BOULEUTERION (βουλευτήριον)
Con b. è indicato in greco l'edificio in cui, in una città, il consiglio, la boulè, tiene le sue sedute, spesso collegate col culto di Zeus, di Hestìa e di altre divinità e quindi allo stesso tempo sede di un altare. In località minori queste sedi di riunione possono essere locali utilizzati anche per altri scopi; ad esempio a Kalaurion o nell'isola di Taso viene indicato come b. un portico. In città più grandi, con popolazione più numerosa, i b. sono generalmente edifici costruiti appositamente; essi possono, nel loro aspetto, essere accostati al teatro greco, così come, fin dall'antichità, i teatri erano gli unici edifici che, nelle città, potessero contenere una gran moltitudine di persone e quindi furono utilizzati per le riunioni popolari, come ripetutamente il teatro di Dioniso ad Atene e il teatro del Pireo. In alcuni luoghi, come Thoricos e Ramnunte, la stessa costruzione serviva sia da teatro che da sede delle riunioni del popolo (H. Bulle, Untersuchungen gr. Theater, p. 210 s.). Il teatro di Megalopoli, eretto in immediata connessione col Sinedrio della Lega Arcadica, serviva come luogo di convegno per le riunioni della Lega e poteva essere trasformato in teatro, all'occorrenza, mediante una scena mobile, guidata su rotaie davanti al sinedrio. Ma comunità più importanti, con riunioni regolari del consiglio, non potevano a lungo fare a meno, per le sedute, di un luogo coperto; in conseguenza il sistema d'una costruzione teatrale fu trasferito in un edificio chiuso, adattamento reso possibile dal numero limitato dei partecipanti alle sedute. Si cercò, come per il teatro, di risparmiare la sostruzione per i sedili, appoggiando la costruzione al pendìo di un monte, o, come a Mileto, includendo e trasformando una rocciosa elevazione del suolo. Ma il b., per la soprastruttura sulla quale si appoggia il tetto, viene a costituire un complesso architettonico che è assai più di un teatro. Nel b. di Mileto l'utilizzazione della roccia nella sostruzione è appena avvertibile. Dove il suolo non permetteva una disposizione dei sedili simile a quella del teatro il b. assumeva, come ad Assos, la forma di sala quadrata nella quale, intorno ad uno spazio centrale, venivano situati banchi probabilmente mobili. Se ad Assos nel centro si trovava un altare, come in altri bouleutèria il tetto sorretto da quattro colonne doveva essere rialzato al centro da una specie di lanterna. Si ritiene che il b. arcaico di Atene abbia avuto già una forma simile, con la differenza che uno dei lati dell'edificio quadrato è suddiviso in una pre-aula. Anche qui sono da presumere banchi di legno su di un suolo piano, naturalmente diritti e non curvi. Dalla loro forma si deduce anche la loro disposizione nella sala, cioè ad angolo retto intorno al posto dell'oratore ed all'altare. Questa forma, se monumentalizzata, dà una costruzione come il Telesterion di Eleusi, del tempo di Pericle, e i suoi precedenti arcaici, dove, per la maggiore vastità dello spazio, la disposizione a gradinata dei sedili era più rispondente allo scopo. Sviluppi ellenistici di questo tipo sono il b. di Priene con una sala di m 20,25 × 21,06 (attorno al 150 a. C.), quello di Herakleia sul Latmos (m 19,5 × 13,5, II sec.), quello di Notion (m 27 × 22,5, II sec.). Accanto a questa forma, forse la più primitiva, di b. con disposizione dei sedili in pianta quadrata, se ne trova una seconda, chiaramente influenzata dalla cavea (kòilon) del teatro greco Già il b. di Atene di età classica, che alla fine del V sec. a. C. aveva sostituito la costruzione arcaica, mostra nei suoi pochi avanzi di aver appartenuto a questo tipo, anche se i sedili non appaiono disposti in semicerchio, ma leggermente in curva, come nel b. ellenistico di Termessos (m 22,40× 22,40) e in quello di Kretopolis (m 14 × 14). Questo tipo è rappresentato nella maniera più significativa dal b. di Mileto con una sala di 3,84 × 24,30 (anni 175-64 a. C.), situata nel lato S di un cortile a colonne, con un propileo sull'asse. Segue ad esso il b. di Ilio, con una sala di m 29 × 19, costruita soltanto verso l'inizio dell'èra cristiana.
I bouleutèria, specie a Mileto e a Priene, non erano soltanto edifici utilitari ma anche rappresentativi. Essi non sono quindi unicamente creati allo scopo di provvedere ad una sede adatta come luogo di riunione, ma anche ad esprimere architettonicamente questo loro particolare significato. A Priene si nota innanzi tutto la cura di conservare all'intero ambiente il suo effetto unitario, mantenendolo libero da ogni sostegno, in modo che questi limitino un passaggio dietro ai sedili, ma senza alterare la spazialità della sala. Più tardi si sarà obbligati però a preferire i sostegni collocati più al centro della sala, per riguardo alla stabilità del tetto. A Mileto si sostiene la copertura del tetto con quattro colonne, di cui le anteriori poggiano sugli alti muri della pàrodos. Inoltre almeno questa sala, come quella del b. di Priene, non aveva il cavalletto del tetto scoperto, ma un soffitto orizzontale di effetto decisivo per l'effetto di spazialità (Deut. Lit. Zeit., 1942, p. 804, Schleif). I posti vengono comodamente raggiunti - a Mileto essi sono circa 1200-1500 - come nel teatro, mediante scale situate radialmente rispetto al centro, oppure con passaggi che corrono esternamente intorno ai sedili, e ai quali si accede da porte accessorie. Elemento sostanziale per l'effetto ambientale è che la parete frontale, verso la quale sono rivolti gli ordini dei posti, riceva una struttura speciale. A Priene, nella sua parte inferiore, si trova un'esedra fra due porte, e, al disopra, una fila di finestre; a Mileto la parete in basso è intera, mentre si schiude in alto in una serie di finestre, rivelando all'esterno dell'edificio la sua struttura a pilastri mediante mezze colonne poggiate su alti zoccoli. In corrispondenza delle finestre, negli spazî esterni, sono collocati scudi rotondi. Con le costruzioni di Priene e di Mileto, il b. greco non costituisce soltanto un importante contributo allo sviluppo e alla organizzazione architettonica dell'ambiente interno nella stona dell'architettura greca, ma segna inoltre i primi passi importanti verso una struttura di facciata a due piani.
Bibl.: Il materiale è raccolto da F. Kritschen, Antike Rathäuser. (Studien zur Bauforschung, 4) 1941. Per il b. di Atene, v. Hesperia, VI, 1937, p. 1 s. e Hesperia Suppl., Parte IV, 1940. Vedi inoltre: W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, pp. 118-119, 242-244, 295-297.