Vedi BOLSENA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BOLSENA
Piccola città in provincia di Viterbo, sul lago omonimo, nella parte centrale dell'antica Etruria. Per alcuni studiosi B. dovrebbe identificarsi con la città etrusca e romana di Volsini (etr. Velsna).
Sulle colline al disopra dell'abitato moderno, recenti scavi francesi hanno messo in luce i resti di una città etrusca. L'acropoli era sul poggio detto la Mozzetta di Vietena (alt. m 622); la città era costruita sui ripiani digradanti dei poggi di Montebello, Casetta, Le Grate, Mercatello e terminava un poco al disopra dell'odierna Bolsena. La cinta murale (IV sec. a. C.) aveva un perimetro di circa km 6; era costruita a grandi blocchi squadrati. Nel punto più debole, in località Giardino, era formata da due muri paralleli, uniti da muri trasversali. Un altro tratto di mura a conci regolari contrassegnati da lettere e segni diversi è venuto casualmente in luce (maggio 1957) nei pressi del "Castello", sull'alto della città attuale. All'inizio del secolo furono trovati in località Pozzarello i resti di un recinto, con una tettoia appoggiata a un angolo del muro perimetrale, un'ara, un pozzo; alcuni oggetti votivi fecero supporre che si avesse qui il santuario della dea Nortia. Mancano, tuttavia, sicure prove per la identificazione. In località Poggio Casetta, i recenti scavi hanno rivelato un edificio di culto dell'inizio del III sec. a. C., interpretato come un tempio tripartito. In realtà, si tratta di un modesto sacello (m 8,oo × 6,60), a unica cella, entro un piccolo recinto (m 17,20 × 13,40). Tutt'intorno alla città etrusca si stendono le necropoli (Poggio Sala, Vietena, Poggio Pesce, Barano); le tombe più antiche risalgono alla fine del VII sec. a. C. A Poggio Pesce, presso le tombe a camera scavate nella roccia, erano i resti di un vano (m 16 × 5,50), coperto da una tettoia retta da pali. Eccetto che nella necropoli di Barano, le tombe furono generalmente riadoperate in età romana.
La città romana occupa solo la parte più bassa della città etrusca, il Mercatello, dove case e ville romane hanno distrutto i resti dell'abitato più antico. Si possono riconoscere le terme, l'anfiteatro, resti di edifici privati, ponti e strade.
A km 4 a S di B., su una ripida collina, in località La Civita, sono i resti di un secondo centro, che fu abitato dal VI alla fine del V o inizio del IV sec. a. C. Aveva un muro di cinta solo dove la collina non era difesa naturalmente. In alto sembra fosse l'acropoli. Sono stati trovati resti di edifici, fra cui uno a pianta rettangolare, interpretato come luogo di culto. A S-E, nel Fosso d'Arlena, erano delle tombe a camera con suppellettile del VII-VI sec. a. C.; alla Capriola, una necropoli villanoviana.
Bibl.: Scavi e ritrovamenti più antichi: Not. Scavi, 1882, pp. 262, 315; 1891, p. 119; 1902, p. 357; 1905, p. 12 s.; 1929, p. 244 ss. - Scavi francesi: Mélanges d'Archéologie et d'Histoire. École française de Rome, LIX, 1947, p. 9 ss.; LXII, 1950, p. 53 ss.; LXV, 1953, p. 39 ss. - Santuario della dea Nortia: E. Gabrici, Scavi nel sacellum della dea Nortia sul Pozzarello, in Mon. Ant. Lincei, XVI, 1906, coll. 170-239. - Iscrizioni etrusche: C. I. E., II, 5153 ss.; Mélanges, cit., LXII, 1950, p. 106 ss. - Iscrizioni latine: C. I. L., XI, i, nn. 2682-2900; XI, 2, 2, nn. 7269-7389. - Per La Civita: Mélanges, cit., LXVII, 1954, p. 49 ss.; Comptes Rendus. Ac. Inscr. et Belles Lettres, 1955, p. 420 ss.