BORBONE, Carlo di, principe di Capua
Nato a Palermo il 10 ott. 1811, secondogenito di Francesco duca di Calabria (poi Francesco I, re delle Due Sicilie) e di Maria Isabella, dopo aver seguito - senza molto profitto - i primi studi con mons. Agostino Olivieri, fu avviato alla carriera militare. Ebbe dal padre alti incarichi nel settore della marina, in parte riconfermatigli, dopo il novembre 1830, dal fratello Ferdinando II, che lo nominò viceammiraglio e "aiutante generale di S. M." per l'armata di mare. Nel marzo-giugno 1829 il governo napoletano mise innanzi la sua candidatura al trono greco, che sfumò per l'opposizione del Metternich; parimenti rientrò sul nascere, nel 1831, una candidatura al trono belga. Del "fratello del nuovo re, dieci volte peggiore di lui" - come scriveva il Settembrini - si parlò spesso a Napoli come di un possibile rivale di Ferdinando II. Certo, fra Ferdinando II e il fratello i rapporti furono sempre tesi; e allorché, nell'inverno del 1835, il B., amante della vita brillante e frequentatore della società inglese di passaggio per Napoli, si innamorò di una irlandese, Penelope Smith, e nel gennaio dell'anno seguente abbandonò il Regno con lei, fu senza dubbio eccessiva la reazione del sovrano che tentò in ogni modo in vari stati d'Europa di impedire che fosse celebrato il matrimonio dei fuggiaschi. Comunque, le nozze poterono aver luogo a Gretna Green (Scozia), e Palmerston, il quale era imparentato con la famiglia Smith, divenne il protettore d'ufficio della giovane coppia. Ma mai Ferdinando - anche se più tardi, con decreto del 27 febbr. 1847, fu indotto a concedere a Penelope Smith il titolo personale di duchessa di Villalta e quello di duca di Villaformosa al piccolo Francesco nato da quell'unione nel marzo 1837 - volle dimenticare e perdonare il fratello, che dal canto suo gli procurava dall'esilio ogni imbarazzo possibile. La vita nomade del principe - egli fu non solo in Inghilterra, ma in Prussia, in Belgio, in Francia, in Spagna e a Malta -, alcune sue malaccorte iniziative finanziarie nel settore industriale, le inframmettenze del governo inglese in suo favore, le voci di suoi continui contatti, specialmente nel soggiorno di Malta, con esuli siciliani, tennero deste per lungo tempo le cancellerie europee. E invano Carlo Ludovico, duca di Lucca, che era affezionatissimo al cugino e ne condivideva i gusti e la mania dei viaggi, e la regina madre Isabella si intromisero per sanare il disaccordo: Ferdinando II fu inesorabile; né diverso fu il contegno assunto, nei riguardi dello zio, dal giovane re Francesco II. Si comprende perciò come nel 1860 il principe aderì clamorosamente al nuovo governo italiano, dal quale, però, tentò invano di ottenere la liquidazione delle esagerate somme già richieste al governo borbonico e provenienti dagli appannaggi confiscatigli da oltre un ventennio nella contea di Mascali in Sicilia. Vittorio Emanuele II acconsentì solamente al ritorno in patria dell'esule, che, giunto a Torino, vi morì il 22 aprile 1862.
Alle cure dei Savoia restarono affidati la vedova (morta nel dicembre 1882), a cui venne riconosciuto il titolo di principessa di Capua, e i due figli, Vittoria Augusta, nota per la sua immensa generosità e morta nel 1895, e Francesco Paolo, sopravvissuto fino al 1918alla pazzia che lo aveva colto cinquanta anni prima. A disposizione della sfortunata famiglia fu posta dalla casa reale sabauda la villa di Marlia in Lucchesia.
Fonti e Bibl.: F. A. Gualterio, Gli ultimi rivolgimenti italiani, IV, Napoli 1862, pp. 317 ss.; R. De Cesare, Matrimoni sull'incudine, in Il Mattino (Napoli), 12 maggio 1912; E. Re, La corona del Belgio a un Borbone di Napoli, estratto, Napoli 1932; R. Moscati, La candidatura del principe C. di B. al trono greco, estratto, Napoli 1932; I. Arcuno, Vita d'esilio di C. di B. principe di Capua, in Samnium, V (1932), pp. 188-201; VI (1933), pp. 89-105; R.Moscati, La questione greca e il governo napoletano, in Rass. stor. del Risorg., XX (1933), pp. 21-49, passim;A. Caracciolo di Torchiarolo, La disavventura matrimoniale di C. di B. principe di Capua, in Samnium, VIII (1935), pp. 101-140; A. Archi, Gli ultimi Asburgo e gli ultimi Borboni in Italia, Bologna 1965, pp. 373-426. Documenti sulle questioni economiche relative al B. e i suoi eredi sono nell'Archivio storico del ministero degli Esteri in Roma. Si veda anche la bibliogr. alla voce Borbone, Alfonso di.