boutique virtuali
<butìk ...> locuz. sost. f. pl. – Siti Internet, spesso interattivi, dove è possibile fare acquisti in rete. L’e-commerce, cioè il commercio elettronico, esiste da prima che Internet diventasse fruibile alla maggior parte delle persone di tutto il mondo, ma negli ultimi anni lo shopping online è diventato di uso comune per una grande percentuale della popolazione. La novità sta nel fatto che rispetto ai classici store online, come Amazon.com ed eBay.com, dove i prodotti sono esposti in fila e a volte soltanto una foto mostra l’oggetto in vendita, le b. v. cercano di coinvolgere il più possibile il consumatore finale nell’acquisto. Curare, nel minimo dettaglio, il design del sito è uno dei modi più efficaci per riuscire in questo intento. Un sito con un design poco attrattivo e di difficile consultazione potrebbe essere un motivo considerevole di un calo di vendite, o addirittura di fallimento totale, nel caso l’azienda abbia soltanto un punto vendita online. Per questo, le b. v. sono alla continua ricerca di soluzioni inedite, per attirare nuovi clienti e per rendere sempre più stimolante l’esperienza dello shopping online. Un esempio è Yoox group SpA, di Federico Marchetti. Quest’azienda italiana, che non ha punti vendita fisici, possiede il sito yoox.com, store multimarche, il meno conosciuto thecorner.com, dedicato alla vendita delle collezioni di stilisti più di nicchia, e ha aperto, nel 2012, lo store shoescribe.com, interamente riservato alla vendita di calzature. Per coinvolgere il cliente, shoescribe non nasce soltanto come semplice negozio online: oltre a curiosità sul mondo delle scarpe e a consigli sugli ultimi trend a cadenza quotidiana, offre, tramite un abbonamento annuale, un kit per la cura delle scarpe, un servizio di riparazione e la possibilità di acquistare a metà prezzo un paio di scarpe il giorno del proprio compleanno. Per le grandi case di moda, nate tutte con i tradizionali negozi nelle più importanti città di tutto il mondo, non avere un negozio online significa non esserre al passo con i tempi, rischiando anche di perdere una grande percentuale del fatturato finale dell’azienda. È per questo motivo che quasi tutti i designer più famosi sono presenti su Iternet con proprie b. v., con l'obiettivo di dare al cliente la sensazione di essere assistito e accudito come in un normale punto vendita. Uno dei casi più eclatanti è quello dell’azienda italiana Ermenegildo Zegna che, insieme all’agenzia di comunicazione virtuale Bitmama ‒ anch’essa italiana ‒ ha dato vita, nel giugno 2011, alla prima b. v. in 3D (Zegna in store). Milla Jovovich, attrice e modella, accoglie i clienti nel negozio virtuale; fondamentale per creare curiosità e quindi per la riuscita del progetto, è stata la campagna pubblicitaria denominata Are you in?, prima del lancio ufficiale della boutique. Gucci è in assoluto tra i brand più influenti per quanto riguarda l’e-commerce. L’azienda fiorentina ha intuito che in una fase di recessione, in cui è più difficile per i clienti visitare i negozi, è importante offrire qualcosa di nuovo: ha pertanto realizzato un sito dove si può trovare qualsiasi tipo d’informazione riguardo l’azienda, dalla storia a tutte le curiosità riguardanti il 'mondo' di Gucci, oltre alla possibilità di acquistare vestiti e accessori online attraverso video interattivi semplicemente passando il mouse sul filmato. Un altro caso notevole è quello della boutique online della storica azienda inglese Burberry, nota in tutto il mondo per la produzione di impermeabili di lusso. L’innovazione, in questo caso, sta nel fatto che sul sito del marchio chiunque ha la possibilità di creare il trench che più si adatta ai propri gusti, avendo così carta bianca e sentendosi parte della compagnia. Da una ricerca svolta nel 2011 da Altagamma, fondazione che riunisce aziende italiane che operano nel settore del lusso, è emerso che le vendite online sono destinate a crescere del 20% annuo. Si preferisce acquistare su internet sia perché si ha la sensazione di stabilire un rapporto diretto con l’azienda di interesse, senza l’intervento degli addetti alle vendite, sia per i costi ridotti data la diminuzione di molti passaggi tra il prodotto finito e il consumatore finale. Nel periodo della crisi mondiale, i negozi online non hanno subito nessun calo di vendite.