BORBONE, Luigi Maria di, conte d'Aquila
Nato a Napoli il 19 luglio 1824 da Francesco, duca di Calabria (poi Francesco I) e da Maria Isabella di Spagna, entrò giovanissimo nella marina napoletana e sposò a Rio de Janeiro il 28 apr. 1844 la principessa imperiale del Brasile, Maria Januaria, sorella di Pedro II. Viceammiraglio e presidente del Consiglio dell'ammiragliato, dopo l'allontanamento dal regno del fratello Carlo, finché fu vivo Ferdinando II egli fu sempre ritenuto un esponente della camarilla reazionaria di corte, malgrado i suoi rapporti con noti pittori di tendenza liberale, quale ad esempio F. S. Altamura, che egli aiutò nella sua fuga dopo le vicende del 1848. Alla morte del fratello volle però rifarsi una verginità politica, cercando, insieme con Leopoldo conte di Siracusa, di spingere il nipote Francesco II a seguire i consigli di Napoleone III, associandosi al movimento italiano e unendosi con il Regno di Sardegna. Attraverso l'ambasciatore francese a Napoli, A. Brénier, egli avviò contatti con i liberali e nei, giugno 1860 fu tra i più decisi fautori del ripristino della costituzione. Ma quando Garibaldi si accinse allo sbarco in Calabria, essendosi ricreduto sulla buona fede del ministro dell'Interno Liborio Romano, egli, in un estremo tentativo di salvare la dinastia, cercò di spingere Francesco II a formare un nuovo ministero guidato da Pietro e Girolamo Ulloa, allo scopo di riorganizzare le forze fedeli al regime borbonico, proclamare la legge marziale a Napoli ed espellere gli stranieri muniti di passaporto piemontese. Sparsasi la voce di una congiura reazionaria che sarebbe stata capeggiata dal B. stesso - di cui peraltro non si hanno prove pienamente attendibili - fu facile a Liborio Romano sbarazzarsi di lui, costringendolo il 14 agosto ad abbandonare il Regno, col pretesto di una missione in Inghilterra, per provvedere ad acquisti di naviglio per la marina napoletana.
Stabilitosi a Parigi, da cui si allontanò soltanto per un breve viaggio a Roma nel 1862, il B. rimase in buoni rapporti con la famiglia reale.
Fin da giovane, studiando pittura con lo Smargiassi e ispirandosi alla maniera della scuola di Posillipo, egli aveva rivelato buone tendenze artistiche. Nell'esilio egli si dedicò assiduamente alla pittura, subendo l'influsso dei paesaggisti francesi ed esponendo i suoi quadri, vivamente apprezzati, in non poche mostre, e soprattutto nella grande esposizione del 1878.
Morì a Parigi il 5 marzo 1897.
Lasciò eredi che - nati dal matrimonio morganatico del suo primogenito Luigi con una americana, M. Amelia Hamel (20 marzo 1869) - riconobbero l'unità d'Italia, ricevendo da Umberto I la conferma del titolo di conti di Rocca Guglielma.
Fonti e Bibl.: Archivio Borbone,Invent. sommario, I, Roma 1961, ad Indicem; R.Moscati, La fine del Regno di Napoli. Docum. borbonici..., Firenze 1960, passim; Le relazioni diplomat. fral'Austria e il regno delle Due Sicilie, s. 3, II (22 maggio 1859-19 febbr. 1861), a cura di R. Moscati, Roma 1964, pp. 33, 37 s., 101, 141, 150, 153, 156 ss., 192, 195; A. Zazo, La congiura del conte d'Aquila, in Ricerche e studi storici, II, Benevento 1939, pp. 272-286; H. Acton, Gliultimi Borbonidi Napoli (1825-1861), Milano 1962, ad Indicem; G. Maresca, IBorboni conti d'Aquila,poi contidi Roccaguglielma, in Rivista araldica, LXVII (1969), p. 137; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, II, p.51 (ad vocem Aquila, Louis de Bourbon).