Villanoviano iv; v. villanoviana, civiltà) e del suo confluire nell'aspetto culturale felsineo. Scavi nell'area della ex Villa Cassarini (Facoltà d'Ingegneria) hanno confermato l'esistenza di strutture riferibili all'età felsinea. Invece negli scavi compiuti nel 1959 nel centro della città si è notato che lo strato romano insisteva direttamente su quello della prima Età del Ferro.
B) B. romana: aspetti urbanistici. Scavi compiuti dal 1953 in poi, in occasione di lavori per fognature o per gli scavi dei sottopassaggi delle vie Rizzoli-Ugo Bassi-Indipendenza hanno messo in luce diversi elementi della rete stradale antica, con le sottostanti fognature, scavate solo nel senso SN (testimoni conservati in posto).
Il dato più importante è offerto dalla constatazione della divergenza dei due tronchi del decumano sotto le vie Rizzoli-Bassi, sottolineata dall'andamento dei solchi carrai. La giunzione fra i due tratti risultò irriconoscibile per la presenza di una grande fondazione in conglomerato, probabilmente medievale. La scoperta dell'angolo di una costruzione romana in laterizio, corrispondente al saliente NE del Palazzo comunale ha permesso di ricollegare i nuovi risultati con quelli ottenuti nel 1922 nel sottosuolo del palazzo stesso, dove pure si rinvennero elementi architettonici e due teste-ritratto frammentarie, di Ottavia e di Adriano giovane. Si è così confermata l'esistenza di un grande edificio rettangolare con asse maggiore ortogonale al decumano, in cui si potrebbe riconoscere la basilica, elemento decisivo per l'individuazione del Foro, il cui sito non è stato ancora precisato da elementi archeologici: l'area forense potrebbe coincidere in parte con quella del Palazzo comunale. Resta esclusa la corrispondenza con una delle piazze esistenti nel centro della città. Resti monumentali scoperti sotto l'edificio della Banca popolare fra via Carbonesi e via Val d'Aposa permettono di stabilire qui uno degli estremi dell'abitato, mentre l'estensione va ridotta nella zona settentrionale, rispetto alla ricostruzione solitamente divulgata: in realtà da metà circa delle vie Indipendenza e Oberdan verso N si è riconosciuta l'esistenza di un enorme scarico di età imprecisabile, ma certo risalente nei livelli inferiori almeno al I sec. a. C. (imago fittile, torso virile pure fittile); al di sopra di tale rinterro non si sono trovati resti di costruzioni antiche. Nella zona suburbana di SO si è compiuto uno dei più importanti rinvenimenti: un'estesa costruzione con numerosi ambienti pavimentati a mosaico, di età all'incirca augustea. Nello stacco di questi mosaici, in parte policromi, si è osservato il disegno preparatorio graffito sul cemento del sottofondo.
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B) B. romana, aspetti urbanistici: G. A. Mansuelli, L'urbanistica di Bologna antica, in Bologna riv. del Comune, 1958, 5-6, pp. 37-50; id., Vecchie e nuove scoperte archeologiche bolognesi, in Strenna stor. bolognese, 1960, pp. 73-87; F. Bergonzoni, Bologna romana, ibid., XIV, 1965, p. 68 ss.; id., in Not. Scavi, 1960, pp. 291-93, Suppl., pp. 59-68; id., in Atti e Mem. Deputaz. St. patria Rom., XII, 1960-93; Contributi alla storia urbanistica di B. dalla preistoria al Medioevo, in Atti Mem. Deputaz. St. patria Romagna, N. S., XII, 1960-63 (1966), pp. 125-370 (principalmente: F. Bergonzoni, Vestigia di Bononia nel centro della città, pp. 279-295; G. Fasoli, Momenti di storia urbanistica bol. nell'alto Medioevo, pp. 313-343); G. Rivani, in La Mercanzia, 3, 1964; id., Il restauro della chiesa dello Spirito Santo, Bologna 1965.