Bowne, Borden Parker
Filosofo statunitense (Leonardville, New Jersey, 1847 - Boston 1910). Studiò a New York, a Parigi e poi in Germania (Halle e Gottingen), dove si avvicinò alle tesi di Lotze. Fu prof. presso l’univ. di Boston. Metodista convinto, B., a partire dall’iniziale opposizione alle tesi di Spencer, sviluppò un personalismo (Personalism, 1904) polemico verso il naturalismo evoluzionista e il mentalismo fissista, considerati come «impersonalismi». La «personalità» non deriva né dall’evoluzione né dall’astrazione, ma dall’esperienza vissuta. La persona è un «io sostanziale», uno spirito la cui sostanzialità è anteriore alla distinzione fra soggetto e oggetto, come anche alla relazione dell’io con gli altri io e con gli oggetti. Nella persona umana, però, tale spirito è finito, e proprio tale finitezza induce a riconoscere la «persona suprema» del creatore, l’unica a essere completa e perfetta. La persona, sia divina sia umana, è connotata dalla libertà che, nell’uomo, è imperfetta poiché limitata dagli accidenti introdotti dalla corporeità. Il mondo naturale finito è determinato finalisticamente dalla volontà della persona infinita. Fra le sue opere: Metaphysics (1882), Philosophy of theism (1887), The theory of thought and knowledge (1897).