ZUMBINI, Bonaventura
Letterato, nato a Pietrafitta (Cosenza) il 10 maggio 1836, morto a Bellavista presso Portici il 21 marzo 1916. Autodidatta, insegnò dapprima a Cosenza; nel 1868 si trasferì a Napoli, dove pubblicò il saggio Le lezioni di letteratura del prof. Settembrini e la critica italiana, che attrasse l'attenzione degli studiosi, specialmente del De Sanctis, che lo riconobbe della sua scuola e, pur confutandolo, ne lodò molto le attitudini critiche. Nel 1878, per concorso, in competizione con Vittorio Imbriani, successe alla cattedra del Settembrini presso l'università di Napoli, di cui fu anche rettore. Il 4 marzo 1905 fu nominato senatore.
Il saggio ricordato del '68 e gli altri: La "Palinodia" e i "Paralipomeni" di G. L., Leopardi presso i Tedeschi, Un nuovo libro intorno al Leopardi, Il "Paradiso perduto" del Milton, formarono i Saggi critici del 1876 (Napoli). Pubblicò poi Studi sul Petrarca (Napoli 1878), Il "Filocopo" del Boccaccio (Firenze 1879), Sulle poesie di V. Monti (ivi 1886), Il "Ninfale Fiesolano" di G. Boccaccio (ivi 1896) e altri saggi che furono raccolti nel volume Studi di letteratura italiana (ivi 1894). I saggi sulle letterature straniere, per i quali compì viaggi in Francia, in Inghilterra e in Germania, e che riguardano il Milton, il Bunyan, il Byron, lo Shakespeare, il Fielding, il Klopstock, il Lessing, il Goethe, il Rabelais, ecc., furono compresi nel volume Studi di letterature straniere (ivi 1893) e in quello pubblicato postumo dall'Accademia Cosentina, Studi di letteratura comparata (Bologna 1931). A tali opere bisogna aggiungere W. E. Gladstone nelle sue relazioni con l'Italia (Bari 1914) e gli Studi sul Leopardi (Firenze 1904, voll. 2), che sono il suo migliore lavoro.
Lo Z. godette in vita di larga e alta rinomanza e fu da taluno considerato finanche superiore al De Sanctis; ma la sua opera, severamente criticata da B. Croce già nel 1896, non può dirsi veramente vitale. La critica dello Z., di malcerta struttura teorica e metodologica, volta specialmente allo studio della storia e della qualità del contenuto e perciò alla ricerca di fonti, attinenze e somiglianze, con risultati non sempre originali né così significativi da divenire strumento e origine di successive indagini, si smarrisce per lo più nell'analisi e non arriva quasi mai a cogliere l'essenziale delle opere e degli scrittori. È doveroso tuttavia riconoscere allo Z. larghezza di cultura, onestà di studioso, ricchezza d'interessi e di esigenze critiche, che gli assegnano un notevole posto nella letteratura critica del secondo Ottocento, pur essendo egli restato incerto tra il dominante indirizzo critico positivo e quello desanctisiano.
Bibl.: F. De Sanctis, Settembrini e i suoi critici, in Nuovi saggi critici; F. D'Ovidio, Due critici calabresi, in Saggi critici, Napoli 1878; B. Croce, La critica letteraria, Roma 1896; L. Tonelli, La critica italiana negli ultimi 50 anni, Bari 1914; M. Porena, in Fanfulla della Domenica, 2 aprile 1916; G. Mazzoni, Rapporto alla R. Accad. della Crusca, 1917; G. Checchia, B. Z., in Rass. Naz., 16 ottobre 1917; A. Scalera, B. Z., Napoli 1917; F. Piccolo, La critica contemporanea, ivi 1921; A. Pagano, Saggi e profili di storia leteraria, Nicotera 1932; T. L. Rizzo, B. Z., Reggio di Calabria 1932.