borsa valori
Mercato regolamentato in cui vengono scambiate, attenendosi alla legge della domanda e dell’offerta, valute estere e titoli mobiliari ammessi alla quotazione, secondo norme che disciplinano ufficialmente tutte le operazioni di negoziazione, i rapporti fra gli operatori e le tipologie contrattuali ammesse. Le regole riguardano i requisiti dei titoli, la fissazione del prezzo, e le modalità di pagamento e di trasferimento del titolo. Le operazioni di acquisto e di vendita sono controllate da un organo di vigilanza che verifica il corretto funzionamento del mercato. In Italia tale organo è la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (➔ CONSOB), fondata nel 1974; fra i suoi compiti vi è anche la definizione del calendario di b., che stabilisce i giorni di chiusura, quelli relativi agli adempimenti di ogni liquidazione e gli orari delle contrattazioni.
Il termine ‘borsa’ trae origine dal nome della famiglia di mercanti veneti Della Borsa, nel cui palazzo di Bruges si riunivano, fin dalla metà del 16° sec., mercanti e banchieri per scambiare titoli di credito, monete estere o merci in arrivo da paesi lontani. Nella seconda metà del secolo si svilupparono altri mercati nelle città di Anversa, Lione, Tolosa, Amburgo, Londra e Parigi. Le prime vere b. in cui scambiare solo valori mobiliari, cioè titoli e monete estere, risalgono al 18° secolo. Nel 1724 nacque la B. di Parigi e nel 1792 il New York Stock Exchange (NYSE), attualmente la b. v. più importante del mondo per capitalizzazione e volume di scambi. In Italia, le prime b. v. furono fondate nella seconda metà del Settecento in numerose città (la più antica a Trieste nel 1775); la separazione delle b. merci (➔) dalle b. mobiliari avvenne solo a partire dal 1913, anno in cui fu promulgata una legge (nota con il nome di Legge fondamentale), che definiva le regole di funzionamento della b. e che rimase in vigore per oltre 80 anni.
Tra la fine degli anni 1980 e l’inizio di quelli 1990 sono state introdotte nuove figure di intermediazione, come le Società di Intermediazione Mobiliare (➔ SIM), e sono state approvate le leggi che regolamentano i fondi comuni di investimento. In particolare, nel 1996 è stata estesa a tutti i titoli quotati la b. telematica, che ha sostituito la cosiddetta contrattazione ‘alle grida’, consistente nel gridare i prezzi ai quali i traders erano disposti a vendere o ad acquistare i titoli, finché non trovavano un altro intermediario disposto a fare da controparte. Fra gli intermediari, era chiamato courtier un commissario di b. non autorizzato a operare nel parquet (parte della sala riunioni della b. v. riservata agli intermediari autorizzati) e courtage era la commissione a esso dovuta. Gli attuali mercati di b. v. sono sistemi integrati di reti telematiche dedicate, cui gli intermediari specializzati o anche i singoli investitori accedono con ordini d’acquisto o vendita on-line, in tempo reale. Gli algoritmi di funzionamento delle reti rendono operative le procedure ammesse e danno esecuzione agli ordini. Specifici circuiti telematici sono aperti nelle b. v. per le contrattazioni che si svolgono after hours, dopo la chiusura dell’attività diurna. Per tali contrattazioni si usa anche la locuzione ‘dopolistino’ o ‘dopoborsa’.
Fra le operazioni di b., oltre agli scambi telematici, si registrano anche le Offerte Pubbliche di Acquisto (➔ OPA) e di Vendita (➔ OPV), in cui un ampio numero di azioni viene acquistato o venduto a un unico prezzo.
In generale, l’indice di b. è un numero che sintetizza l’andamento complessivo di un intero mercato di riferimento, costruito di volta in volta con opportune medie ponderate. In quanto tale, si contrappone agli indici parziali, rappresentativi soltanto di un numero limitato di titoli, classificati in base a uno specifico criterio, e agli indici settoriali, selezionati in base a una determinata area merceologica e/o geografica. Il Dow Jones di New York, per es., è un indice azionario che rappresenta l’andamento dei principali 30 titoli quotati nel mercato statunitense NYSE. Questo indice non è legato ad alcun settore specifico: il suo paniere, infatti, include titoli appartenenti a diversi settori produttivi, sia tradizionali sia della new economy. Vi sono poi anche indici di b. riservati alle azioni di imprese che operano in specifici settori dell’economia e indici per tipi di titoli. Il NASDAQ 100, per es., è l’indice riferito alle 100 società non finanziarie a elevata capitalizzazione quotate sul mercato statunitense che operano nei settori dell’informatica, dell’elettronica avanzata, di internet, delle telecomunicazioni. In Italia, dopo la fusione della B. Italiana con il London Stock Exchange e la conseguente formazione del London SE Group, il FTSE-MIB, operativo dal 1° giugno 2009, è il più significativo indice azionario della B. Italiana. Racchiude le azioni delle 40 maggiori società italiane ed estere quotate sui mercati gestiti da B. Italiana e rappresenta all’incirca l’80% della capitalizzazione del mercato azionario italiano, che a dicembre 2009 era pari a circa 655 milioni di dollari. A fine 2011, a due anni dalla fusione, la capitalizzazione complessiva del London SE Group ammontava a oltre 3,2 miliardi di dollari (in calo del 9,6% rispetto al dicembre 2010), mentre per es. quella della Deutsche Börse a quasi 1,2 miliardi (−17,2%), del NYSE Euronext (US) a circa 11,8 miliardi (−11,9%), del Hong Kong Exchanges a oltre 2,2 miliardi (−16,7%). Per quanto concerne il numero di società quotate sui rispettivi mercati, sempre a fine 2011 (rispetto al dicembre 2010), si registravano 2886 società (−2,7%), 746 (−2,5%), 2308 (−0,4%), 2291 (−0,1%).