BOYL DI PUTIFIGARI (Pilo Boyl di Putifigari), Gioacchino
Nato a Cagliari il 4 sett. 1815 da Vittorio e Maddalena Vacca, nel 1831 entrò come allievo nella Marina militare del Regno di Sardegna. Al tempo della guerra di Crimea, ancor prima che si stipulasse la convenzione del 26 genn. 1855 con cui il Regno di Sardegna aderiva al trattato di alleanza già concluso tra l'Inghilterra e la Francia contro la Russia, il B., allora capitano di fregata, fu inviato in Francia con altri ufficiali per osservare e riferire sui preparativi per l'imbarco e sull'organizzazione dei servizi del corpo di spedizione francese. Durante le operazioni in Crimea il B. fu capo di Stato Maggiore della divisione navale. Divenne quindi, nel 1860, capitano di vascello e nell'aprile del 1861 contrammiraglio, con la carica di capo di Stato Maggiore del dipartimento marittimo meridionale. Nel 1861-62, quando il gen. Menabrea fu ministro della Marina nel gabinetto Ricasoli, il B. fu segretario generale dello stesso ministero, e in tale qualità si presentò candidato alla Camera nel collegio di Oristano, resosi vacante nel dicembre '61 per le dimissioni del deputato Giuseppe Corrias. Fu battuto nel gennaio e nel marzo 1862 dal magistrato Giovanni Mura, ma le elezioni furono annullate; finalmente il B. fu eletto nelle votazioni del 13-20 luglio, convalidate dalla Camera.
Ai lavori parlamentari il B. partecipò poco: unitosi alla maggioranza moderata, non prese mai la parola e si recò a Torino solo per le votazioni più importanti; l'11 marzo 1865 votò contro l'abolizione della pena di morte.Con le dimissioni del ministero Ricasoli, il B. riprese il suo posto nella Marina. Dopo Aspromonte fu presidente del tribunale incaricato di giudicare i comandanti Giraud e Avogadro, i quali non avevano impedito a Garibaldi il passaggio dello stretto di Messina. Nel gennaio 1863 fu nominato presidente della sezione del consiglio di ammiragliato mercantile sedente in Genova; fu inoltre comandante in prima del materiale nel dipartimento marittimo dell'Adriatico, poi aiutante generale del primo dipartimento marittimo e dal febbraio '64 comandante in capo dello stesso dipartimento.
In un articolo del 6 febbr. 1865 Il Diritto lo accusò di far parte della camarilla piemontese della Marina, di non aver mai navigato e di essere stato favorito nella carriera. Il B., con altri alti ufficiali, querelò il giornale, che fu condannato.
Nel giugno del 1865 il B. fu nominato membro del consiglio di ammiragliato; nel settembre successivo, nominato comandante in capo della stazione navale nell'America meridionale, diede le dimissioni dalla Marina, non volendo accettare un incarico, col quale implicitamente si riconoscevano fondate le accuse lanciate dal Diritto.
Nelle elezioni generali del 1865 e del 1867 si presentò candidato nel collegio di Oristano, ma non fu eletto. Con r.d. del 18 nov. 1871 il B. fu nominato senatore e la nomina fu convalidata dal Senato il 5 marzo 1872. Anche ai lavori del Senato partecipò poco; rare volte prese la parola in discussioni riguardanti la Marina.
Morì a Torino il 12 ott. 1892.
Bibl.: Le brevi notizie, non sempre precise, riportate in Encicl. mil., II, ad vocem;e in T. Sarti, Il Parlamento subalpino e italiano, Roma 1896, ad vocem, devono essere integrate con: Ministero della Marina, Bollettino officiale delle nomine,promozioni ed altre variazioni occorse nel pers. mil. ed ammin. della R. Marina, anni 1861-1865; Indice gen. degli atti parl. dal 1848 al 1897, II, Roma 1898; Il Diritto, 6, 11 febbr., 14, 28 marzo, 19-29 aprile 1865; Il Giornale della Marina, 1865, passim. Cfr. anche C. Manfredi, La spedizione sarda in Crimea nel 1855-56, Roma 1956, pp. 20, 294; M. Gabriele, La politica navale italiana dall'Unità alla vigilia di Lissa, Milano 1958, passim.