BONIFACIO II papa
Figlio di Sigisvulto e quindi di razza germanica, con forma inusitata in Roma, da arcidiacono era stato da Felice IV suo predecessore designato a succedergli. Anzi a quest'atto papa Felice aveva dato una grande solennità e l'aveva fatto sanzionare dal clero e dal senato. Morto Felice IV il 22 settembre 530, si formarono due partiti: una sessantina di preti con parte del senato nominò papa nella basilica Costantiniana il diacono Dioscoro, che s'era reso illustre specialmente sotto i papi Simmaco e Ormisda; il partito contrario si raccolse nella basilica Giulia, ch'era in altra parte del Laterano, intorno a Bonifacio. Tanto Dioscoro quanto Bonifacio furono subito consacrati. Sembrava fosse scoppiato così uno scisma irrimediabile, ma Dioscoro dopo 28 giorni morì ed i suoi partigiani aderirono tosto a Bonifacio. Egli volle da loro una solenne ritrattazione stesa in atto pubblico; poi in un sinodo solenne a San Pietro annunciò la sua determinazione di scegliere per suo successore il diacono Vigilio e fece firmare ai presenti un atto con cui si obbligavano a riconoscere il designato. Però in una nuova assemblea, alla quale partecipò anche il senato, gettò sul fuoco il decreto precedente, riconoscendo d'essere andato troppo oltre (531). Egli approvò i canoni del concilio di Orange, tenuto nel luglio 529, che ebbe tanta importanza nella storia delle controversie sulla grazia ed era diretto contro coloro che furono chiamati più tardi col nome di semi-pelagiani. Bonifacio morì il 17 ottobre 532, e fu sepolto nella basilica vaticana; governò la chiesa due anni e 26 giorni.
Bibl.: Duchesne, L'Église au VIe siècle, p. 143 segg.; Liber Pontificalis, ed. Duchesne, CCLXI, p. 281; Grisar, Roma alla fine del mondo antico, Roma 1930, pp. 322, 334.