Bostichi (Bostici)
Famiglia magnatizia fiorentina, ricordata da Cacciaguida in Pd XVI 93 nell'esposizione che fa delle casate del suo tempo: e vidi così grandi come antichi ... e Soldanieri e Ardinghi e Bostichi.
I B. appaiono già grandi al momento della scissione di Firenze tra guelfi e ghibellini; avevano case intorno al Mercato Nuovo, nel sesto di Borgo, per quanto siano anche citati nel sesto di S. Pancrazio. Aderenti a Parte guelfa, nel 1247 parteciparono a un'insurrezione provocata dal sospetto atteggiamento di Federico di Antiochia che aveva messo il campo presso Firenze per appoggiare i ghibellini della città. Durante il predominio di questi ultimi i B. (1248) furono esiliati con molte altre famiglie guelfe; rientrarono nel 1250 per essere di nuovo banditi dopo la battaglia di Montaperti (1260). Tornarono definitivamente in città con l'affermarsi della causa guelfa con Carlo d'Angiò, e da allora la fortuna della famiglia fu in continua ascesa. Nell'ambito delle lotte tra magnati, che permisero l'avvento al potere della Parte popolare con Giano della Bella, i B. erano opposti ai Foraboschi, con cui si pacificarono solo nel 1317. All'epoca dell'accordo tra Cerchi e Adimari (1298) i B. entrarono in questa alleanza, e da allora la famiglia si scisse politicamente, militando alcuni per Parte bianca, altri per Parte nera; ma senza compromettersi mai troppo; infatti alla venuta di Carlo di Valois erano ancora nel pieno del potere, che conservarono ancora per anni. E in questa occasione i loro soprusi e ruberie si incrementarono, favoriti dalla confusione del momento: le loro case e botteghe di Mercato Nuovo divennero luogo di tortura per tutti coloro che avessero qualcosa da perdere in favore dei B., tanto che in Firenze si diceva che oltre alle corti del podestà e del capitano vi era anche quella dei Bostichi. In seguito le fortune della famiglia cominciarono a declinare: " Questi sono al presente di poco valore e di poca dignitade " (Ottimo).
Bibl. - Notizie sui B. in G. Villani, Cronica IV 13, V 39, VI 33, 79, VIII 1, 39; D. Compagni, Cronica II 20. Si veda inoltre: N. Ottokar, Il comune di Firenze alla fine del Dugento, Torino 1962, 79; G. Salvemini, Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295, Milano 1966, 27, 44 50, 51, 54; Davidsohn, Storia, passim.