BOTTAME
. Col nome di bottame s'indicano genericamente i varî recipienti di legno (fusti) ottenuti con l'unione di assi (doghe) strette insieme con cerchi di ferro o di legno, come: la botte (fr. tonneau, sp. tonel, ted. Tonne, ingl. tun), avente la forma di due tronchi di cono riuniti per la base maggiore; il barile (fr. tonne, sp. barril, ted. Fass, Tönnchen, ingl. barrel, cask), piccola botte a doghe sottili cerchiate in legno, usata per conservare e trasportare liquidi e sostanze solide; il tino (fr. cuve, sp. tina, ted. Bottich, Kufe, ingl. vat), vaso a tronco di cono più largo alla base che alla bocca, che serve nelle vendemmie per riporvi il mosto ed è largamente usato nelle industrie chimiche; il mastello (fr. baquet, sp. cubeta, ted. Kübel, Butte, ingl. tub), piccolo vaso cilindrico provvisto di manichi, ecc. Si chiama bottaio chi fabbrica bottame; l'arte del bottaio è antichissima e se ne trova cenno già in Plinio e in Varrone. La lavorazione del bottame si fa ancor oggi in gran parte a mano, ma già nel 1834 il francese Manneville costruì una prima macchina per la fabbricazione delle botti. La lavorazione a macchina prevale nei paesi dove la mano d'opera è più cara; però anche in Italia va sostituendo quella a mano, specialmente nel caso di fusti di piccola e media capacità (50-250 litri).
Qualità di legname adoperate. - Il legname scelto per la fabbricazione delle botti deve rispondere a requisiti di compattezza e di elasticità, e per tal ragione il più indicato è il legno di quercia (tra le querce europee ottime quelle della Russia, della Germania, della Croazia e della Bosnia; tra le americane quelle degli Stati Uniti). Sono anche molto usati il castagno, il gelso e il ciliegio. Talora si scelgono determinati legnami per dare al liquido speciali caratteri. Così il cognac deve il suo bouquet al fusto di rovere dove lo si fa invecchiare.
I tronchi scelti vanno tagliati secondo la fig. 1, tenendo conto che lo spessore da dare alle doghe è di circa il 14% della loro lunghezza.
Lavorazione a mano. - Le assi così ricavate subiscono una prima preparazione al ceppo: appoggiate su un grosso ceppo vengono grossolanamente affilate alle due estremità a colpi d'una pesante ascia; poi passano al cavalletto (fig. 2): il bottaio si siede a cavalcioni su di esso e, spingendo con i piedi la leva a, attanaglia un'estremità della doga tra la tavoletta b e la testa c della leva, preme l'altra estremità contro il petto, protetto da un pettorale di cuoio, e col coltello a petto, lama affilatissima che porta agli estremi due manichi in legno, dà alla doga la sagoma esatta. Poi per dare l'inclinazione necessaria alle due facce laterali, le frega fortemente su una pialla fissata ad un cavalletto e avente il taglio verso l'alto, controllando ogni tanto l'operazione con dei modani. Preparate così le doghe, passa all'assettatura delle botti: le dispone entro un cerchio di ferro, posto a poco più che metà della loro altezza, le aggiusta in modo che siano bene a contatto l'una dell'altra, poi le circonda con un secondo cerchio più piccolo posto presso la loro estremità più alta, rovescia la botte, serra gli estremi delle doghe con l'aiuto dello strettoio (consistente in una fune che si gira intorno alla botte ed ha un capo fisso a un piccolo telaio in legno; in quest'ultimo un piccolo tamburo porta avvolto l'altro capo della fune e permette di tirarla) e forza intorno a esse altri due cerchi simmetrici ai primi. Assesta le doghe con dei colpi di mazzuolo, ne pareggia la lunghezza e vi scava ai due estremi, nella parte interna, un canale, capruggine, che sarà sede dei fondi. Questi, ottenuti in un sol pezzo, se piccoli, od altrimenti da più pezzi innestati tra loro a dente e canale, portano intagliata all'orlo una doppia ugnatura per meglio introdursi nella capruggine. Innestati i fondi, le botti debbono essere cerchiate; i cerchi di legno o di ferro vengono forzati appoggiando su di essi un cuneo e battendo su questo con una mazza. Comunemente per tenere le doghe bastano sei cerchi di ferro.
Lavorazione a macchina. - In generale le doghe entrano nella officina già segate e della lunghezza e spessore necessarî. Le macchine da spianare dànno ad esse la sagoma esatta, necessaria a formare la superficie curva della botte: esse consistono principalmente in un meccanismo che fa avanzare le doghe, e in due coltelli, uno concavo e uno convesso, che ne piallano rispettivamente la faccia esterna e interna. I pezzi che dovranno costituire i fondi sono in un primo tempo piallati da un'apposita macchina, poi uniti tra loro per mezzo di cavicchi di legno o di ferro; il fondo così ottenuto, dopo essere stato spianato da altra macchina, passa alla macchina per il taglio per prendere la forma tonda o anche ovale.
Per la fabbricazione dei cerchi si usano macchine che tagliano le strisce di ferro in tratti della lunghezza dovuta, li forano agli estremi, li curvano e dànno loro la conicità necessaria per adattarsi sul fusto. La macchina chiodatrice completa le operazioni riunendone con chiodi i due estremi.
Si montano, quindi, i fusti disponendo le doghe una accanto all'altra entro una forma che ne stringe un estremo, e si lasciano bollire qualche tempo nel vaporizzatore affinché l'azione del vapore renda le fibre facilmente piegabili. Usciti i fusti dal vaporizzatore, un argano a doppia vite circonda con una fune metallica gli estremi liberi delle doghe e li stringe, e successivamente una macchina da cerchiare (fig. 3) mette a posto i cerchi provvisorî. Questa macchina è formata da un disco su cui viene posta la botte e che porta tutto all'intorno dei fori da cui escono i cerchi; un congegno a vite posto sotto al disco e a cui sono collegati gli estremi inferiori delle graffie, le abbassa e forza così i cerchi. Una macchina detta caprugginatoio scava la capruggine ai due estremi della botte, e un operaio vi appone i fondi. Lisciata la superficie della botte con una macchina piallatrice, si passa alla cerchiatura definitiva. Per tale operazione si usano macchine simili alla macchina da cerchiare sopra descritta, ma più complesse, in cui le graffie sono comandate da un meccanismo a pressione idraulica.