bontà (bontade; bontate)
Ricorre in tutte le opere canoniche di D. e nel Fiore, con la frequenza più alta nel Convivio.
Nel suo primo significato, la qualità di " essere buono " particolarmente in senso morale, come virtù che consiste essenzialmente nell'aspirare al bene in senso assoluto, e nel volere e procurare il bene degli altri, è presente in Vn XXII 2 con ciò sia cosa che... questa donna fosse in altissimo grado di bontade; Rime CVI 146 Oh cotal donna pera / che sua biltà dischiera / da natural bontà; Cv I ll 6 nel volere e nel non volere nostro si giudica la malizia e la bontade; IV 11, III VII 14, IV XL 10; If XIX 2 O Simon mago, o miseri seguaci / che le cose di Dio, che di bontate / deon esser spose, e voi rapaci / per oro e per argento avolterate; Pd XIII 58, XXXI 83 di tante cose quant'i' ho vedute, / dal tuo podere e da la tua bontate riconosco la grazia e la virtute. In Cv I IX 5, III VIII 3, XI 11 si ha la specificazione b. de l'anima (o de l'animo), in Pd VII 108 bontà del core.
Con gli aggettivi divina o prima è attributo di Dio: Cv III VII 2 Ove è da sapere che la divina bontade in tutte le cose discende, e altrimenti essere non potrebbero; ma avvegna che questa bontade si muova da simplicissimo principio, diversamente si riceve, secondo più e meno, da le cose riceventi. Onde scritto è nel libro de le Cagioni: " La prima bontade manda le sue bontadi sopra le cose con uno discorrimento "; e anche VI 9, IV XXI 8, XXII 4; in altri casi; le espressioni b. prima, divina, somma, infinita, indicano Dio stesso: Cv IV V 3 Volendo la 'nmensurabile bontà divina l'umana creatura a sé riconformare; v 17, IX 3 la prima bontade, che è Dio; XXIII 4, If XI 96, Pg III 122 la bontà infinita ha sì gran braccia, / che prende ciò che si rivolge a lei; Pd VII 64 e 109, XXIX 59 Quelli che vedi qui furon modesti / a riconoscer sé da la bontate / che li avea fatti a tanto intender presti; XXXI 6.
In Rime LVII 7 [Amore] tragge tutta bontate / a sé come principio c'ha possanza, e XC 48 tutt'altra bontate lieva principio de la tua altezza, ha il valore di " cosa buona ", mentre in If VIIII 47 Quei fu al mondo persona orgogliosa; / bontà non è che sua memoria fregi, e Pd XIX 128 Vedrassi al Ciotto di lerusalemme / segnata con un i la sua bontate, / quando 'l contrario segnerà un emme, è più precisamente, in senso concreto, " azione, opera buona ".
Le accezioni di " capacità ", " potenza ", " valore ", " virtù ", " pregio ", " eccellenza ", " perfezione ", proprie in particolare della lingua antica, hanno esempi in Vn VII 4 7 Amor, non già per mia poca bontate, / ma per sua nobiltate, / mi pose in vita sì dolce e soave; Rime XCI 83 Canzon mia bella, se tu mi somigli, / tu non sarai sdegnosa / tanto quanto a la tua bontà s'avvene; Cv IV II 11 qui si prende valore' quasi potenza di natura, o vero bontade da quella data; VII 7 per accorgimento e per bontade d'ingegno; XIX 5 riluce in essa [stella] le corporali bontadi, cioè bellezza, fortezza e quasi perpetua valitudine; XX 2 e così la vertù è una cosa mista di nobilitade e di passione; ma perché la nobilitade vince in quella, è la virtù dinominata da essa, e appellata bontade; If XI 48 spregiando natura e sua bontade; Pd XXXIII 21 In te misericordia, in te pietate, / in te magnificenza, in te s'aduna / quantunque in creatura è di bontate; Fiore CCLX 4 e quella, che dottava sua minaccia, / già s'apparecchia a mostrar sua bontate; altri esempi in Rime XCI 56; Cv I I 14, IV 3, IX 6, X 7, 8, 9 e 12, XII 3, 8 (due esempi), 12 e 13 (due esempi), XIII 1, II X 5 e 9, XI 4 (tre esempi), 5 (due esempi) e 8, III II 4 (due esempi) e 8, VI 10, 11 (due esempi) e 12, VII 5, XII 8, XV 10, IV Le dolci rime 121 (ripreso in XVI 2 e XXIII 1), 17, XIV 11 (due esempi), XX 10, XXI 1 (due esempi), XXIX 7 e 10; Pd II 136 e 148, V 20, XXV 66, XXVI 30, XXVIII 67.
Ancora con questo significato, si ha il diminutivo scherzoso-ironico bontaduzza nel sonetto a Sennuccio del Bene (Rime dubbie VI 11): credendo avessi alcuna bontaduzza.