BOSCOLI, Giovanni, detto Giovanni della Fontana o Nanni da Montepulciano
Figlio di Tommaso, scultore, nacque a Montepulciano intorno al 1524 (in una lettera del 28 maggio 1588 dice di essere "di anni 64 circa": Ronchini, p. 174). Il Vasari, nella descrizione delle opere del Primaticcio, ci dà notizia della prima attività del B. come stuccatore, al seguito del Vasari stesso, nel palazzo Vecchio di Firenze. Nel 1563 il B. era a Roma, dove il 7 luglio riceveva un pagamento, sempre in qualità di stuccatore (Bertolotti). Il 17 maggio 1564 venne segnalato da Giulio de' Cavalieri a Ottavio Farnese duca di Parma che intendeva erigere una grande fontana nel giardino del casino. Il B. dovette recarsi subito a Parma, perché già il 22 agosto gli venne fissato uno stipendio mensile di 20 scudi: nel novembre 1565 la fontana (dalla quale egli derivò il soprannome) era già ultimata. Fino alla morte rimase al servizio dei Farnese: per conto del duca viaggiò (1567) in cerca di plasticatori a Firenze, Montepulciano e Città di Castello, e poi (1574-75) a Roma. In una lettera del 6 giugno 1574 (Ronchini) il B. illustrava al duca i lavori cui stava attendendo: essi erano, oltre la sistemazione e l'abbellimento del palazzo, del casino e del giardino ducale, la riparazione e la sistemazione del convento di S. Giovanni Evangelista e i lavori alle due residenze ducali di Collecchio e di Fornovo, di cui aveva dato i disegni. Nel 1575 Ottavio Farnese fece demolire le mura di Fidenza per realizzare una fortezza secondo i criteri della più aggiornata scienza militare: questi lavori, condotti con grandissima rapidità, furono diretti dal B., insieme col parmigiano F. Testa e col bolognese E. Mangini, e alla fine del marzo 1576 erano già terminati.
Nel 1583 il B. iniziò la sua opera più nota, il "corridore" che doveva servire di collegamento tra il palazzo ducale e il castello della Rocchetta. I lavori vennero interrotti alla morte di Ottavio (1586) e solo nel 1588 il B. riuscì a farsi nuovamente assumere (Ronchini, pp. 175 s.); riprese i lavori del "corridore" (che sotto Ranuccio venne completato, ma alterato), dedicandovisi fino alla morte, avvenuta il 2 sett. 1589. Le esequie furono celebrate a spese del duca, e il B. fu sepolto nella chiesa di S. Pietro Martire.
Il Ronchini informa che nel 1570 il B. aveva sposato Eustachia Cocconi Tarugi da Montepulciano. Dei suoi figli, Ottavio fu tenuto a battesimo da Ranuccio Farnese, alla cui tutela venne affidato dal B. nel suo testamento del 12 genn. 1586; fu l'erede di Simone Moschini, che aveva sposato la vedova del B., e dalle sue nozze con Isabella Riccardi nacque nel 1612 Gian Simone, detto anche egli Moschino, che fu architetto militare e civile e nominato marchese di Ravarano nel 1688; morì il 15 genn. 1701. Figlio di Gian Simone e Domitilla de' Conti fu Lelio, letterato e protonotario apostolico.
Fonti eBibl.: G. Vasari, Le vite..., a cura di G. Milanesi, VII, Firenze 1881, pp. 422 s.; A. Ronchini, G. B. e la Pilotta, in Atti e mem. delle RR. Deputazioni di st. patria per le prov. modenesi e parmensi, VII (1874), pp. 165-179; A. Bertolotti, Artisti urbinati in Roma prima del sec. XVIII, Urbino 1881, p. 22; Id., Artisti bolognesi... in Roma, Bologna 1886, p. 88; Parma, Museo d'Antichità, E. Scarabelli Zunti, Memorie e docc. di Belle Arti Parmigiane, mss. 103, 104, ad voces (anche per Gian Simone); P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, pp. 220 s.; P. Donati, Nuova descriz. della città di Parma, Parma 1824, p. 142; A. Parigi, Not. del card. Roberto Nobili, Montepulciano 1836, p. 113; A. Terzaghi, Gli architetti della Pilotta, in Aurea Parma, XLII (1958), pp. 71-79 passim;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 393.