CHALLANT, Boniface de
Nacque in Val d'Aosta intorno alla metà del sec. XIV da Aimon signore di Fénis e da Fiorina Provana dei conti di Leynì. Sembra che facesse il suo apprendistato in Francia al servizio di Olivier de Clisson, luogotenente del connestabile du Guesclin, ma ciò è riferito soltanto dalla Chronique de la maison de Challant, redatta un secolo più tardi. Come il padre, di cui fu il vero successore alla corte dei Savoia, lo Ch. fu inizialmente uomo di guerra, e poi diventò un importante protagonista della politica savoiarda.
Cominciò a farsi notare nella campagna del 1372, allorché il conte Amedeo VI, diventato tutore con Ottone di Brunswick dei figli di Giovanni II del Monferrato, si scontrò colle pretese dei Visconti: la principale azione dello Ch. fu lo sblocco di Asti, dove Ottone era assediato dai capitani milanesi. Da allora la presenza dello Ch. alla corte di Savoia risulta più continua: lo si vede assistere, nel 1378, al giuramento di fedeltà che Amedeo d'Acaia, uscito di minorità, prestò ad Amedeo VI per prendere possesso del proprio Stato. Nello stesso anno veniva già impiegato in negoziati, o almeno fece parte di un'ambasceria: incontrò a Genova Ottone di Brunswick, cui gli inviati sabaudi espressero preoccupazione per la recente conquista di Asti da parte di Galeazzo Visconti, e poi con Iblet de Challant si recò a Ferrara per assoldarvi la compagnia di S. Giorgio di Alberico da Barbiano in favore del papa avignonese Clemente VII. Ma i due arrivarono troppo tardi: il papa romano, Urbano VI, li aveva preceduti aggiudicandosi i servigi del capitano. L'anno seguente lo Ch. si trovava ad Avignone, dove Clemente VII era appena arrivato e dove probabilmente si preparavano le trame che avrebbero dovuto assicurare a Luigi d'Angiò la successione al Regno di Napoli. Tale progetto, che preoccupava Amedeo VI, fu occasione per lo Ch. d'un'ambasceria presso Bernabò Visconti, allorché si seppe che la regina Giovanna e Ottone di Brunswick erano stati fatti prigionieri dal pretendente Carlo di Durazzo (ottobre 1381). Peraltro lo Ch. partecipò alla spedizione organizzata da Luigi d'Angiò, con l'appoggio di Bernabò Visconti e del Conte Verde, contro Carlo di Durazzo: nel gennaio 1383 comandava la piazza di Montesarchio, dove s'era ritirato il contingente savoiardo.
Col governo di Bona di Borbone e di Amedeo VII i membri dei diversi rami della famiglia Challant s'inserirono ancora più stabilmente nei meccanismi dell'amministrazione savoiarda. Nel 1384, forse nel corso della campagna contro i Vallesi, cui partecipò insieme con la maggior parte dei vassalli, lo Ch. fu nominato maresciallo di Savoia: una carica le cui attribuzioni non erano ben definite (più tardi Gaspard de Montmayeur porterà tale titolo contemporaneamente allo Ch.), ma che lo configurava tra i responsabili dell'organizzazione militare savoiarda. Così fu delegato nel 1386 a trattare con Luigi II d'Angiò il regolamento delle spese sostenute da Amedeo VI nel corso della spedizione napoletana, e nel 1390-1391 ispezionò le piazzeforti della contea. Dopo la morte di Amedeo VII gli Challant si schierarono con il partito di Bona di Borbone, che mandò lo Ch. in Piemonte a difendere i suoi diritti contro le pretese che l'improvvisa scomparsa del Conte Rosso aveva fatto rinascere. Fu in questa occasione che, egli si scontrò con le truppe di Facino Cane che occupavano la contea di Masino: ma i risultati delle operazioni furono scarsi, e la situazione si stabilizzò solo dopo un accordo tra Gian Galeazzo Visconti e Luigi d'Orléans, che aveva appena preso possesso del suo nuovo ducato d'Asti. Non è facile precisare l'esatta posizione dello Ch. nel momento in cui, essendo stata Bona di Borbone scalzata di fatto dal potere, la tutela di Amedeo VIII passò a Odon de Villars, sotto l'egemonia del duca di Borgogna. Può darsi che, abbandonata la vecchia contessa, abbia aderito al partito del nuovo padrone: infatti, con lettera emanata nel 1394, Amedeo VIII gli concesse i titoli di consigliere comitale e di maresciallo di Savoia.
