BONAPARTE
. Famiglia d'origine italiana, ebbe prima il nome di Buonaparte; Napoleone, venendo in Italia nel 1796 alla testa delle milizie repubblicane francesi, cominciò a sottoscriversi Bonaparte.
Non pochi adulatori, nell'intento di cattivarsi le simpatie e i favori dell'uomo assurto a grande potenza, escogitarono genealogie assolutamente fantastiche e leggendarie, facendo derivare la famiglia dai Comneni e dai Paleologi di Costantinopoli e perfino dalle più antiche genti Ulpia, Silvia e Giulia.
L'ipotesi più verosimile sull'origine dei Buonaparte è quella che li fa risalire ai Cadolingi (v.), famiglia longobarda ricordata nei secoli X e XII. Dai Cadolingi sarebbero derivati i Buonaparte di Treviso e di Firenze. I primi compaiono nella schiera dei guelfi, che combatterono contro Federico Barbarossa e contro Federico II, e si estinsero verso la meta del sec. XV. I secondi diedero magistrati e scrittori pregevoli; fra gli altri quel Giacomo che scrisse la storia del sacco di Roma del 1527. Dai Buonaparte di Firenze si staccarono, nella seconda metà del sec. XIII, il ramo di S. Miniato, estintosi alla fine del sec. XVIII, e il ramo di Sarzana, che visse oscuramente per alcuni secoli nella Lunigiana, e sul principio del sec. XVI (precisamente nel 1512) si trasportò in Corsica, ad Ajaccio, essendo allora capo della famiglia Francesco B., che era a servizio del potente Banco di S. Giorgio. Da lui, nelle successive generazioni, derivarono Geronimo, Sebastiano, Giuseppe, Napoleone e Carlo (v. sotto), padre del futuro generale e imperatore. Ma se è certo che la famiglia Buonaparte di Corsica discende dalla branca ligure, non è ben stabilito come essa si colleghi con le altre due famiglie italiane dello stesso nome. I documenti presentati da Carlo Buonaparte, perché il figlio Napoleone fosse ammesso alla scuola militare di Brienne (riservata ai soli nobili), se dimostrano la nobiltà della famiglia, rammentano soli nove personaggi, di cui il più antico, Gabriele B. (risale al 1568), è designato col titolo di "messere", e gli altri sono qualificati "anziani" o "magnifici".
Dal matrimonio di Carlo Buonaparte (1746-1785) con Maria Letizia Ramolino (1750-1836; v. sotto) nacquero tredici figli, dei quali otto soli sopravvissero: 1) Giuseppe (1768-1844), che durante il periodo della maggiore potenza napoleonica salì sul trono di Napoli e poi su quello di Spagna e dal matrimonio con Giulia Clary ebbe due figlie: Zenaide e Carlotta; 2) Napoleone (1769-1821), che sposò in prime nozze (1796) Giuseppina Tascher de la Pagerie, vedova di Alessandro di Beauharnais, e poi (1810) Maria Luigia d'Austria, da cui ebbe un unico figlio, Napoleone Francesco Giuseppe, il re di Roma (1811-1832); 3) Luciano (1775-1840; v. sotto), che dai due matrimonî ebbe undici figli, tra i quali più famoso e più illustre Carlo Luciano, principe di Canino (1803-1857; v. sotto); anche un altro suo figlio, Luigi Luciano (1813-1891), si illustrò negli studî, soprattutto di linguistica basca; 4) Maria Anna Elisa (1777-1820), creata principessa di Lucca e di Piombino e poi granduchessa di Toscana, che sposò il nobile Felice Baciocchi, di famiglia còrsa e lasciò tre figli (la più nota Elisa Napoleone maritatasi al conte Filippo Camerata Passionei di Ancona); 5) Luigi (1778-1846), che fu re d'Olanda e dalla moglie, Ortensia di Beauharnais (1783-1837), ebbe