BONAVENTURA da Pistoia
La prima notizia che abbiamo della sua vita risale al 1276: in quell'anno s. Filippo Benizi giunse a Pistoia per il capitolo generale dei servi di Maria che li si riuniva e in quella occasione si adoperò per comporre le lotte tra le fazioni locali. Molti cittadini si riconciliarono tra loro e, abbandonata la famiglia e distribuiti i beni ai poveri, chiesero l'abito della Vergine e si posero sotto la guida del santo: tra questi era un esponente della fazione ghibellina che domandò di essere ricevuto nell'Ordine col nome di Bonaventura.
La notizia è riportata da fra' Michele Poccianti nel suo Chronicon ed è difficile definirne l'attendibilità, dato che la fonte da lui usata (di cui egli fornisce solo una vaga indicazione) ci è sconosciuta. Si può dire soltanto che, sebbene la cronaca del Poccianti risulti in genere notevolmente ampliata rispetto ai testi originali, non vi sono argomenti definitivi contro la veridicità, almeno sostanziale, del suo racconto.
Subito dopo la sua entrata nell'Ordine B. avrebbe collaborato cm s. Filippo alla fondazione a Pistoia della Compagnia di disciplina dei Rossi (così chiamata dal colore del mantello), con sede presso il convento dei servi, che accolse quanti avevano risposto all'appello del santo. L'eco di questa tradizione, non ancora vagliata scientificamente, è raccolta da fra' Arcangelo Giani.
B. appare ancora a lato di s. Filippo negli anni in cui questi svolse la sua azione diplomatica presso la Curia papale in difesa dell'Ordine, di cui il canone ventitreesimo del secondo concilio di Lione (1274) minacciava la sopravvivenza. B. lo accompagnò, con fra' Lotaringo da Firenze, a Roma da Martino IV nel 1285 (la notizia, fornita da fra' Filippo da Bologna [1521], sembra ricavata da buone fonti). Inoltre nel registro di fra' Lotaringo sono annotate alcune spese del B. in favore della nipote di s. Filippo, per maritarla. Quest'ultima precisazione è dovuta a un appunto di fra' Nicolò Manetti da Pistoia (1497), che forse lesse quel particolare nei fogli attualmente mancanti dello stesso registro. Il santo stesso, anzi, quando intraprese il suo ultimo viaggio verso la Curia dopo l'elezione di Onorio IV (giugno 1285), ebbe 18 fiorini d'oro in prestito da B., allora priore di Orvieto.
Per gli anni successivi alla morte di s. Filippo (22 ag. 1285), sappiamo che B. ebbe più volte incarichi di governo. Sembra che nel 1289 fosse provinciale della provincia del Patrimonio. È priore a Bologna nel 1300, almeno dal 6 agosto, quando il capitolo generale di Pistoia lo incaricò dell'acquisto del monastero di S. Elena, nel Bolognese. A Pistoia fu priore nel 1305-1306 e quindi dal maggio 1307. Lo stesso ufficio ricoprì tre volte nel convento di Montepulciano, negli anni 1288-1289, 1296 e 1306-1307. Nel terzo periodo della sua dimora in questa cittadina, il vescovo d'Arezzo, Ildebrandino, gli affidò alcuni incarichi in merito alla fondazione di una chiesa e di un monastero promossa da S. Agnese da Montepulciano.
Si ritiene che B. sia morto intorno al 1315 (Giani, p. 445). È consigliabile, tuttavia, prendere questa data con una certa elasticità. Nei registri della SS. Annunziata di Firenze, per es., al 17 luglio 1319 è nominato ancora un fra' Bonaventura da Pistoia (Arch. di Stato di Firenze, Conventi soppressi 119, 606, f. 53).
Secondo fra' Nicolò Manetti (1497) e fra' Sebastiano Vongeschi (1546), frati del convento pistoiese, B. fu sepolto alla SS. Annunziata di Firenze. Al contrario, nei cataloghi dei beati dell'Ordine, sin dall'inizio del sec. XVI, risulta che B. era sepolto nella chiesa dei serviti a Orvieto, dove effettivamente il suo corpo è rimasto fino al 1915. Tali discordanze hanno forse avuto origine dal fatto che qualche altro frate, col nome di Bonaventura, fu contemporaneo del beato e forse nativo di Pistoia. Tra le pergamene del convento di questa città, per es., all'anno 1308 è nominato un fra' Ventura di Vanni Bonaccorsi. Il contesto del documento esclude senz'altro che si tratti del beato. Nonostante ciò, dalla fine del sec. XVI almeno, si prese a identificare quest'ultimo col suddetto fra' Ventura di Vanni Bonaccorsi (cfr. Giani, p. 439). Dalla letteratura agiografica risulta con certezza che numerosi santi furono annoverati gratuitamente fra i discendenti di qualche nobile casato. Per analogia, è verosimile l'ipotesi che anche B. fosse riallacciato ai Bonaccorsi, forse per gratificare la famiglia omonima, allora fra le più nobili di Pistoia.
Il culto di B., approvato il 20 apr. 1822, venne confermato il 23 successivo da Pio VII. Il 22 apr. 1915, per il sesto centenario della morte, le reliquie furono trasferite da Orvieto alla SS. Annunziata di Pistoia. La festa liturgica si celebra il 14 dicembre, considerato tradizionalmente come il dies natalis.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Pistoia, Patrimonio ecclesiastico, F. 467: S. Vongeschi, Memorie manoscritte delconvento dei Servi diPistoia …, I, ff. 4, 23v; Ibid., F. 479: N. Manetti, Registretto, f. 6; Id., Opusculum magistri NicolaiPistoriensis, in Monum. O.S.S.M, VII, Bruxelles 1905, p. 178; M. Poccianti, Chronicon rerum totiusSacri Ordinis ServorumB.M. V., Florentiae 1567, pp. 58-61; A. Giani, La vita del beato B.da P., in Della historia del b. Filippo Benizi, Firenze 1604, pp. 434-445; Accepti et expensiLiber b. Lotharingide Florentia, in Monum. OrdinisServorum S. Mariae, II, Bruxelles 1898, pp. 136 s., 139, 144; Filippo da Bologna, Chronica,ibid., XI, Roulers 1911, pp. 105, 117; P. M. Simoni, Compendio della vita del b.B.da P., Bologna 1868 (testo ripreso da F. M. Ferrini, Vita del b.Buonaventura Buonaccorsi, Pistoia 1915); R. M. Taucci, Ilconvento di S. Maria di Montepulcianoe i suoi ricordi, in Studi storici sull'Ordinedei Servi di Maria, II (1934), pp. 31-50; A. M. Rossi, Il b. BuonaventuraBonaccorsi da Pistoia, Roma 1957; A. Chiappelli, Il beato B. da P. appartenneo no alla famiglia deiBuonaccorsi?, in Bullettino storico pistoiese, XVII (1915), pp. 112-118; A. M. Serra, B. da P., in Bibliotheca Sanctorum, III, Roma 1963, coll. 296-300.