Nel corso del regno effettivo di Amedeo VIII la fortuna degli Challant toccò il culmine e i figli dello Ch. furono colmati di benefici e di cariche. Intanto le operazioni militari continuavano: a Chieri e a Chiaverano nel novembre 1397, e soprattutto a Nizza nel 1399. La ribellione dei Grimaldi, privati da un concorso di circostanze del loro titolo di siniscalchi di Nizza, rischiava di far perdere ai Savoia il possesso di quello sbocco sul mare: lo Ch. fu nominato il 4 febbraio luogotenente e commissario, e l'azione brutale delle truppe savoiarde finì per convincere gli avversari ad accettare una tregua. Lo Ch. partì da Nizza nel luglio, lasciando ad altri l'incarico di negoziare la riconciliazione.
Dal 1401 riprese la lotta contro Facino Cane in Piemonte dove dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti si erano risvegliate le ambizioni savoiarde e lo Ch. ebbe gran parte nelle operazioni militari, che però furono dirette dal bastardo Umberto di Savoia. In seguito i principali compiti dello Ch. furono non già militari, bensì diplomatici: dal 16 luglio 1405 egli (suo figlio era cancelliere) era stato nominato consigliere "segreto e particolare" di Amedeo VIII, e il conte lo impiegò spesso in missioni. In particolare l'intervento crescente di Amedeo negli affari francesi ebbe in lui uno dei principali intermediari: lo Ch. fu impegnato in questa politica sino al 1416, se non oltre. Anche se nel 1409 ebbe parte nell'incursione che i Savoiardi fecero contro Giovanni di Borbone, conte di Clermont, per il possesso della signoria di Beaujeu, lo Ch. non partecipava più alle operazioni militari: si limitò a fare un grosso prestito ad Amedeo VIII per assoldare le truppe che combatterono contro il marchese di Saluzzo, che ancora una volta rifiutava l'omaggio ai Savoia (1413). Ormai la fortuna dello Ch. si era considerevolmente accresciuta, in parte forse grazie alle numerose castellanie di cui ebbe l'amministrazione: ebbe quella di Chambéry dal 1386 al 1419, ma in periodi diversi tenne anche quelle di Ambronay, Varey, Gex e Bard.
Fu membro dell'Ordine del Collare dal 1405. Morì, secondo l'obituario della certosa di Pierre-Châtel, il 21 maggio 1426. Le sue spoglie furono portate in Val d'Aosta e sepolte ad Aosta nella chiesa di S. Francesco.
Fonti e Bibl.: P. du Bois, Chronique de la maison de Challant, a cura di O. Zanolli, in Archivum augustanum, IV (1970), pp. 34-40; J. C.Perrin, Inventaire des archives des Challant, I-IV, Aoste 1971-77, ad Ind., O. Zanolli, Les testaments des seigneurs de Challant, Aoste 1974, pp. 154-167; L. Vaccarone, I Challant e loro questioni per la successione ai feudi dal XII al XIX sec., Torino 1893, tav. IV; G. Carbonelli, Gli ultimi giorni del Conte Rosso e i processi per la sua morte, Pinerolo 1912, ad Indicem; F. Cognasso, Amedeo VIII, Torino 1930, ad Indicem; J. B. de Tillier, Historique de la Vallée d'Aoste, Aoste 1966, p. 146; U. Gherner, Reclutamento di dirigenti,mobilità della corte e circolazione di esperienze nei domini sabaudi, in G. Jaquerio e il gotico internazionale, [Torino] 1979, pp. 104 s.