BORACE (fr. borax, soude boratée; sp. bórax; ted. Borax, Tincal, Tinkal, Borsaure Natron, Natriumtetraboratdekahydrat; ingl. borax)
Borato di sodio Na2B4O7 • 10H2O con Na2O = 16,25, B2O3 = 36,62, H2O = 47,13. Cristallizza nella classe prismatica del sistema monoclino con a: b: c: = 1,0995 : 1:0,5629, β = 73°25′, in cristalli prismatici spesso molto grandi con forme abituali {100}, {110}, {010}, {−111}, {−221}, {001}. Durezza = 2-2,5; peso spec. 1,69-1,70. Incoloro, biancastro, talora bluastro, o verdastro, a lucentezza vitrea, o resinosa, translucido, od opaco. Otticamente negativo, piano degli assi ottici perpendicolare a (010); bisettrice acuta = y. Riscaldato sviluppa acqua, al cannello ferruminatorio rigonfia e fonde in una perla incolora, la quale, bagnata con acido solforico, colora la fiamma in verde. Dalle soluzioni di borato di sodio può ottenersi, a temperatura conveniente, un borato pentaidrato, detto anche borace ottaedrico, che in realtà è però esagonale con a : c = 1 : 1,87. Il borace è il fondente per eccellenza; si adopera per saldature fra metalli, smaltature e verniciature a fuoco, nella fabbricazione di porcellane e cristallami, flint, vetri di Jena, ecc. È saponificatore di acidi grassi e ha impiego nell'industria dei cappelli e del corame, in fotografia, come disinfettante, ecc. Veniva prima estratto da alcuni laghi salati del Tibet e messo in commercio (non purificato) con il nome di tinkal (o tincal) e se purificato (a Venezia) con quello di borace veneziano. Se ne hanno giacimenti importanti in Nevada, California (Borax Lake), Perù (Arequipe), in piccola quantità è presente in molte acque minerali, in quantità talora notevoli in bacini lacustri, in alcuni dei quali come a Ladak (India), al Tibet, in Cina, ecc., si trova già parzialmente depositato. Su vasta scala si fabbrica partendo da acido borico, come a Larderello (Pisa), o da borati naturali come ulexite, colemanite, pandermite.