BONCOMPAGNI, Boncompagno
Nacque a Bologna il 13 dic. 1504, secondo figlio maschio - il maggiore, Ugo, fu papa Gregorio XIII - di Cristoforo e Angelica Marescalchi. Le fortune economiche e politiche della famiglia, indubbiamente potenziate poi dal pontificato, erano tuttavia già cospicue per merito di Cristoforo che, nato nel 1470 da umile famiglia di origine umbra, con la mercatura e le attività bancarie aveva saputo raggiungere nella vita bolognese una posizione di grande prestigio, della quale il B., per la scelta ecclesiastica del primogenito, fu il principale beneficiario.
Dopo una giovinezza piuttosto turbolenta (tra l'altro si ricorda, nel 1528, una sua contesa con un G. A. Balli, che fu seriamente ferito), il B. si preparò a succedere al padre sia come capo della famiglia, e quindi responsabile delle fortune economiche di essa, sia come esponente politico cittadino. Il 5 febbr. 1540 il cardinale G. Ferreri, legato pontificio, rinnovò in suo favore alcuni privilegi economici di cui già godeva Cristoforo; il 22 marzo 1542 Paolo III lo costituì "regolatore del Monte parziale de Studi di Bologna", esentandolo poi da tutti i dazi, il 15 dicembre dello stesso anno, "come figlio di Cristoforo"; papa Farnese, l'11 genn. 1544, gli attribuì anche il titolo ereditario di conte palatino. L'ascesa del fratello nella carriera ecclesiastica doveva più tardi coronare questi titoli e privilegi con la massima dignità cittadina: su istanza del cardinale Boncompagni, infatti, il 18 genn. 1569 Pio V attribuì al B. il seggio senatorio che era stato già del conte Alamanno Isolani. Nello stesso anno venne anche eletto gonfaloniere di giustizia, una carica che gli fu rinnovata nel 1577. Anche dal punto di vista patrimoniale il B. non trascurò di incrementare il lascito paterno: l'archivio della famiglia testimonia innumerevoli operazioni di compravendita di terreni da lui realizzate, tra le quali si ricorda almeno una importante permuta, il 2 nov. 1552, con l'abate commendatario del convento bolognese di S. Stefano.
L'elezione al pontificato del fratello, nel 1572, trasformò il prestigio cittadino del B. in una vera egemonia: al punto che due governatori pontifici, entrati in conflitto con lui, dovettero rinunciare al loro mandato. Ma oltre a ciò, e ai benefici che i suoi figli Cristoforo e Filippo ne ricavarono nella loro carriera ecclesiastica, il B. trasse ben pochi vantaggi diretti dall'alta situazione del parente. Gregorio XIII infatti, pur personalmente incline all'indulgenza nepotistica, doveva tener conto della severa tradizione tridentina instaurata in Curia dal predecessore, Pio V, e fu costretto a limitarsi nelle sue effusioni familiari, tanto più che doveva provvedere al proprio figlio Giacomo e a vari nipoti ecclesiastici; toccò pertanto al B. di essere prescelto come esempio della rigorosa virtù del papa, al punto che questi si rifiutò ripetutamente di ammetterlo a corte: un atteggiamento giudicato con grande compiacimento e pietà da molti biografi di Gregorio XIII, mentre altri avanzano l'ipotesi di un passato contrasto, peraltro non accertato, tra il pontefice e il Boncompagni. Questi comunque non smise mai di lamentarsi per il sussidio di 100 scudi mensili - effettivamente assai modesto - concessogli dal fratello, neppure sufficiente alle spese di rappresentanza cui lo costringeva la sua qualità di congiunto del papa.
Miglior fortuna gli riservò il pontificato di Sisto V, che il 22 giugno 1585 gli assegnò il governo di Fermo, il 19 dic. 1586 la carica di capitano di Budrio e l'11 luglio 1587 lo confermò nel numero dei quaranta senatori bolognesi. Il B. morì a Bologna in questo stesso anno 1587.
Aveva sposato Cecilia Bargellini, dalla quale ebbe Girolamo, nominato cavaliere dell'Ordine di S. Michele da Enrico III di Francia nel 1586, successo al padre nella dignità senatoria, sei volte gonfaloniere di giustizia, inviato ambasciatore a Innocenzo IX nel 1591; Angela, sposata al conte Girolamo Pepoli; Cristoforo arcivescovo di Ravenna; Filippo cardinal nepote di Gregorio XIII.
Fonti e Bibl.: Arch. Segr. Vat., Boncompagni, prot. 9, nn. 4 s., 77; prot. 588, n. 25; prot. 591, n. 6; prot. 699, n. 29; prot. 600, n. 46; prot. 627, n. 11; P. Tiepolo, Relazione di Roma 1576, in E. Alberi, Le relazioni degli ambasciatori veneti, s. 4, Firenze 1857, p. 221; G. P. Maffei, Annali di Gregorio XIII, I, Roma 1742, pp. 314 s.; L. von Pastor, Storia dei papi, IX, Roma 1929, pp. 29 s.; L. von Ranke, Storia dei papi, Firenze 1959, pp. 316, 382; P. Litta, Le famiglie celebri italiane s. v. Boncompagni di Bologna, tav. I.