BORGOMASTRO (ted. Bürgermeister)
Così, a cominciare dalla fine del sec. XII, è chiamato il capo del consiglio cittadino nelle città tedesche (nella forma latina magister civium). La prima menzione certa è per Strasburgo, fra il 1198-1201. Vi potevano essere anche parecchi borgomastri alla testa di un consiglio cittadino. Al contrario dello sculdascio o dell'avvocato (Vogt) la carica di borgomastro fu sempre soltanto elettiva, riserbandosi - comunemente - il signore della città il diritto della conferma, non quello della nomina. Spettavano al borgomastro, oltre al compito di presiedere il consiglio cittadino (Stadtrat), anche funzioni di polizia, specialmente annonaria, la sorveglianza sui pesi e sulle misure e la tutela del piccolo commercio. In molte città tedesche, specie in quelle che erano già state centri urbani nell'epoca romana (come nelle città renane), il borgomastro deriva direttamente dalla trasformazione delle funzioni del primo degli scabini.
Il titolo si è conservato nelle città del Reich tedesco e dell'Austria tedesca e in sostanza corrisponde, giuridicamente, e a prescindere dalle differenze delle diverse legislazioni, a quello che era il sindaco in Italia, ed è il maire in Francia e il Mayor in Inghilterra. In Germania la sua posizione e l'estensione dei suoi poteri sono varie, secondo gli statuti delle singole città: p. es. in Prussia sono eletti per 12 anni, altrove per un periodo minore; comunemente il borgomastro è il presidente della giunta comunale (Gemeindevorstand, Magistrat), ma nella Prussia occidentale è l'organo esecutivo, insieme con i funzionarî comunali, del consiglio comunale, senza l'interposizione di una giunta (Bürgermeistereiverfassung). I borgomastri mantengono, di solito, le funzioni di polizia locale, o per speciale privilegio della città (Württemberg) o per delega del potere centrale (Prussia).