tre figli, uno solo dei quali, Luigi Napoleone (1808-1873), sopravvisse ai genitori e divenne imperatore (Napoleone III); 6) Maria Paolina (1780-1825; v. sotto), che, rimasta vedova del generale Leclerc, si sposò col principe Camillo Borghese (poi nominato governatore del Piemonte annesso alla Francia) ed ebbe il titolo di duchessa di Guastalla; 7) Maria Annunziata Carolina (1782-1839), maritatasi col generale Gioacchino Murat, dapprima granduchessa di Berg e di Clèves e poi regina di Napoli e madre di quattro figli (Achille, Letizia che andò sposa al conte Pepoli di Bologna, Luciano, Luisa, che si maritò col conte Rasponi di Ravenna); 8) Girolamo (1784-1860), che, dopo Tilsit, salì sul trono di Vestfalia e sposatosi (dopo l'annullamento del primo matrimonio) con Caterina del Württemberg ebbe tre figli: Girolamo Napoleone Carlo, Matilde e Napoleone Giuseppe Carlo (1822-1891): quest'ultimo genero di Vittorio Emanuele II. Dal primo matrimonio con Elisabetta Patterson, figlia di un negoziante di Baltimore, egli ebbe un figlio, Girolamo, rimasto in America. Il più giovane dei due figli di questi, Carlo Giuseppe, fu ministro della Marina (1905) e poi Attorney General (1906-09) durante la presidenza di Roosevelt.
Più o meno, tutti i membri della famiglia Bonaparte furono largamente protetti e beneficati, colmati di ricchezze, di fasto e di onori da Napoleone, divenuto arbitro dell'Europa; ma egli non ne fu sempre da essi ricambiato. Della famiglia sopravvivono attualmente due soli rami: in linea femminile quello anziano, derivante da Luciano, rappresentato da Maria, dal 1907 moglie del principe Giorgio di Grecia e figlia del principe Rolando Napoleone (1858-1924), che ebbe gran fama negli studî geografici, etnografici e botanici e fu presidente della Società francese di geografia e dell'Istituto internazionale di antropologia: e quello cadetto, al quale spettano, con il titolo di altezza imperiale, gli eventuali diritti al trono di Francia, discendente da re Girolamo, che è rappresentato dal principe Napoleone Luigi Girolamo (nato nel 1914), figlio del principe Napoleone Vittorio (1862-1926) e di Clementina del Belgio, e dal principe Luigi Giuseppe Girolamo (nato nel 1864), figlio di Napoleone Giuseppe Carlo e di Maria Clotilde di Savoia e fratello di Letizia (1866-1926), che sposò nel 1888 Amedeo di Savoia duca d'Aosta ed ex-re di Spagna.
Bibl.: E. Gerini, Memorie storiche di illustri autori e di uomini insigni dell'antica e moderna Lunigiana, Massa 1829, I, pp. 68-83; Storia genealogica della famiglia Bonaparte dalla sua origine fino all'estinzione del ramo già esistente nella città di San Miniato, scritta da un Samminiatese, Firenze 1847; L. Passerini, Della origine della famiglia Bonaparte dimostrata con documenti, in Archivio storico italiano, n. s., III-IV (1856), pp. 29-65, 43-83; F. De Stefani, Le antichità dei Bonaparte, Venezia 1857; id., Sur les origines des Bonaparte, Torino-Parigi 1859; L. Ambrosini e A. Huard, La famille impériale. Histoire de la famille Bonaparte depuis son origine jusqu'en 1860, Parigi 1860; F. Masson, Napoléon et sa famille, voll. 4, Parigi 1897-1900; A. Lumbroso, Napoleone. La sua Corte. La sua famiglia, Roma 1911; T. De Colle, Genealogia della famiglia Bonaparte, Firenze 1898; L. Coletti, Napoleone e i suoi antenati, in Nuova Antologia, 1 novembre 1927, pp. 64-76.