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BONACCORSO di Cino

di V. Ascani - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)
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BONACCORSO di Cino

V. Ascani

(o Buonaccorso)

Pittore fiorentino attivo intorno alla metà del Trecento. Al 1345 risalgono le note che testimoniano saldate al pittore "le dipinture del pellegrinaio nuovo" da poco terminate nell'ospedale della Misericordia e Dolce a Prato (Meoni, 1962; Meiss, 1971b). Queste sono da ravvisare, con ogni probabilità, nei cospicui brani affrescati scoperti in situ e staccati negli scorsi decenni (Procacci, 1967), tuttora conservati nello stesso ospedale, raffiguranti un Giudizio universale che pare sovrapponibile, nel suo schema compositivo e iconografico, all'affresco di analogo soggetto eseguito da Buonamico nel Camposanto di Pisa nel decennio precedente (Meiss, 1971a; Bellosi, 1974). L'affresco pratese, che ha costituito un utile terminus ante quem per la controversa datazione del Giudizio del Camposanto pisano, mostra tuttavia una profonda dipendenza stilistica da Maso e da Bernardo Daddi per quanto riguarda rispettivamente la sobria e linearistica definizione delle figure e la dolcezza del loro atteggiamento, sottolineata dalla scelta di una gamma cromatica particolarmente calda e delicata.Nel 1347 B. dovette lavorare a Pistoia, unitamente ad Alesso d'Andrea, come dimostrano i pagamenti ai due pittori (Ciampi, 1810), per gli affreschi della cappella di S. Iacopo in duomo, raffiguranti Storie di s. Iacopo e, sulla volta, Dio padre e apostoli. Le pitture furono coperte, già nella seconda metà del secolo, dagli affreschi di Niccolò di Tommaso, distrutti nel 1786. Alcuni resti, tuttavia, sono stati riportati alla luce nel Novecento e contestualmente attribuiti ad Alesso d'Andrea (Procacci, 1964) anche perché B. si era ritirato dall'impresa nel maggio 1347. Con la scoperta dell'affresco pratese e del documento relativo, i brani rinvenuti a Pistoia - quattro Virtù entro finte nicchie - sono stati invece convincentemente riconosciuti a B. (Meiss, 1971b), cosicché di Alesso d'Andrea, autore tra l'altro del perduto polittico di S. Giovanni Fuorcivitas a Pistoia, del 1348 (Procacci, 1964; 1971), non è attualmente possibile indicare opere conservate. Alcuni lacerti pittorici provenienti dalla stessa cappella pistoiese di S. Iacopo e consistenti in teste di apostoli e di angeli (Quarrata, Coll. Baldi Papini), attribuiti alla fase decorativa operata da B. e Alesso d'Andrea (Procacci, 1971), sono stati, viceversa, per lo più riportati alla campagna di affreschi di Niccolò di Tommaso, al pari del vasto ciclo affrescato della cappella di S. Antonio del Tau, nella stessa città, da situarsi nell'ottavo decennio del secolo (Offner, 1927; 1953-1956; Gai, 1970; Boskovits, 1975; Carli, 1977).Alle opere legate al nome di B. sono stati avvicinati gli affreschi della parete sinistra della navata della chiesa di S. Francesco a Pistoia, con il Compianto sul Cristo morto e Storie di Eraclio (Boskovits, 1970; Meiss, 1971a, gli attribuisce il solo Compianto) o quelli della cappella Gatteschi, nella stessa chiesa (Boskovits, in Offner, 1989), già da tempo attribuiti rispettivamente a Maso e aiuti (Longhi, 1959) e alla scuola di Bernardo Daddi (Chiappelli, 1929-1930), i due riconosciuti poli intorno ai quali dovette ruotare l'educazione del pittore.L'influenza di Maso è particolarmente evidente in un'altra opera pratese di B., attribuitagli da Meiss (1971a): un monumento funebre dipinto a fresco nella cripta del duomo, simulante un'edicola contenente le figure del defunto giacente e di Maria e Giovanni Evangelista intercedenti presso Cristo.Nella stessa città anche la Crocifissione a fresco del Convitto Naz. Cicognini è stata riconosciuta a B. (Boskovits, 1970). La tavola con Crocifissione e storie della Passione (Roma, Mus. Vaticani, Pinacoteca), accostata al nome del pittore (Boskovits, 1970) e peraltro sicuramente assegnabile ad artista influenzato da Maso, appare non univocamente riconosciuta a B. dalla critica (Neri Lusanna, 1983), mentre è stato ritrattato il riferimento all'artista fiorentino (Fahy, 1969; 1971) di una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino (Cleveland, Mus. of Art), più verosimilmente pertinente al Maestro di S. Lucchese (Boskovits, 1970; 1975).Opera tarda del pittore sarebbe un crocifisso (Fiesole, S. Maria Primerana), sinora ritenuto del tardo Trecento, ipotizzato risalente al 1360 ca. e a lui attribuito recentemente (Tartuferi, 1984). All'ambito di B. è stata ricondotta (Meiss, 1971a) una pala con Madonna con il Bambino e santi (Filadelfia, Pennsylvania Mus. of Fine Arts).Dal corpus delle opere che è possibile raccogliere intorno al nome di B. emerge la figura di un pittore di discreta capacità esecutiva, stilisticamente aggiornato e anzi antesignano, dal punto di vista iconografico, della diffusione di nuove e peculiari tipologie: è il caso, per es., delle Virtù di Pistoia e degli strumenti della Passione di Cristo nell'affresco della Crocifissione di Prato (Boskovits, 1970; Meiss, 1971a). Un limite risulterebbe tuttavia, qualora provata, la sua rinuncia a dipingere a Firenze - documentata città di origine del pittore - a favore dell'attività in centri satelliti: B., malgrado fosse iscritto alla Compagnia di s. Luca fin dal 1341 (Procacci, 1964), non sembra infatti mai essere stato immatricolato all'Arte dei medici e degli speziali (Procacci, 1971). La recente, preliminare attribuzione al pittore di affreschi nella chiesa fiorentina di S. Apollonia (Bacarelli Locoratolo, 1982) comprendenti il Martirio di s. Apollonia, S. Onofrio e S. Cristoforo, probabilmente del 1344, se confermata, sarebbe di particolare importanza per una migliore definizione della personalità dell'artista.

