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Zambeccari, Bonfigliolo di Giovanni

di Andrea Ciotti - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Zambeccari, Bonfigliolo di Giovanni

Andrea Ciotti

Notaio e libraio bolognese (sec. XIV), detto Chirolo, Cirolo e Irolo, appartenne a una famiglia che fu successivamente annoverata tra le più illustri e le più nobili di Bologna; già all'età sua, comunque, i membri di essa avevano ottenuto l'accesso alla cosa pubblica. Ascritto (1320) al Consiglio generale del Popolo insieme con Ugolino dalle Quercie, fu ai Memoriali dei notai bolognesi soltanto una volta, nel 1310, e sul proprio registro trascrisse la ballata dantesca Donne, i' non so di chi mi prieghi Amore con non poche scorrettezze e varianti che caratterizzano questa interessante tradizione dell'opera dantesca.

Era allora assai giovane e notaio soltanto da due anni; al culto di D. fu probabilmente stimolato dal padre Giovanni di Cambio che fu tra la fine del sec. XIII e il primo trentennio del XIV in Bologna rinomato libraio, quale fu, del resto, almeno per alcuni anni, il medesimo Bonfigliolo. Questi nel 1324 fu in relazione con il Petrarca, allora studente in Bologna.

Può essere utile ricordare che la famiglia Z. ebbe casa e bottega nella parrocchia di Sant'Isaia, ove abitarono pure i Bambaglioli, con i quali strinse anche vincoli di parentela.

Bibl. - G. Livi, D., suoi primi cultori, sua gente in Bologna, Bologna 1918; ID., D. e Bologna, ibid. 1921; Barbi-Pernicone, Rime 667-668.

Vocabolario
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
pan di sèrpe
pan di serpe pan di sèrpe locuz. usata come s. m. – Nome comune delle erbe note in botanica come gigaro.
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