BOZZETTI, Francesco, detto Cino
Figlio di Romeo, ufficiale garibaldino cremonese divenuto maggior generale nel regio esercito, che aveva dal 1868 scelto come residenza Borgoratto (Alessandria), e di Edvige Gianani, nacque a Lecce il 21 ott. 1876. Frequentò il ginnasio ad Alessandria, poi interruppe gli studi. Nel 1897 s'iscrisse all'Accademia Albertina di Torino, seguendo per tre mesi il corso di R. Ubertalli. Nei due anni successivi lavorò, saltuariamente, presso C. Follini. Ma, insofferente di studi regolari, fu per gran parte autodidatta. Espose per la prima volta a Torino alla Promotrice del 1901 e l'anno dopo alla Quadriennale con quattro opere: due carboncini (Il bue malato e Riviera triste) e due dipinti (Dopo la piena e Ruscello), meritandosi alcune segnalazioni. Dal 1903 al 1913 visse a Borgoratto lavorando isolato, in contatto diretto con la natura. Di questi anni sono molti studi ad acquerello, a carboncino, a seppia, i primi quadri a olio, le prime acqueforti. Dopo Caporetto, benché riformato, andò volontario con i Lupi di Toscana.
Rare le partecipazioni a mostre: nel 1914 espose alcuni acquerelli alla collettiva della Società amici dell'arte di Torino, l'anno dopo ventidue stampe alla prima Mostra nazionale di incisione a Milano; nel 1930 a Torino (galleria Guglielmi) tenne la prima personale (una quarantina di incisioni) che lo affermò. Da allora sue incisioni comparvero quasi regolarmente nelle esposizioni italiane e straniere. Fra le partecipazioni si citano quelle alla Biennale di Venezia (1930, '34, '36), alle Promotrici torinesi (1930 e dal '37 al '40) e a esposizioni a Firenze, Milano, Roma; a Basilea (1930: 12 opere); Berna (1930: 30 opere); Ginevra (1944: personale); Zurigo (1947); Parigi (1949). Particolarmente importanti le personali a Torino nel 1947 (acquerelli, disegni, oli) e a Roma, Calcografia di Stato, 1949(121 incisioni); e le mostre postume ad Alessandria (1950); alla Biennale di Venezia (1950: 20 acqueforti e 10 acquerelli); a Torino (1962: acquerelli, disegni, incisioni; 1966, gall. Narciso; 1970, gall. "L'arte antica", acquerelli e disegni a seppia).
Il B. svolse anche attività letteraria. Le poesie e gli scritti vari, raccolti in una settantina di quaderni (propr. Bozzetti, Borgoratto), pubblicati solo in parte, lo attestano spirito profondamente religioso e di vasta cultura: trattano di estetica, filosofia, morale, religione, ecc. (R. Bessero Belti, Saggi sugli scritti di Cino B., Torino 1950).
Morì a Borgoratto (Alessandria) il 26 luglio del 1949.
Si formò sugli esempi di Fontanesi, Segantini, Fattori, Pelizza da Volpedo: ma questi e altri possibili riferimenti (specialmente rapporti con la grafica inglese, belga e olandese di fine secolo) non restano mai scoperti, subito tradotti in coerenti espressioni personali. Dei dipinti, i primi (Riviera triste, 1899; Borgoratto, propr. Bozzetti), come i carboncini del 1903, di gusto fontanesiano, indicano già ricerche lineari, in seguito approfondite. Poco numerosi, lungamente elaborati, hanno per argomento la campagna alessandrina, nei suoi vari aspetti e vicende. Solidamente costruiti, le forme racchiuse entro linee vibranti, da incisore, alcuni presentano accenni divisionisti (di un divisionismo però affatto sistematico): Il bosco in riva alla Bormida (Borgoratto, propr. Bozzetti). Si citano ancora: Colpo di vento (Torino, racc. Nascimbene) e, nella racc. Bozzetti di Borgoratto, Il ritorno coi carri dai campi (di questo quadro esistono tre versioni distanziate nel tempo), Il canale con il boschetto,Il canale col cavallino bianco,Sabbie della Bormida (cominciato nel '30, terminato ed esposto nel '49), Il gran bosco, che chiude la sua attività.
Le centocinquantadue acqueforti vanno dal 1906 al 1942. Di molte diede più versioni. Alcune delle prime (la serie Arpie, 1907-14)sono di ispirazione letteraria, e tuttavia partono da precisi studi naturalistici. Le altre, meglio e più compiutamente, svolgono gli stessi temi delle pitture. Le più belle sono le più spoglie: pochi alberi, un corso d'acqua, qualche animale sullo sfondo del cielo. Una poesia semplice e schietta scaturisce dalla visione scrupolosamente obiettiva, resa mediante un segno minuzioso ma essenziale, ora continuo a bloccare gli oggetti, ora frazionato fino a un effetto di puntinismo. Per citarne alcune: Vacche e boccino: interno (1910), L'aratura con la vacca (1912), I prati al ponticello dell'Oddona (1914), Il canale con la presa d'acqua (1930), Il gran bosco (1930), La galaverna (1939).
Occupano un posto importante nella produzione del B. gli acquerelli, sia per il numero cospicuo (se ne contano a centinaia) sia per la qualità sempre alta: li accomuna, con un delicato senso del colore, una inalterata freschezza d'ispirazione che elimina senso di monotonia e ripetizioni. Trattano i consueti soggetti e, inoltre, sono studi capillari di fiori, insetti, uccelli. Insieme con i disegni e con le incisioni, sono divisi tra la raccolta Bozzetti a Borgoratto, raccolte private (Torri, Milano; Cacciabue, Alessandria; altre di Torino, Roma, ecc.), la Galleria d'arte moderna di Torino e raccolte straniere (Svizzera, Belgio, Francia, Germania, Inghilterra).
Fonti eBibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate, si veda: P. Torriano, Cino B. disegnatore, in Casabella, aprile 1933, p. 16; L. Vitali, L'incisione italiana moderna, Milano 1934, p. 38; I. Cremona, F. B., Torino 1941; A. Dragone-J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'800, Milano 1947, p. 228; P. Angiolini-P. Torriano, Cino B. e la terra alessandrina, in Riv.di storia,arte,archeologia... di Alessandria, LVII-LVIII (1948-49), pp. 131-136; C. A. Petrucci, Cino B., in Ulisse, IV (1950), pp. 707 s.; A. Dragone, L'opera incisa di Cino B., Torino 1950; G. Fiocco, in XXV Biennale di Venezia (catal.), Venezia 1950, pp. 84 s.; J. Dragone Conti, Cino B. e l'acquerello, Torino 1951; A. Dragone, Cino B. pittore, in L'Arte, LIII (1952-53), pp. 77-94 (con bibl.); E. Lavagnino, L'arte moderna, II, Torino 1956, p. 1006; G. Rizona, Le stagioni di B., in Le stagioni, primavera 1967, pp. 13 s. (con ill.); L. Servolini, Diz. ill. degli incisori ital. moderni e contemp., Milano 1955, p. 116; A. M. Comanducci, Diz. illustr. dei pittori... italiani moderni e contemporanei, I, Milano 1962, p. 250.