BOVIANO VETERE (Bovianum vetus)
Città antica, ricordata con questo epiteto solo da Plinio (Nat. Hist., III, 107) insieme con la omonima Undecimanorum, oggi Pietrabbondante, ebbe senza dubbio notorietà prima dell'altra, per quanto l'altra fosse più importante storicamente, quale capitale della tribù dei Pentri Sanniti. Situata nella vallata del Trigno su un'altura di circa 1000 m., di origine sannitica, secondo l'etimologia popolare deve il suo nome, come l'altra Boviano, al toro che, nella leggenda, era stato di guida ai Sanniti, quando, provenendo dalla Sabina, arrivarono nella regione montuosa fra la Terra di Lavoro e il Tavoliere di Puglia (Strab., V, 250 e Fest., pp. 326, e 327). Colonia Augustea, ha lasciato tracce monumentali dell'antica città con un teatro e un tempio. Iscrizioni osche, in numero notevole, attestano sicuramente l'antichità sannitica di Boviano (cfr. Mommsen, Unterital. Dial., 173, il quale la suppone capoluogo della piccola tribù dei Carecini). Dopo la guerra sociale fu ordinata a municipio nella tribù Voltinia, ma presto decadde.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., IX, p. 237; G. De Petra, in Giorn. degli Sc. Pompei, n. s., 1870-73; A. Caraba, in Giorn. d. Sc. Pompei, n. s., 1870-73.