BOURBON DEL MONTE, Francesco Maria
Appartenente al ramo dei conti di Monte Baroccio, nacque a Venezia da Ranieri e da Minerva Pianosa il 5 luglio 1549. Si recò a Roma ancora adolescente e fece parte della "famiglia" del cardinale Alessandro Sforza, suo parente. Dal 1563 era commendatario dell'abbazia di S. Croce di monte Fabali presso Pesaro, terra di origine della sua famiglia. Nel 1580 era già referendario di entrambe le Segnature e faceva parte della Consulta. Fu in quell'anno che, come uditore e vicelegato, accompagnò il cardinale Sforza nelle Marche per una spedizione militare contro i banditi. L'anno seguente, morto lo Sforza, gli fu offerto il vescovato di Pesaro, ma egli rifiutò perché il beneficio era stato caricato di pensioni. Preferì invece entrare al servizio del cardinale Ferdinando de' Medici, di cui divenne a Roma strettissimo collaboratore. La protezione del Medici segnò una svolta importante nella sua carriera: quando Ferdinando rinunciò al cappello per succedere al granduca Francesco, impose a Sisto V la nomina del B., che divenne cardinale diacono di S. Maria in Domnica il 14 dic. 1588. Il Medici gli permise anche di sostenere il cardinalato con un alto tenore di vita, donandogli un palazzo e due abazie nelle diocesi di Carrara e di Padova. Rappresentante ordinario degli interessi toscani in seno alla corte pontificia, il B. si appoggiò, nell'ambito del S. Collegio, volta a volta all'uno o all'altro dei più potenti gruppi di cardinali, conservando una posizione indipendente. Si occupò delle trattative per la conversione e l'assoluzione di Enrico IV e rimase sempre nettamente favorevole alla tendenza filofrancese. Nel 1598 seguì Clemente VIII nel viaggio di Ferrara ed ebbe successivamente altri incarichi. Quando divenne abbastanza vecchio per essere incluso nelle rose dei papabili nei frequenti conclavi dei primi decenni del Seicento (per esempio nel 1621 e 1623), gli nocque l'ostilità degli Spagnoli e la mancanza di un gruppo potente di sostenitori.
Il B. è ricordato per il suo mecenatismo, comprensibile se si pensa che il padre era stato amico dell'Aretino e di Tiziano, che furono suoi padrini di battesimo. Protesse chimici, pittori e scultori, specialmente nel periodo in cui fu prefetto della fabbrica di S. Pietro e dette impulso alla decorazione interna della basilica. Protesse anche il Caravaggio e gli permise di dipingere le tele della cappella Contarelli nella chiesa di S. Luigi dei Francesi. Come tutti i cardinali aveva la protezione di conventi e di ordini religiosi: si debbono a lui i restauri della chiesa di S. Onofrio degli eremiti di S. Girolamo, l'edificazione del conservatorio delle Malmaritate e la ricostruzione della chiesa e del convento delle monache cappuccine di S. Urbano. Nel 1616 fece anche costruire a Cavi una chiesa in onore di s. Carlo Borromeo.
Come cardinale fu titolare successivamente di diverse chiese romane e, infine, vescovo di Velletri, di Palestrina, di Porto e di Ostia. Passò anche da una Congregazione all'altra: come prefetto di quella dei Riti, tenne in concistoro le relazioni sulla canonizzazione di s. Isidoro, s. Ignazio di Loyola, s. Francesco Saverio, s. Filippo Neri, s. Elisabetta di Portogallo, ecc. Era un fedele del culto mariano. Verso la fine della sua vita era decano del S. Collegio.
Come reggente del marchesato del Monte S. Maria Tiberina (1615) si ricordano di lui solamente i numerosi testamenti dettati prima di morire, nell'ultimo dei quali aveva cercato di diminuire i diritti del nipote Ranieri a favore dei gesuiti. La famiglia lo costrinse praticamente a rifarlo l'8 ag. 1626, con la costituzione in erede dell'altro nipote Uguccione. Secondo il genealogista Barberi morì il 17 agosto dello stesso anno. L'iscrizione posta nel 1751 sulla sua tomba nella chiesa di S. Urbano a Roma indica invece la data del 1627
Fonti eBibl.: Archivio di Stato di Perugia, Fondo Bourbon di Sorbello, div. I, tit. 1, n. 46, busta 2, n. 16, f. 3r; div. III, tit. 2, n. 112, lettere del B. a Lucrezia Bufalini e a Francesco del Monte (1612-1613); Bibl. Oliveriana di Pesaro, ms. 375, ff. 121-134, lettere del B. al conte Giovanni Tomasi (1581-1584); Ibid., ms. 1041, nn. 10 e 22, lettere del B. allo stesso (1583-1584); E. Gamurrini, Istoria geneal. delle famiglie nobili toscane et umbre, I, Firenze 1668, p. 178; A. Ciacconio, Vitae et res gestae pont. rom., IV, Romae 1677, coll. 193 s.; F. Ughelli-U. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, p. 83; Archivio di Stato di Perugia, Fondo Bourbon di Sorbello, ms.: L. Bandini, Sommario cronico genealogico di documenti,che riguardano ciascun'nome dei marchesi del Monte Santa Maria, (1749), II, pp. 515-529 ter; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali, V, Roma 1793, pp. 301-303; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Roma, IX, Roma 1877, p. 509, n. 1006; L. Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1928, p. 177; XI, ibid. 1929, passim;XII, ibid. 1930, passim; XIII, ibid. 1931, pp. 29 s., 34, 231; U. Barberi, I marchesi Bourbon del Monte, Città di Castello 1943, pp. 64-66; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, IV, tav. VII, sub voce;G. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1923, p. 52; P. Gauchat, Idem, IV, ibid. 1935, p. 37; Enc. cattolica, VIII, coll. 1348 s.; Enc. Ital., VII, p. 608.