BORIS III re dei Bulgari (VII, p. 493)
Il matrimonio con Giovanna di Savoia (25 ottobre 1930) gli diede modo di entrare in contatti più frequenti con gli ambienti di governo italiani e i suoi incontri con Mussolini orientarono sempre più la sua mente verso una soluzione di autorità della crisi interna del suo paese, dove la pressione delle forze di sinistra aveva acquistato in vigore e complotti e attentati caratterizzavano la scena politica. L'avvento del nazional-socialismo al potere in Germania lo incoraggiò nella stessa direzione. Il 19 maggio 1934 compì un colpo di stato, sciogliendo il Sobranje (Parlamento) e instaurando un governo personale. Ciò non valse a pacificare il paese, che accentuò la sua instabilità politica e la sua tensione sociale; i continui mutamenti di ministeri e la recrudescenza degli attentati mostrarono l'insufficienza di una soluzione, che annullava il distacco della funzione di sovrano dalle competizioni dei partiti e identificava la reggia con una politica determinata. All'interno, re B. instaurava un governo di tipo autoritario, quale si generalizzava allora in Europa e, nei rapporti internazionali, si orientava verso un cauto accostamento al programma revisionista di Hitler e Mussolini. In questa politica ebbe tuttavia a rivelare una certa flessibilità d'azione e doti d'energia. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la sua posizione di equilibrio si spostò sempre più verso la solidarietà con le potenze dell'Asse, pagando l'annessione alla Bulgaria della Dobrugia e della Tracia con l'adesione al Tripartito. Malgrado evitasse la rottura dei rapporti con l'Unione Sovietica, in considerazione dell'orientamento dell'opinione pubblica bulgara, pose il paese in una situazione d'isolamento. Morì improvvisamente a Sofia, al ritorno da un incontro con Hitler, il 28 agosto 1943, quando la dinastia era già in difficoltà di fronte allo sviluppo della guerra e alla lotta aperta dei partiti d'opposizione.