Bibl.: S. Ciampi, Notizie inedite della Sagrestia pistoiese de' belli arredi del Campo Santo Pisano e di altre opere di disegno dal secolo XII al XV, Firenze 1810, pp. 93-95, 145-150; G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti dei secoli XIV, XV, XVI, II, Firenze 1840, pp. 36-38: 36; s.v. Alesso d'Andrea, in Thieme-Becker, I, 1907, p. 262; s.v. Bonaccorso di Cino, IV, 1910, p. 266; R. Offner, Studies in Florentine Painting. The Fourteenth Century, New York 1927 (19722, pp. 109, 118-120); A. Chiappelli, Puccio Capanna e gli affreschi in San Francesco a Pistoia, Dedalo 10, 1929-1930, pp. 199-228; R. Offner, A Ray of Light on Giovanni del Biondo and Niccolò di Tommaso, MKIF 7, 1953-1956, pp. 173-192; R. Longhi, Qualità e industria in Taddeo Gaddi ed altri, II, Paragone 9, 1959, 111, pp. 3-12; A. Meoni, Lo spedale di Prato e i suoi affreschi, Prato arte e storia 3, 1962, pp. 15-21; U. Procacci, Quattro virtù di Alesso di Andrea scoperte nella cappella di S. Jacopo nel Duomo di Pistoia, in Studien zur toskanischen Kunst. Festschrift für Ludwig Heinrich Heydenreich zum 23. März 1963, a cura di W. Lotz, L.L. Möller, München 1964, pp. 244-254; P. Dal Poggetto, Alesso d'Andrea, in Omaggio a Giotto, cat., Firenze 1967, p. 60; U. Procacci, Il Giudizio finale (frammento), ivi, nr. 30, p. 61; E. Fahy, A Masterpiece of Early Italian Painting, The Bulletin of the Cleveland Museum of Art 56, 1969, pp. 348-353; G. Marchini, Due secoli di pittura murale a Prato. Mostra di affreschi, sinopie e graffiti dei secoli XIV e XV, cat., Prato 1969, pp. 21-25, nr. 1; M. Boskovits, Due secoli di pittura murale a Prato. Aggiunte e precisazioni, Arte Illustrata 3, 1970, pp. 32-47; L. Gai, Nuove proposte e nuovi documenti sui maestri che hanno affrescato la cappella del Tau a Pistoia, Bullettino storico pistoiese, s. III, 5, 1970, pp. 75-94; E. Fahy, Second Thoughts about the Artaud de Montor Madonna, The Bulletin of the Cleveland Museum of Art 58, 1971, pp. 251-254; U. Procacci, Bonaccorso di Cino e gli affreschi della chiesa del Tau a Pistoia, in Giotto e il suo tempo, "Atti del Congresso internazionale per la celebrazione del VII centenario della nascita di Giotto, Assisi-Padova-Firenze 1967", Roma 1971, pp. 349-366; M. Meiss, Alesso d'Andrea, ivi, 1971a, pp. 401-418; id., Notable Disturbances in the Classification of Tuscan Trecento Paintings, BurlM 113, 1971b, pp. 178-187; U. Procacci, Gli affreschi della chiesa del Tau e la pittura a Pistoia nella seconda metà del sec. XIV, in Il Gotico a Pistoia nei suoi rapporti con l'arte gotica italiana, "Atti del II Convegno internazionale di studi, Pistoia 1966", Pistoia 1972, pp. 247-260, 375-376; L. Bellosi, Buffalmacco e il Trionfo della Morte, Torino 1974, pp. 40, 49-50; M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze 1975, pp. 22, 196, 199-200, 204, 250; R. Fremantle, Florentine Gothic Painters. From Giotto to Masaccio, London 1975, p. 581; E. Carli, Gli affreschi del Tau a Pistoia (Quaderni d'arte), Firenze 1977; R. Offner, A Critical and Historical Corpus of Florentine Painting, Suppl., a cura di H.B.J. Maginnis, New York 1981, pp. 52, 59; G. Bacarelli Locoratolo, Sant'Apollonia: novità iconografiche e una leggenda inedita, Paragone 33, 1982, 383-385, pp. 101-107; E. Neri Lusanna, sv. Alesso d'Andrea, in AKL, 1983, pp. 1018-1019; A. Tartuferi, Due croci dipinte poco note del Trecento fiorentino, AC 72, 1984, pp. 3-12; A. Caleca, Pittura del Duecento e del Trecento a Pisa e a Lucca, in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986, I, pp. 233-264; G. Ragionieri, Pittura del Trecento a Firenze, ivi, pp. 283-314; A. Bacchi, Pittura del Duecento e del Trecento nel Pistoiese, ivi, pp. 315-324; E. Biagi, Bonaccorso di Cino, ivi, II, pp. 560-561; G. Bologni, Antiche istituzioni ospedaliere pratesi. L'Ospedale della Misericordia nel Trecento, III-IV, Prato arte e storia 28, 1987, 71, pp. 10-15; 29, 1988, 73, pp. 37-41; R. Offner, A Critical and Historical Corpus of Florentine Painting, a cura di M. Boskovits, E. Neri Lusanna, III, 3, Firenze 1989, pp. 35, 73.V. Ascani

