BONAMICO (Buonamico)
Il nome di questo scultore ci è attestato solo da due iscrizioni: una ("opus qued videtis Bonusamicus fecit pro eo orate") è la firma sulla lastra votiva, proveniente da Castellina Marittima e oggi al Museo dell'Opera del Duomo di Pisa, con Cristo benedicente tra i simboli degli Evangelisti; l'altra ("A.G.L.A. opus quod videtis Bonus amicus magister fecit p. e. oretis") è su una lapide della pieve di Mensano (Siena) e viene così a convalidare come opera di B. i quattordici capitelli figurati della pieve stessa (alcuni con teste angolari di leone e figure simboliche al di sopra di una fila di foglie d'acanto) dove sono riscontrabili precisi punti di contatto con la lastra di Castellina Marittima, che è pur stilisticamente più debole (cfr. Marri Martini).
La personalità di B. è peraltro tra le più modeste del vivace ambiente pisano di Guglielmo, da cui sarebbe uscito tra il 1150 e il 1160. Di Guglielmo resta infatti traccia nelle forme e negli schemi compositivi delle opere di B., che presentano però un fare arcaicizzante, pesantezza d'incisione e di modellato.
Il Toesca gli attribuisce (p. 899, n. 44) due capitelli del Camposanto di Pisa per le strette analogie con quelli di Mensano- e il Salmi (1928) suppone che B. sia giunto a Volterra insieme a Biduino, verso la fine del secolo, per aiutarlo nei lavori del pulpito della cattedrale, che data a un periodo di tempo posteriore alla lastra di Castellina Marittima.
Inoltre è probabile (Sanpaolesi) che B. abbia lavorato anche, pur se non è possibile identificare le parti, nella decorazione del duomo di Pisa (loggette della facciata). Va invece esclusa. per ragioni cronologiche, l'identificazione di B. con l'omonimo che nel 1246 figura tra i costruttori della cattedrale di Siena.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite..., a cura di G. Milanesi, I, Firenze 1878, p. 271; A. Da Morrona, Pisa antica e moderna, Pisa 1821, p. 55; R. Grassi, Descrizione storico artistica di Pisa, II, Pisa 1836, p. 142; L. Marri Martini, La pieve di Mensano..., in La Diana, I (1926), pp. 51-58 e passim; W. Biehl, Toskanische Plastik des frühen und hohen Mittelalters, Leipzig 1926, 1). 63; P. Toesca, Storza dell'arte italiana, I, Il Medioevo, Torino 1927, pp. 570, 812, 899; M. Salmi, L'architettura romanica in Toscana, Milano-Roma s.a. [ma 1927], pp. 52 nn. 52 e 55; Id., La scultura romanica in Toscana, Firenze 1928, pp. 86 s., 96 nn. 43 s.; F. Meli, Sculture Pisano-lucchesi della prima metà del secolo XII, in Boll. stor. lucchese, XVI (1938), p. 6; G. Nicco Fasola, Scultura romanica alla mostra di Pisa, in Belle Arti, I (1946), 2, pp. 98 s.; P. Sanpaolesi, La facciata della cattedrale di Pisa, in Rivista dell'Istituto nazionale d'archeologia e storia dell'arte, V-VI (1956-1957), pp. 310, 326, 332; E. Raffa, I capitelli della chiesa di Mensano..., in Miscell. stor. della Valdelsa, LXIII (1957), 162, pp. 51-59; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, pp. 269 s. (con ult. bibl.).