BONINO da Milano
Mancano gli estremi biografici di questo scultore operoso in Dalmazia dal 1412, ma che il nome e l'opera dimostrano appartenere alla cerchia dei campionesi e che probabilmente fu tra i molti che tra la fine del secolo XIV e gli inizi del seguente operarono nel duomo di Milano.
Del 1412 è il primo documento che si riferisce a B.: riguarda lavori non precisati nella cattedrale di Curzola (Fisković, 1939), dove gli si può attribuire (Prelog) il portale principale che presenta, insieme con elementi romanici, motivi decorativi gotici già apparsi nel duomo di Milano.
Nel 1417 e nell'anno seguente B. è a Ragusa e lavora nella chiesa di S. Biagio (distrutta nel 1667; Fisković, 1954). Nel dicembre 1422 gli fu commissionato, sempre a Ragusa, un ballatoio in pietra per il palazzo che il governo della città donò al voivoda bosniaco Sandalj Hranić (Čorović). Nella stessa città gli si può attribuire (Prelog) la cornice esterna del portale meridionale, romanico, della chiesa dei domenicani, e la "colonna di Orlando" nella piazza principale.
Nel 1427 firmava ("M. Boninus de Milano...") e datava la "cappella" di S. Doimo nella cattedrale di Spalato (dopo varie manomissioni è stata ricostruita nel 1958: Fiskovič, 1958) dove ancora una volta, assieme ai caratteri di un gusto gotico ormai maturo nei capitelli e nelle parti decorative le figure presentano intonazioni più arcaiche. Probabilmente dopo questo lavoro B. andò a Sebenico dove fin dal 1402 era stata presa la decisione di costruire la nuova cattedrale: nel 1429 lavorava nella chiesa dei SS. Nicolò e Benedetto (oggi S. Barbara); era occupato a scolpire il portale maggiore della cattedrale (iniziata - dopo la sua morte - nel 1431; i costruttori impiegheranno a loro piacere le sue sculture e decorazioni sia nel portale occidentale sia in quello settentrionale), quando morì di peste nel maggio 1429 (Kolendić, 1928).
In un libro delle cedole testamentarie del capitolo di Sebenico datato 2 marzo 1433 (Stošić) B. è citato come "primus magister ecclesie nove Sancti Iacobi", appellativo che conferma la sua paternità per le sculture delle porte del duomo, ma il seguito del documento "fuit civis mediolanensis" chiarisce che era già morto (Kolendić, 1924).
Per un'analisi dei caratteri stilistici di questo scultore - da non confondere con Bonino da Campione (Karaman) -, che probabilmente fu a capo di una bottega data la grande produttività e il ripetersi di soluzioni fondamentalmente uguali, si veda lo studio del Prelog che gli attribuisce anche altre opere a Pirovać.
Bibl.: Un recente studio completo con ampia bibl. è quello di M. Prelog, Le opere dalmate di "M. Boninus de Milano", in Arte lombarda, VII (1962), 2, pp. 36-48; si veda inoltre: V. Čorović, Palaća Sandala Hranića u Dubrovniku (Ilpalazzo di Sandalj Hranić a Ragusa), in Narodna Starina, II(1923), 6, pp. 263 s.; P. Kolendić, Šibenska Katedrala... (1430-1441)(La cattedrale di Sebenico), ibid., III (1924), 8, pp. 154-75; Id., Je li Bonin iz Milana radio na Šibenskoj Katedrali? (Bonino da Milano ha lavorato alla cattedrale di Sebenico?), in Strena Buliciana, Zagreb 1928, pp. 467-470; L. Karaman, Umjetnost u Dalmacii (L'arte in Dalmazia), Zagreb 1933, pp. 29-42, passim; C. Fiskoviâ, Korčulanska Katedrala (La cattedrale di Curzola), Zagreb 1939, p. 75 n. 13; D. Krsto Stošić, Je li Bonin iz Milana radio na Šibenskoj Katedrali? (Bonino da Milano ha lavorato alla cattedrale di Sebenico?), in Viesnik za archeologiju i historiju Dalmatinsku, LII (1935-49), Split 1950, pp. 128-130; C. Fisković, Fragments du style romane à Dubrovnik, in Archeologica Jugoslavica, I, Beograd 1954, pp. 130, 131, 137; Id., Novinalazi u splitskoj Katedrali (Nuovi ritrovamenti nella cattedrale di Spalato), in Bulletin Instituta za likovne umjetnosti JAZU u Zagrebu, VI (1958), 2, pp. 81-101; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 300 (con ult. bibl.).