BONAVENTURA di Benvenuto
Notaio folignate, è l'autore della più antica fonte cronistica della storia della sua città. Nell'Archivio com. di Foligno (oggi nella locale Sez. di Archivio di Stato) e nell'archivio monastico di Sassovivo (oggi nella curia arcivescovile di Spoleto) si trovano diversi suoi rogiti originali, il più antico dei quali è datato 1293. Il nome di B. appare inoltre - registrato al "terziere di sopra" - nella matricola che segue immediatamente gli statuti del Collegio dei giudici e notai di Foligno, approvati il 6 ag. 1346; ma non è provato (diversamente da ciò che pensa il Faloci-Pulignani) che egli partecipasse alla redazione del testo statutario. Il 1346 è anche l'ultima data menzionata nel manoscritto autografo dell'opera di B., il quale, a quel momento, risulta aver compiuto almeno cinquantatré anni di attività notarile.
Dopo questa data si perdono le tracce di B. ed è lecito pensare che la sua morte sia avvenuta poco dopo. È certo che egli ebbe impieghi - come era del resto la regola pei notai - nell'amministrazione del Comune, e forse anche altrove: la sua opera rivela una conoscenza diretta almeno degli uffici finanziari folignati, oltre che lo svolgimento di incarichi connessi con la chiesa di S. Maria in Campis, che poteva essere considerata, secondo il Faloci-Pulignani, "come chiesa dipendente o di patronato del Comune".
Tutta l'opera finora conosciuta di B. ci è conservata nel manoscritto B. III. 23 della Biblioteca del seminario di Foligno. Trattasi di un quadernetto cartaceo, in cattivo stato di conservazione, che oggi conta 41 carte; è scritto da una mano sola, ma in momenti diversi, e in più luoghi si legge il nome di B. in prima persona. Agli argomenti forniti dal Faloci-Pulignani per stabilire l'autografia del codice, si può aggiungere che la scrittura di quest'ultimo coincide perfettamente con quella della pergamena n. 8 dell'Archivio comunale, che è l'atto originale più antico conservatoci di Bonaventura che abbiamo sopra ricordato.
Il manoscritto contiene diverse materie: 1) nota delle aliquote di imposizione fiscale stabilite dal Comune di Foligno dal 1306 al 1346 (cc. 1-4); 2) elenco dei podestà di Foligno dal 1198 al 1241 (cc. 5-14); 3) conti di amministrazione domestica dal 1314 al 1337 (cc. 15-24v); 4) ricette mediche e formule di superstizione (cc. 24v-25); 5) estratti dalla cronaca di Martin Polono con qualche interpolazione riguardante s. Feliciano, patrono di Foligno (cc. 26-32); 6) amministrazione della chiesa di S. Maria in Campis, dal 1307 al 1345 (cc. 33-37); 7) prose e poesie latine di contenuto allegorico (cc. 38v-41). La carta 38r è bianca e vi si legge solamente la data 1346.
Il codice è solo parzialmente edito. L'elenco dei podestà, con i ricordi di storia locale, dal 1198 al 1341, costituì dapprima (1741) uno dei due Fragmenta Fulginatis Historiae dal Muratori - che li aveva ricevuti in copia dal notaio folignate Giustiniano Pagliarini - inseriti nell'appendice alla XLVI dissertazione delle Antiquitates Italicae Medii Aevi (IV, Mediolani 1741, coll. 137-48), là dove si tratta "de civitatum italicarum magistratibus". Nel 1748 il testo fu ripubblicato a Firenze dal Tartini (che lo trasse dalle Antiquitates) nel primo tomo delle sue aggiunte ai Rerum Italicarum Scriptores muratoriani con il titolo Fragmenta Fulginatis Historiae...; alle poche note illustrative del Pagliarini vennero in quell'occasione aggiunte altre note del Manni. Ritrovato il codice autografo nel 1880 dal Faloci-Pulignani, l'elenco dei podestà fu ripubblicato nel 1885 dall'erudito folignate in un testo riveduto sull'originale e con nuove note (ma intercalando all'elenco le notizie sulle tassazioni contenute nelle prime carte del codice), per trovare infine collocazione, sempre a cura del Faloci-Pulignani, nella nuova edizione dei Rerum Italicarum Scriptores (XXVI, 2, pp. I-XIX, 1-26) in una presentazione critica migliore, anche se non particolarmente buona.
B. dovette avere a sua disposizione varie fonti - di cui il curatore dell'ultima edizione offre un quadro convincente - nell'archivio del Comune e negli stemmi murali che segnavano l'avvicendarsi, prima annuale, poi semestrale, dei podestà di Foligno, per lo più forestieri; nonostante ciò il valore della sua opera appare senz'altro modesto. Le scarse notizie che interrompono qua e là l'arido elenco dei magistrati (non immune da inesattezze, a giudizio del Faloci-Pulignani), mentre non comprendono taluni eventi politici di capitale importanza per la comprensione della storia comunale di Foligno, si sostanziano a volte in citazioni di eventi marginali, anche se tali da colpire la fantasia dell'osservatore medievale (fenomeni celesti, atmosferici, tellurici). In definitiva l'opera di B. acquista una posizione di rilievo nella storiografia medievale folignate solo in virtù delle fittissime note che l'accompagnano, nell'edizione ultima, ad opera del maggiore storico moderno della città; note non di rado denuncianti l'insufficienza e l'inesattezza delle notizie che vengono fornite da Bonaventura.
Più importanti i brevi appunti sulle finanze del Comune, al principio del codice, che il Faloci-Pulignani ha pubblicato, separatamente e integralmente, nella prefazione all'ultima edizione del frammento cronistico di B., dopo averli, nella edizione precedente, intercalati alla serie dei podestà. Da tali appunti, consistenti essenzialmente nell'elenco delle imposizioni comunali folignati con indicazione dell'aliquota da pagare, si possono ricavare indicazioni molto preziose per la conoscenza del sistema tributario folignate, e più in generale comunale, lungo un considerevole arco di tempo.
Il resto del codice è inedito e forse varrebbe la pena di pubblicarlo, se non altro per giungere a considerazioni meno vaghe sulla mentalità e sulla cultura di B., che, dice il Faloci-Pulignani, "studiava il passato e il futuro; il passato rievocandolo dalle cronache di fra' Martino da Troppau, dai codici e dai registri del suo Comune; il futuro intuendolo da allegorie e da simboli, vaticinandolo in prose e in versi...".
Bibl.: M. Faloci-Pulignani, Il codice di una cronaca municipale, in Il Bibliofilo, IV (1881), pp. 52 s.; Id., Cronaca di Foligno di B.di B. (1198-1341), in Arch. stor. per le Marchee per l'Umbria, II (1885), pp. 317-359; F. Baldaccini, Il Collegio dei giudici e notaiaFoligno e lo statuto del 1346, in Archivi, XXIII (1956), pp. 211-242; Bonaventura magistri Benvenuti, in Repert. fontiumhistoriae Medii Aevi, II, Romae 1967, p. 554.