BOOKMAKER
. Questo vocabolo inglese, che significa letteralmente "colui che fa il libro", è stato tradotto in italiano con la parola "allibratore". Si chiamano bookmakers coloro che accettano, sia prima sia durante le riunioni, scommesse a quota fissa per le varie corse. I bookmakers sorsero in Inghilterra con lo svilupparsi dello sport ippico nel sec. XVIII; sono poi comparsi in tutti i paesi dove sono in voga le corse di cavalli. La loro attività oggi si esplica anche al difuori degl'ippodromi: nei campi di tiro a volo, nei velodromi, ecc. I bookmakers devono essere almeno in due: uno stabilisce le quote, invita al gioco e accetta le scommesse; l'altro registra sull'apposito libro le somme giocate e quanto si deve pagare per ciascun cavallo in caso di vittoria. Il primo è l'operatore principale e, consultando il libro, deve regolarsi in modo che la somma da pagare su qualsiasi cavallo non sia mai superiore al totale dell'incasso; egli cerca di raggiungere lo scopo abbassando o rialzando la quota secondo le somme impegnate su ciascun concorrente. La quota indica quante volte dev'essere pagata la somma scommessa in caso di vittoria del cavallo su cui si è puntato. Così qu̇ota 8 vuol dire che, puntando L. 10, se ne vincono 80; quota 1, che si vince quanto la puntata; quota 12, che si guadagna metà della somma giocata. Abbassando sensibilmente la quota del cavallo sul quale si raccolgono i favori del pubblico, si viene, per la diminuita convenienza, a far convergere le puntate dei giocatori sugli altri concorrenti, offerti a quote più vantaggiose. Quindi il bookmaker che fa bene il suo libro dovrebbe essere al sicuro dalla perdita con probabilità di guadagno ogni volta che riesca vincitore un outsider (cavallo che si ritiene avere limitate probabilità di successo); ma spesso il bookmaker gioca per suo conto, e, mentre si scopre su qualche cavallo, non offre che a minima quota quello che vuol tenere per sé. Da ciò derivano le vincite e le perdite ingenti che egli fa. Le scommesse possono essere fatte sia sul vincitore che sui "piazzati", sono piazzati i cavalli giunti primo e secondo, se i partenti sono almeno quattro; o primo, secondo e terzo, se i partenti sono più di sette.
In Inghilterra i bookmakers formano una vera corporazione di professionisti; ricevono una licenza dallo stato contro pagamento della prescritta tassa. In Italia invece, debbono ottenere il permesso dall'autorità di pubblica sicurezza; sono scelti dalle società, alle quali pagano una percentuale sugl'introiti per concorrere in equa misura alla costituzione dei premî.