BUFFALMACCO, Bonamico
Pittore fiorentino del XIV secolo, il cui nome ci è tramandato dalle fonti come quello di un maestro burlone e spensierato. È ancora stilisticamente indefinito, quantunque i vecchi scrittori concordi, dal Boccaccio sino al Vasari, lo lodino come uno dei maggiori contemporanei di Giotto.
Un Bonamico fiorentino è ricordato in un documento pisano del 10 marzo 1336 e fu figlio di Martino, non di Cristofano, come vuole il Vasari, se si tratta del pittore, che, con quel patronimico, è iscritto nella matricola degli Speziali (1320) insieme con Giotto e altri, fra i quali Andrea Tafi, di cui B. si crede discepolo.
Delle numerose opere attribuitegli dal biografo aretino, alcune fra le maggiori che ci restano appartengono ad artisti diversi e più tardi. Solo gli affreschi, guastissimi già al tempo del Vasari, dei quali fu ornata nel 1315 la cappella Spini nella Badia a Settimo, possono ragionevolmente essergli assegnati, tanto più che una fonte autorevole come il Ghiberti li ricorda, prima del Vasari, come di B. In base a questi affreschi il Venturi e il Sirén hanno tentato di identificare Buffalmacco col "Maestro della Santa Cecilia" un pittore anonimo così chiamato dalla pala oggi nella Galleria degli Uffizî, contemporaneo e probabile collaboratore di Giotto nelle storie di San Francesco (n. 25-28) della chiesa superiore di Assisi. Il quale parte da tendenze arcaistiche ben rilevabili nella grandiosa tavola con San Pietro fra angeli (1307) in San Simone a Firenze per giungere a una piena maturità schiettamente giottesca, ad esempio nella Madonna di San Giorgio alla Costa data dal Ghiberti a Giotto. Il fatto che l'ignoto pittore ebbe una prima attività non puramente giottesca favorirebbe la proposta identificazione, se fu B. veramente - come vogliono le fonti - discepolo dell'arcaico Andrea Tafi; ma lo stato degli affreschi della Badia a Settimo non permette di stabilire un'identità di mano.
Bibl.: I. B. Supino, Arte pisana, Firenze 1904; W. Suida, Einige florentiner Maler aus der Zeit d. Übergangs vom Duecento ins Trecento, in Jahrb. der preuss. Kunsts., XXVI (1905), p. 82 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., V, Milano 1907, p. 220 segg.; P. Bacci, Gli affreschi di Buffalmacco scoperti nella chiesa di Badia di Firenze, in Boll. d'arte, V (1911), pp. 1-27; id., in Il Marzocco, 1917, 3 giugno; I. Kurzwelly, Buffalmacco u. Traini-Fragen. Einige Kunst- "bemerkungen zu Peleo Baccis Buffalmacco-Publikation, in Rep. für Kunstw., XXXV (1912), pp. 337-62; Fiorilli, in Il Marzocco, 1917, 10 giugno; O. Sirén, The Buffalmacco-Hypothesis, some additional Remarks, in The Burl. Mag., XXXVII (1920), pp. 16-84; M. Salmi, Gli affreschi ricordati dal Vasari in S. Domenico di Perugia, in Boll. d'arte, n. s., I (1921-22), p. 403 segg.; R. Offner, A great Madonna by the St. Cecilia Master, in The Burl. Mag., L (1927), pagina 91 segg.