STRAUSS, Botho
Scrittore tedesco, nato a Naumburg/Saale (Assia) il 2 dicembre 1944. Formatosi alla scuola di Francoforte, ha iniziato, in sede di critica teatrale, conformandosi al dettame marxistico del rapporto causale fra eventi politici e prodotti culturali; ma ben presto, disilluso dalle utopie rivoluzionarie, ha capovolto la propria posizione, per cui, pur rimanendo ancorato alla stigmatizzazione di Th.W. Adorno della ragione come strumento di dominio, ne ha derivato in contrasto il rinnegamento della fede illuministica nel progredire della storia, che lascia invece l'uomo depauperato della propria individualità e sconcertato nelle proprie lacerazioni. Non soggetto a richiami intimistici, estraneo quindi alla corrente della ''nuova soggettività'', sin dai primi scritti della sua nuova e più caratterizzante maniera S. si è riallacciato a una tradizione, da tempo non più seguita con tale intensità, d'impianto romantico, con proposte fiabesche, surreali, assurde, in commistione peraltro con elementi realistici, che crea sconcerto e suggestione a un tempo, facendo di lui uno degli scrittori insieme più discussi e più apprezzati della sua generazione.
Attento, a vario titolo, alla lezione della psicoanalisi, dello strutturalismo, di varie espressioni dell'irrazionalismo del 19° e del 20° secolo, S. è al centro dell'interesse soprattutto come autore di teatro. I suoi personaggi, tutti immancabilmente ipocondriaci (non a caso il suo primo lavoro s'intitola appunto Die Hypochonder, 1972), non rifiutano il confronto con il reale ma lo vedono esperibile solo nella dimensione dell'illusione, rifiutano cioè la "dittatura del presente" con malinconica rassegnazione, sbandati nella congiuntura dell'occasionale che li costringe a distorcersi e a confondersi, rivelatori con ciò d'una regressione ideologica dietro la quale si cela un'autentica sofferenza esistenziale. Su una linea d'insolita coerenza anche compositiva, col procedere di scene per lo più giustapposte e solo a tal titolo non scoordinate, si collocano, dopo il primo lavoro, Bekannte Gesichter, gemischte Gefühle (1975; trad. it., 1984), Trilogie des Wiedersehens (1977; trad. it., 1983), Gross und Klein (1978; trad. it., 1984), Kalldewey, Farce (1982), Der Park (1983), Die Fremdenführerin (1986), Besucher (1988; trad. it., 1989), Die Zeit und das Zimmer (1989), Schlusschor (1991), Angelas Kleider (1991), Das Gleichgewicht (1993). Scarsa la produzione lirica, nel cui seno, con qualche eco rilkiana, si fa avvertire più che altro per la sua pretenziosità il poemetto in tre parti Die Erinnerung an einen, der nur einen Tag zu Gast war (1985), titolo desunto dai detti di Salomone a segnalare, anche qui, più che la prospettiva d'un positivo sapere, la nostalgia d'una sua sfumata acquisizione; e si nota anche qui, compositivamente, la frammentarietà del costrutto. Non si discosta dai suoi consolidati parametri neppure lo S. narratore, che, accanto a varie prove più scarne (Marlenes Schwester, 1975, trad. it., 1985; Die Widmung, 1977, trad. it., 1982; Rumor, 1980; Paare, Passanten, 1981, trad. it., 1984; Niemand anderes, 1987), col romanzo Der junge Mann (1984; trad. it., 1990) fornisce la sua più ambiziosa prova in chiave epica, riproponendo il romanzo di formazione nella frantumazione di sogni e incubi, memorie e allegorie, con un protagonista che, privo di scopi dichiarabili, è inserito in una società depressa e insieme insolente, dalla quale pure non riesce a districarsi.
Bibl.: AA.VV., Botho Strauss Symposium, Amsterdam 1981; L.A. Adelson, Botho Strauss and West German prose of the 1970s, Washington 1982; G. Zanasi, Botho Strauss: l'uomo del barocco erede dei moderni, postfazione a Trilogia del rivedersi, Firenze 1983, pp. 109-38; AA.VV., Botho Strauss, Monaco 1984; AA.VV., Strauss lesen, ivi 1987; L. Gazzero Righi, La guida di Botho Strauss: alterne vicende di un asintoto, "Quaderni del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell'Università di Genova", 1987, pp. 161-95; U. Kapitza, Bewusstseinsspiele. Drama und Dramaturgie bei Botho Strauss, Francoforte s.M. 1987; V. Plümer, Zur Entwicklung und Dramaturgie der Dramen von Botho Strauss, Francoforte s.M. 1987; R. Menin, Avanti, ma indietro, postfazione a Besucher, Il tempo e la stanza, Sette porte: una trilogia, Milano 1989, pp. 113-21; Chr. Winkelmann, Die Suche nach dem ''grossen Gefühl''. Wahrnehmang und Weltbezug bei Botho Strauss und Peter Handke, Francoforte s.M. 1990; W. Rügert, Die Vermessung des Innenraumes. Zur Prosa von Botho Strauss, Würzburg 1991.