BOTOŞANI
. Città della Romania, capoluogo del dipartimento omonimo, situata a 180 m. s. m. nella Moldavia settentrionale, regione collinosa assai ferace, specialmente in cereali, e molto ricca di bestiame. Conta (1927) 33.000 ab., tra i quali molti Ebrei e Armeni, dediti soprattutto al commercio, che è assai attivo. BotoŞani possiede parecchi molini, e le sue farine sono assai stimate in tutta la Romania e vengono esportate all'estero in quantità considerevole, soprattutto in Turchia. Per mezzo di un tronco secondario è collegata con la linea Cernăuţi-Galaţi.
Il nome della città di BotoŞani, che esisteva già ai primi del '400 e fu uno dei principali mercati moldavi per il commercio di animali domestici e di cereali, deriva da quello di una vecchia famiglia di boiari BotăsK. La città fu testimone di avvenimenti storici: così Stefano il Grande vi sconfisse nel 1498 l'esercito turco e nel 1500 quello polacco; venne depredata e bruciata nel 1439 dai Tartari, nel 1505, nel 1509 e nel 1529 dai Polacchi, e nel 1650 dai Tartari e dai Cosacchi. Possiede 13 chiese romene, 2 armene, 1 cattolica e 4 sinagoghe. Fra le più antiche chiese merita di essere ricordata quella di S. Niccolò di Popăuţi, costruita nel 1496 dal principe moldavo Stefano il Grande, alla quale sono ispirate quelle di S. Giorgio e dell'Assunzione della Vergine, costruite nel 1551 e nel 1552 da Elena, moglie del principe Petru RareŞ. La chiesa di Popăuţi, che ha conservato anche il campanile del '400, appartiene al secondo gruppo di chiese costruite all'epoca di Stefano il Grande; lȧ costruzione è di tipo bizantino, ma i profili degli zoccoli, i barbacani esterni, la riquadratura delle porte e delle finestre, gli ornamenti dei mattoni, i dischi di terracotta smaltata che ornano le arcate, i fregi sotto il tetto e sulla torre attestano un influsso occidentale. I suoi dipinti, purtroppo poco conservati, presentano qualità notevoli di composizione e di drammaticità nei modi della pittura primitiva. Gli edifizî moderni più imponenti sono il palazzo di giustizia, quello dell'amministrazione provinciale e il municipio.
Quanto all'attività culturale, che vi fu rilevante alla fine del '700, ricordiamo che nel 1838 vi risorse l'attività teatrale moldava dopo che erano cessate le rappresentazioni teatrali a IaŞi, per opera dell'italiano Niccolini e dell'artista Costache Caragiale.
Bibl.: A. Papadopol-Calimah, Notiţă istorică asupra oraŞului BotoŞani, Bucarest 1867; N. Jorga, Inscripţii Botoṣăene, Bucarest 1905; Al. Lăpedatu e N. Ghika-Budesti, in Buletinul Comisiunii Monumentelor istorice, 1912; N. Jorga e G. Bals, Histoire de l'art roumain ancien, Parigi 1922; A. Gorovei, Monografia oraŞulu; BotoŞani, Folticeni 1926; G. BalŞ, Bisericile lui Ştefan cel Mare, Bucarest 1926; id., Bisericile moldoveneŞti din veacul al XVI-lea, Bucarest 1928; I D. Ştefănescu, L'évolution de la peinture religieuse en Bucovine et en Moldavie depuis les origines jusqu'au XIX siècle, Parigi 1928.