Vedi anche
navata Propriamente, in tutti gli organismi architettonici nei quali la copertura grava, oltre che sulle murature perimetrali, anche su strutture intermedie costituite da sostegni allineati, ognuno degli spazi in cui le file di tali sostegni dividono l’area complessiva coperta. La struttura a tre o cinque navata ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). Pistoia Città della Toscana (236,8 km2 con 89.418 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Si trova al limite settentrionale della pianura dell’Ombrone pistoiese, compresa fra l’Arno a S, il Monte Albano a O e le pendici dell’Appennino a N e a E. L’abitato è costituito da un nucleo più antico racchiuso entro il ... Prato Comune della Toscana (97,6 km2 con 185.603 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Si estende a 61 m s.l.m. presso lo sbocco in pianura della valle del Bisenzio, ai piedi del gruppo calcareo della Calvana. Fino agli inizi del 20° sec. lo sviluppo topografico della città risultava contenuto entro il perimetro ...
Vocabolario
cino-²
cino-2 cino-2. – Forma abbreviata con cui l’agg. cinese compare come primo elemento di alcuni composti: i rapporti cino-giapponesi; l’ideologia cinocomunista.
cino-¹
cino-1 cino-1 [dal gr. κύων κυνός «cane»; lat. scient. cyno-]. – Primo elemento di composti dotti derivati dal greco o formati modernamente, che significa «cane» o indica relazione col cane.
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