BORACITE (fr. magneśie boratée; sp. boracita; ted. Kubische Quarz, Krystalle, Borazit; ingl. borate of magnesia, massive boracite of Stassfurtit)
Borato di magnesio Mg7Cl2B16O30, che può considerarsi derivato da acido H2B2O, (8 molecole) per sostituzione di 14 atomi d'idrogeno con 7 atomi di magnesio, e con 2 atomi di cloro al posto dei due idrossili; alcuni ne scrivono la formula 3Mg2B4O4 • MgCl2B4O6. Composizione chimica: MgO = 26,98; MgCl2 = 10,62; B2O3 = 62,40. Dur. = 7; peso spec. = 2,9-3. Si presenta per il solito in cristalli isolati (rari in gruppi) che hanno forma apparentemente monometrica (classe esachistetraedrica), con le facce del tetraedro {111} generalmente lisce, quelle dell'altro tetraedro {1−11} appannate e non piane; a {111} e }1−11} si accompagnano quasi sempre {100}, {110} (v. fig.); più rare {211}, {531}. Le forme delle figure di corrosione e il contegno ottico fecero ritenere al Mallard e ad altri che i cristalli di boracite fossero mimetici; ciascun cristallo sarebbe costituito da subindividui biassici disposti in modo che, se si considera la forma monometrica {110}, ciascuno dei dodici subindividui avrebbe la base corrispondente ad una faccia del rombododecaedro e il vertice al centro del cristallo complessivo. In ogni subindividuo il piano degli assi ottici è parallelo alla diagonale maggiore del rombo di base e la bisettrice negativa normale alla faccia esterna. Il sistema cristallino può essere ritenuto trimetrico (emimorfico) o monoclino. Certo si è che i cristalli di boracite mostrano una struttura lamellare, per disposizione di lamelle parallele a (110), o a facce tetraedriche, e che, quando vengono riscaldati, si nota la sparizione di alcune delle lamelle esistenti e la comparsa di altre. Al di sopra di 265° le sezioni diventano monorifrangenti, assumono cioè contegno in armonia con l'abito esterno dei cristalli, e si mantengono tali fino alla fusione; si può ritenere perciò un sistema enantiotropo formato da una fase monometrica e da una biassica trimetrica o monoclina. Per riscaldamento la boracite si elettrizza polarizzandosi, funzionando le facce di {111}, spolite, da polo antilogo, quelle di (1−11), scabre, da analogo; è anche piezoelettrica. Non ha sfaldatura visibile; la frattura è concoide. Si ritrova anche massiccia e fibrosa; generalmente di colore biancastro con tendenza al grigio, al giallo, al verde, con lucentezza vitrea tendente all'adamantino; trasparente, translucida. Fonde con difficoltà al cannello ferruminatorio, colorando la fiamma in verde, ribollendo e dando luogo a una perla chiara a caldo, torbida e fibrosa a freddo; solubile in acido cloridrico. Alla varietà massiccia di boracite, ritrovata nei giacimenti saliferi di Stassfurt, fu dato il nome di stassfurtite, a quella fibrosa, che si riscontra nell'interno di molti cristalli, quello di parasite. Si ritrova specialmente in cristalli nel gesso e nell'anidrite a Kalksberg e Schildstein presso Lüneburg, a Segeberg presso Kiel, presso Westeregeln nel Magdeburgo, a Lunéville, La Meurthe, ecc.; in cristalli e massiccia a Stassfurt.