BONIFACIO da Luri (al secolo Antonio Giuseppe Bernardi)
Nacque a Luri, in Corsica, il 18 genn. 1737 e vesti l'abito dei frati minori cappuccini a Brando, nella stessa isola, il 3 febbr. 1752, facendovi la solenne professione un anno dopo. Continuò gli studi di filosofia e teologia nei conventi della provincia di Bologna, cui fu aggregato il 18 genn. 1771 e dove fu più volte guardiano. Si distinse particolarmente come predicatore, e di questo ufficio risentono i numerosi scritti che pubblicò per lo più anonimi, e che trattarono del rapporto tra filosofia e religione, poi, dal 1789, della polemica cattolica controrivoluzionaria. Morì a Ferrara il 26 dicembre del 1814.
Nel 1776 apparve a Firenze un Elogiodel sommo pontefice Clemente XIV, in cui, discutendo della soppressione della Compagnia di Gesù, che rimaneva l'atto più importante e più discusso di quel pontefice, il B., pur osservando che era stato dettato da uno stato di necessità, l'approvava, accusando la Compagnia di essere stata "causa di scisma nella Chiesa". Affrontava nelle successive operette il rapporto tra filosofia e religione, tentando di trovarne un accordo, ma finendo per porre la prima sotto la tutela della seconda, con La filosofia e la religione, s. l. né d. (1778?), con Il fanatismo, Venezia 1782, e con la Storia filosofica del pregiudizio, Firenze 1784:in esse non manca neppure qualche elogio all'"immortale" Montesquieu. Scoppiata la Rivoluzione francese, il B. dette il suo contributo alla pubblicistica cattolica controrivoluzionaria con gli anonimi Pensieri di un solitario cattolico sopra la rivoluzione di Francia dell'anno 1789, Cosmopoli 1791, con Il Trionfo della religione nelle imprese di S. Antonio di Padova, Ravenna 1792, in cui predomina il motivo della utilità della religione, come difesa dei troni, e con una serie di opuscoli anonimi stampati a Foligno, fucina della propaganda reazionaria, che in tono predicatorio, enfatico e stucchevolmente retorico ricercano le cause dello scoppio rivoluzionario. I colpevoli erano ritrovati nei "filosofi" e nel Necker (ed è forse interessante notare che non addossi alcuna colpa ai giansenisti) col Quadro del fanatismo della rivoluzione di Francia dal 1789 al 1793, Foligno 1793.Nelle Riflessioni politiche e morali su i progressi della rivoluzione di Francia, Foligno 1794, era precisato meglio, sulle tracce del Barruel, lo schema della "congiura" diretta a distruggere la religione cattolica e a far trionfare l'anarchia: ma le conseguenze orrende di essa vanno al di là, secondo il B., del desiderio e dell'immaginazione degli stessi Voltaire, Diderot, d'Alembert, Rousseau, e divengono punizione divina per la corruzione dei costunti, che nella Francia era seguita al diffondersi della moderna "filosofia". Negli anni successivi videro la luce una traduzione dal francese, Lettere sopra la filosofia del secolo XVIII, Foligno 1795, e Il regno della Chiesa, Foligno 1796.
Bibl.: Sigismondo da Venezia, Biografia serafica..., Venezia 1846, p. 822; Giovanni Maria da Ratisbona, Catalogus scriptorum Ordinis minorum S. Francisci Capuccinorum, Roma 1852, pp. 16-17; A. Zawart, The history of Franciscan preaching and Franciscan preachers (1209-1927)..., in Franciscan studies; VIII, New York 1928, p. 551; Donato da San Giovanni in Persiceto, Biblioteca dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Bologna (1535-1946), Budrio 1949, pp. XX, 113-122; Dict. d'Hist. et Géogr. Ecclés., IX, coll. 956 s.