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BOTANICA

di Carlo Avetta - Enciclopedia Italiana (1930)
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BOTANICA (dal gr. βοτάνη "erba, pascolo" e, per estensione, "pianta"; fr. botanique; sp. botanica; ted. Botanik, Pflanzenkunde; ingl. botany)

Carlo Avetta

La botanica (detta anche fitologia) è quella branca della biologia che studia sotto tutti i loro aspetti i vegetali, tanto viventi quanto fossili. Le piante, che adornano più o meno tutte le regioni del nostro globo, non poterono far a meno di attirare l'attenzione degli uomini fin dai tempi più remoti. I Babilonesi gli Egiziani, i Greci furono i primi studiosi delle piante, e Aristotele, Teofrasto, Dioscoride hanno fatto in questo campo pregevoli osservazioni. Ma nell'antichità le piante furono per lo più studiate con l'intento pratico della loro utilizzazione terapeutica, e questo modo unilaterale di considerare il mondo vegetale durò a lungo, dando origine a strambe e cervellotiche speculazioni, copiose specialmente nelle opere del Medioevo. Solo più tardi, nel Rinascimento, si venne all'osservazione diretta della natura, e le piante, cresciute intanto considerevolmente di numero anche e soprattutto per la scoperta dell'America, cominciarono ad essere studiate per sé stesse e descritte, cercando di classificarle secondo le loro naturali affinità. Per la storia della botanica v. anatomia vegetale; fisiologia vegetale; classificazione dei vegetali.

Quindi senza fare qui la storia dello sviluppo della botanica descrittiva, anche solo a cominciare da Andrea Cesalpino (1519-1603) sino a Carlo Linneo (1707-1778), conviene richiamare l'attenzione sul grandissimo impulso che ricevette lo studio delle piante dalla fondazione degli orti botanici nei secoli XVI e XVII, anche se essi si limitarono allora alla coltivazione dei semplici o piante medicinali. Anche a questo riguardo l'Italia può essere considerata la culla della botanica, poiché il più antico degli orti botanici fu fondato nel 1533 dalla Repubblica veneta a Venezia e successivamente un secondo nel 1545 presso lo studio di Padova, a cui tennero dietro, nel 1549, l'orto botanico dell'università medicea di Pisa, che ebbe per primo direttore l'Anguillara e, nel 1568, quello dell'università di Bologna sotto la direzione di Ulisse Aldrovandi, che ebbe a successore Andrea Cesalpino.

La botanica, essendo diventata col tempo una scienza di vastissima estensione, può esser divisa in numerose branche, indicate con nomi particolari, secondo gli aspetti sotto cui si considerano le piante. Essendo esse, al pari degli animali, organismi vivi, il loro studio fa parte della scienza degli esseri viventi, la biologia (v.), e ne costituisce quella branca che si chiama biologia vegetale. Come tale la botanica studia le piante sotto tre aspetti generali: il morfologico, il fisiologico e il sistematico. La morfologia studia la forma esterna e interna, o struttura, del corpo vegetale e dei suoi membri, allo stato adulto ovvero nel loro sviluppo ontogenetico. La fisiologia indaga le funzioni vitali che si compiono nei detti membri del corpo, i quali assurgono per essa al grado di organi. La sistematica si occupa di descrivere le piante e classificarle, ossia ordinarle a seconda delle loro naturali affinità e della loro distribuzione geografica.

Per la morfologia e la sistematica possono servire come materiale di studio anche piante morte e opportunamente conservate, mentre l'indagine fisiologica si può compiere soltanto nelle piante in attività di vita.

Ciascuno dei tre suddetti indirizzi generali di studio delle piante è stato poi diviso e suddiviso in numerosi rami, distinti con nomi particolari, a seconda degli aspetti svariati sotto cui le considera. La morfologia vien divisa in esterna ed interna, a seconda che studia la configurazione esteriore dei membri od organi delle piante attuali in stato normale, oppure l'interna struttura di essi.

La morfologia esterna prende il nome di organografia quando si occupa degli organi adulti e quello di organogenia o embriologia quando li considera nel periodo del loro sviluppo ontogenetico. La morfologia interna, più recente perché legata all'invenzione del microscopio composto (Galileo Galilei, 1610) e dei suoi successivi perfezionamenti abbastanza recenti (seconda metà del secolo XIX), si scinde in citologia, istologia ed anatomia secondo che indaga: a) le cellule o organi elementari di cui è composta la pianta; b) le riunioni o complessi di tali cellule, detti tessuti; c) l'assetto o ordinamento dei tessuti stessi e la conseguente struttura del corpo.

La fisiologia o studio delle funzioni, in unione con la morfologia cerca d'indagare i rapporti che i caratteri strutturali e funzionali delle piante hanno tra di loro e con l'ambiente in cui esse vivono: tale indagine va sotto il nome di ecologia.

La nosologia o patologia vegetale è lo studio morfologico-fisiologico delle piante malate, in quanto ne rileva le alterate forme e le alterate funzioni, avvisando agli opportuni rimedì.

La sistematica, mettendo a profitto le conoscenze fornite dalla morfologia e dalla fisiologia, descrive le singole piante (fitografia), le classifica (tassonomia), tenendo conto della loro distribuzione geografica (geografia botanica o fitogeografia o corologia), e se si occupa di piante fossili prende i nomi di botanica fossile o palecfitologia o paleontologia vegetale.

I confronti fra le piante estinte e le attuali e i relativi anelli di congiunzione fra le une e le altre, e quindi i rapporti di parentela lontani onde sono legate tra loro, sono di spettanza della genetica storica, che, quando si esplica con ricerche sperimentali sullo sviluppo ereditario delle forme attuali, prende il nome di genetica sperimentale.

Tutti questi compiti di studio costituiscono la botanica pura o scientifica o teorica; ma quando queste conoscenze teoriche vengono applicate a profitto dell'uomo nelle svariate manifestazioni della sua vita, si ha la botanica applicata: per esempio, la botanica agraria, orticola, medica, la farmacobotanica o farmacognosia, la fitoalimurgia o botanica delle piante alimentari, la patologia vegetale in quanto si occupa di combattere le malattie con opportuni rimedî, la botanica industriale, che tratta degli usi delle piante nelle varie industrie, ecc. Da un altro punto di vista la botanica si può dividere in botanica speciale e botanica generale. La prima studia le singole piante sotto tutti gli aspetti precedentemente ricordati; la seconda invece, comparando le precedenti osservazioni sulle singole piante, stabilisce i caratteri generali del mondo vegetale o dei suoi gruppi principali. La prima si potrebbe quindi chiamare botanica analitica o delle singole piante, la seconda botanica sintetica o dell'organismo pianta.

Bibl.: R. De Visiani, Della origine ed anzianità dell'orto botanico di Padova, Venezia 1839; id., Delle benemerenze dei Veneti nella botanica, Venezia 1854; P.A. Saccardo, Della prima istituzione degli orti botanici e delle cattedre dei semplici in Italia, in Nuovo Giorn. Bot. It., XXIII (1891); J. Sachs, Histoire de la botanique, Parigi 1892.

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