BORKU (Borkou: A. T., 109-110-111)
Il Borku è la regione di oasi che, al margine del gran bacino chiuso del Ciad, a 900 chilometri circa a NE. del lago, separa gli alti monti desertici del Tibesti dagli altipiani stepposi dello Ennedi. Il primo europeo che lo visitò fu il tedesco Nachtigal nel 1871. I Senussiti di Cufra vi si stabilirono nel 1901, e di là fecero continue incursioni verso la regione del Ciad. I meharisti francesi del Kanem, nelle loro spedizioni punitive, avanzarono più volte sino ai confini del paese, che finalmente (1913-1914) fu occupato dal colonnello Largeau. Attualmente il Borku forma, insieme con l'Ennedi, una delle circoscrizioni militari della colonia del Ciad, la quale dipende dal Governo generale dell'Africa Equatoriale Francese. Le nostre cognizioni geografiche su questa contrada sono divenute più precise e in parte si sono modificate, per merito del colonnello J. Tilho, primo capo della circoscrizione e per due volte incaricato d'una missione dall'Istituto di Francia. Il Borku è un insieme di pianure e di altipiani poco elevati, costituiti da arenarie disposte in strati orizzontali, la cui età silurica è chiaramente indicata dai fossili. La loro superficie è cosparsa di creste e di monticelli ruiniformi, spesso sepolti sotto la sabbia accumulata. L'esistenza in qualche punto di concrezioni, che sono delle antiche lateriti, prova che il clima, ora desertico, anticamente, e, senza dubbio, nell'epoca quaternaria, fu assai più umido. Parimenti, una rete di depressioni ramificate e confuse, allungate più o meno parallelamente a colline che variano dai 200 ai 350 m. s. m., rappresentano le valli e la zona di spandimento dei corsi d'acqua che scendevano dal Tibesti. A sud del Borku e sotto il livello dell'attuale lago Ciad, nella regione che il colonnello Tilho chiama i Paesi bassi del Ciad, tali acque si univano a quelle provenienti dal sud, per formare immense paludi; queste, pur essendo oggi prosciugate, conservano ancora, per la loro umidità sotterranea, alcuni pascoli per i cammelli. Anche nelle depressioni del Borku l'acqua si trova a poca profondità sotto le sabbie, e affiora talvolta in piccoli stagni permanenti, ora salsi, ora dolci e pescosi (Unianga). Per mezzo di pozzi a bilanciere, essa viene agevolmente sollevata fino al livello dei giardini, dove, all'ombra delle palme, crescono cereali, pomodori o cipolle in piccola quantità; particolare importanza ha la coltivazione dei datteri. Vi sono tre gruppi principali di oasi: la rue de palmiers, quasi ininterrotta, che si estende per 70 km. da Aïn Galakka, sede dell'antica zauia senussita, a Faya, centro del comando francese; le oasi di Tigui, di Bedo e di Yarda; infine, al limite dei desolati altipiani del deserto di Libia, quelle di Gouro e di Ounianga. Sono queste tuttavia oasi di poca importanza, giacché la popolazione totale della circoscrizione Borku-Ennedi supera di poco i 10.000 abitanti. I proprietarî di quei giardini sono Tibbu (vale a dire abitanti del Tibesti, chiamati anche Goranes e Dazas). Essi hanno la pelle nera, ma non presentano nessuno dei tratti caratteristici dei Negri, dai quali si distinguono anche per la resistenza straordinaria e per il perfetto adattamento alla vita del deserto. Mirabili allevatori di cammelli e, insieme, predoni inveterati, dall'agosto al gennaio vanno errando nei Paesi bassi del Ciad, che costituiscono i loro itinerarî tradizionali; e fanno poi ritorno nel Borku per il raccolto dei cereali e per quello successivo dei datteri. La terra viene coltivata o dai Kamadjas, Negri d'origine sudanese, che un tempo erano schiavi, o da tribù sedentarie di razza tibbu, ch'erano più o meno soggette ai nomadi, prima dell'occupazione francese.
Bibl.: G. Nachtigal, Sahara und Sudan, II, Berlino 1881; J. Ferrandi, Description du Borkou méridional, in Bulletin de la Société de Géographie commerciale de Paris, XXXVI (1914), pp. 523-558; id., L'occupation du Borkou et de l'Ennedi (Renseignementes coloniaux et documents publiés par le Comité de l'Afrique Française), Parigi 1914, p. 289-317; J. Tilho, Esquisse géographique du Tibesti, du Borkou et de l'Ennedi, in Comptesrendus de l'Académie des Sciences, Parigi 1919, CLXVIII, pp. 1081-1085; A. Lacroix et J. Tilho, Esquisse géologique du Tibesti, du Borkou, de l'Erdi et de l'Ennedi; les formations sédimentaires, ibid., pp. 1169-1174, con i fig. e una carta a 1 : 500.000; J. Tilho, L'exploration du Sahara oriental, in La Géographie, XXXVI (1921), pp. 295-317, con una carta a 1 : 2.000.000; Lavit, La Colonie du Tchad en 1923 (Renseignements coloniaux et documents publiés par le Comité de l'Afrique française), Parigi 1924, pp. 117-129, 204-210; 232-241, 255-256.