ANTELMI, Bonifacio (Vitalini Bonifacio)
L’identità questo giurista, di origini mantovane, è rimasta celata fino a tempi recenti sotto il nome di Bonifacio Vitalini da Mantova, personaggio mai esistito (cfr. infra).
Sono ignote le date estreme della vita, che si svolse a cavallo dei secoli XIII e XIV; tuttavia Antelmi nacque verosimilmente ante 1270. Dopo essere stato, infatti, giudice collaterale del podestà di Siena nel secondo semestre 1299 (nel primo era stato giudice a Siena Alberto da Gandino), fu giudice e assessore di Massa Marittima per il primo semestre dell’anno 1300 (il luogo si legge correttamente nei manoscritti del trattato da lui scritto, mentre le edizioni riportano Mantova); e lo statuto del Comune maremmano (rubrica 1) imponeva un’età superiore ai trenta anni tra i requisiti per l’elezione del giudice e assessore del Comune. La sua carriera proseguì negli anni successivi, con la carica di difensore del Comune di Perugia nel 1304, e di Maggior Sindaco del Comune di Siena nel secondo semestre del 1306.
Fu autore di un trattato di diritto e procedura penale, finora creduto della metà del Trecento, ma composto fra lo scorcio del Duecento e i primi del Trecento (in alcuni manoscritti è datato 1300 e 1301) e dunque contemporaneamente all’analogo trattato di Alberto da Gandino. Il trattato contiene riferimenti a Siena, ma specialmente a Massa Marittima (per la quale reca un’interessante citazione dottrinale della corporazione dei minatori e metallurgi) e a Firenze.
Il falso nome Vitalini si diffuse a partire dall’edizione Milano 1499 del suo trattato. In realtà la forma cognominale presente nei manoscritti è per lo più «de Antelinis» o «de Antellinis»; d’altronde a Mantova è ricordata la casata degli Antelmi fra XII e XIII secolo; e un «donnus Bonifacius de Antelmis» risulta in documenti del 1277 e del 1280. La storpiatura era forse già presente nel manoscritto del quale si servirono gli stampatori oppure dipese da una loro errata lettura. Le numerose edizioni che si susseguirono per tutto il Cinquecento consolidarono la forma scorretta Vitalini; sotto questo nome, a partire dall’edizione Lione 1522, venne pubblicata anche la Lectura Clementinarum del cardinale Bonifacio Ammannati. Dall’edizione Milano 1522 e fino all’edizione Venezia 1598, il trattato dell’Antelmi fu pubblicato insieme ai trattati penalistici di Angelo Gambiglioni e di Alberto da Gandino.
Si ignora, come sopra accennato, la data di morte.
D. Maffei, Giuristi medievali e falsificazioni editoriali del primo Cinquecento. Iacopo di Belviso in Provenza?, Frankfurt am Main 1979, p. 2; Id., Profilo di Bonifacio Ammannati giurista e cardinale, in Genèse et débuts du Grand Schisme d’Occident, Paris 1980, pp. 240 s. [rist. in Id., Studi di storia delle università e della letteratura giuridica, Goldbach 1995, pp. 146* s., con addenda pp. 533* s.]; per le edizioni con il Gambiglioni cfr. D. e P. Maffei, Angelo Gambiglioni giureconsulto aretino del Quattrocento. La vita, i libri, le opere, Roma 1994, pp. 96-101; M. Mordini, I collegia metallariorum nella dottrina di diritto comune (secoli XIIex.-XVIin.): riflessioni in margine al Tractatus super maleficiis di Bonifacio Antelmi, in Studi senesi, CXXXI, (2019), f. 3, pp. 639-657.