BONIFACIO
Alcune testimonianze a lui contemporanee lo presentano fra i protagonisti del rinnovamento della Curia romana nel periodo che precede immediatamente e prepara il pontificato di Gregorio VII. Accanto a Umberto di Silva Candida, a Pier Damiani, all'arcidiacono Ildebrando, B., cardinale vescovo di Albano, appare fra le figure di maggior rilievo di quel collegio cardinalizio che proprio allora, a partire dal pontificato di Leone IX, veniva assumendo un ruolo sempre più preciso e sempre più decisivo nel governo della Chiesa. Ma di lui nonci è pervenuta nessuna opera scritta, e la sua attività si deve ricostruire da accenni sparsi nelle varie fonti e dalle sue sottoscrizioni a documenti pontifici.
Leone IX aveva rinnovato i quadri della Curia chiamandovi personalità non romane e non italiane: anche per B. è stata avanzata l'ipotesi di un'origine straniera, germanica, ma non si hanno elementi per confermarla (non si può d'altra parte ritenere sicura nemmeno l'indicazione di Benzone, che lo dice "de Apulia"). Ugualmente priva di fondamento è l'altra notizia, presente nella storiografia erudita, della sua appartenenza alla famiglia dei conti di Tuscolo.
Che il ruolo di B. in Curia fosse tutt'altro che trascurabile risulta dal fatto che le poche testimonianze che possediamo su di lui riguardano soprattutto i momenti delle trattative per Pelezione di tutta una serie di pontefici: toccano cioè i momenti nodali - particolarmente delicati e agitati da tensioni con la corte tedesca da una parte e con le forze locali romane dall'altra - del periodo. Così, alla morte di Leone IX (1054), è B. - secondo la testimonianza di Benzone d'Alba - a recarsi con Umberto di Silva Candida e Ildebrando in Germania, per trattare con Enrico III della scelta del nuovo papa, che sarà Gebardo di Eichstätt, ossia Vittore II (cfr., su tale legazione, G. Miccoli, in Bibl. Sanctorum, VII, col.300 sub voce Gregorio VII). Nel 1057 poi, fu B., che era stato presente alla morte subitanea di Vittore II avvenuta ad Arezzo, il 28 luglio, a portame a Roma la notizia, e dovette quindi svolgere un ruolo decisivo nella affrettata elezione (2 agosto) al trono pontificio di Federico di Lorena cardinale ed abate di Montecassino, che prese il nome di Stefano IX (cfr. Krause, pp. 58 s.).
Stefano IX veniva anch'egli ben presto a morte, a Firenze, il 29 marzo 1058. Mentre a Roma, sotto l'azione delle forze locali, si procedeva ad eleggere al pontificato Giovanni di Velletri (Benedetto X), il gruppo dei cardinali riformatori - fra cui B. - si rifiutava di riconoscere l'elezione avvenuta e attendevano il ritorno di Ildebrando, occupato allora in una legazione in Germania, per eleggere poi, riunitisi a Siena, Gherardo vescovo di Firenze, che avrebbe preso il nome di Niccolò II: anche in questo caso la polemica testimonianza di Benzone addita come organizzatori dell'azione i "monaci sarabaiti" Ildebrando, Umberto e Bonifacio.
Fino alla fine dell'anno B. rimase presso il neoeletto in Toscana: nel dicembre 1058 lo assisteva nella consacrazione di Iulitta, figlia del marchese Ugo, a badessa del monastero di S. Ilario in Fiesole (A. Thaner, Papstbriefe, in Neues Archiv, IV [1879], pp. 401 s.). Solo nel gennaio 1059 Niccolò II riusciva ad essere intronizzato in Roma. Nel maggio vi celebrava il sinodo da cui uscì il famoso decreto che regolava l'elezione al pontificato: e B. lo sottoscriveva per primo, prima ancora di Umberto e di Pier Damiani. B. seguì ancora il papa nel suo viaggio nell'Italia meridionale, nell'agosto, e a Firenze alla fine di quell'anno; nel gennaio del 1060 gli era accanto in occasione della consacrazione della basilica di S. Lorenzo. A Niccolò II egli era certo particolarmente legato, e su di lui dovette esercita renotevole influenza, stando all'espressione di Pier Damiani, che definisce B. e Umberto di Silva Candida "acutissimi et perspicaces... oculi" del papa (Migne, Patr. Lat., CXLIV, col. 211). Anche Pier Damiani era unito a B. da vincoli di amicizia, come risulta dalla corrispondenza, e gli dedicò un opuscolo, il Contra clericos aulicos.
Durante il pontificato di Alessandro II il nome di B. continua a comparire nelle sottoscrizioni ad atti papali fino al 15 maggio 1070 (F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, II, Venetiis 1717, col. 829). Non conosciamo la data della morte, da porsi sotto il pontificato di Alessandro II, e probabilmente nel 1072, dato che in un elenco di vescovi defunti, inserito da Gundecaro nel suo Liber Pontificalis Eichstetensis e disposto almeno approssimativamente in ordine cronologico, il nome di B. figura fra quelli di Berengario di Besançon e di Pier Damiani, ambedue morti in quell'anno.
Fonti e Bibl.: Per le sottoscrizioni di B., oltre a quelle già citate nel testo, v.: G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, IV, Venezia 1846, pp. 47 s.; Vietoris II Epistolae, in Migne, Patr. Lat., CXLIII, coll. 829 ss.; Stephani IX Epistolae,ibid., col. 871;Nicolai II Epistolae,ibid., coll. 1328 ss., 1331, 1334 ss.; Alexandri II Epistolae,ibid., CXLVI, coll. 1306 ss., 1325 ss.; J. Pflugk-Harttung, Acta Pontificum Romanorum inedita, II, Stuttgart 1884, pp. 84 s., 93 s., 118;P. F. Kehr, Italia Pontificia, VI, 1, Berolini 1913, p. 344 n. 3;VIII, ibid. 1935, p. 251 n. 19; Chronica monasterii Casinensis, a cura di W. Wattenbach, in Monumenta Germaniae Historica,Scriptores, VII, Hannoverae 1846, pp. 686, 692 s.; Gundechari Liber Pontificalis Eichstetensis, a cura di L. C. Bethmann, ibid., p. 249;Petrus Damiani, Epistolae, in Migne, Patr. Lat., CXLIV, coll. 211, 259 s., 442 s.; Id., Opuscola,ibid., CXLV, coll. 463-472; Benzo episcopus Albensis, Ad Heinricum IV imperatorem libri, a cura di K. Pertz, in Mon. Germ. Histor.,Scriptores, XI, Hannoverae 1854, p. 671; Bonizo episcopus Sutrinus, Liber ad amicum, a cura di E. Dümmler, in Mon. Germ. Hist.,Libelli de lite, I, Hannoverae 1891, p. 589;H.-W. Klewitz, Die Entstehung des Kardinalkollegiums, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgesch., Kan. Abt., XXV (1936), p. 163(ora anche in Reformpapsttum und Kardinalkolleg, Darmstadt 1957, p. 116);H. L. Mikoletzky, Bemerkungen zu einer Vorgeschichte des Investiturstreites, in Studi Gregoriani, III, Roma 1948, p. 275;G. B. Borino, L'arcidiaconato di Ildebrando,ibid., pp. 491, 496 n. 93, 497, 512 ss.; R. Davidsohn, Storia di Firenze, I, Firenze 1956, pp. 314 s., 317, 322;F. Dressler, Petrus Damiani: Leben und Werk, Roma 1960, pp. 59, 118, 124 s., 274;H.-G. Krause, Das Papstwahldekret von 1059 und seine Rolle im Investiturstreit (Studi Gregoriani, VII), Roma 1960, pp. 59, 118, 124 n., 274;L. Spätling, De mutatione cardinalatus Romani saeculo undecimo, in Antonianum, XLII (1967), p. 13.