BOZZOLO (A. T., 24-25-26)
Grosso comune della provincia di Mantova, sulla destra dell'Oglio, in regione pianeggiante e ben irrigata, d'inverno umida e nebbiosa. Ha una superficie di 18,86 chilometri quadrati, in prevalenza (kmq. 16,22) coltivati a cereali, canapa e barbabietole. Il capoluogo, situato presso la strada e la linea ferroviaria che da Cremona conduce a Mantova, è un borgo cinto di mura, posto a 30 m. s. m., con belle abitazioni e un teatro, eretto nel 1839 per legato Pasotti. Ha una certa importanza come centro agricolo (cereali, gelsi, viti) e industriale (stoviglie, materiale laterizio, concerie di pelli). Gli abitanti del comune, che erano 4436 nel 1881, sono diminuiti a 4262 nel 1901, 4141 nel 1911, 4222 nel 1921; quasi tutti (3909) dimoranti nel capoluogo. Lo stemma del comune, con allusione al nome di Bozzolo, è un alberello di bosso con il motto viret et virebit.
Notevole è il palazzo comunale, con portico e con la torre del secolo XIV. Restano inoltre avanzi del grandioso palazzo Gonzaga del sec. XV, ora malamente adibito a scuola.
Storia. - Bozzolo ha origini incerte. Intorno al 1000 il luogo era designato col nome di Santa Maria della Geronda, monastero benedettino ivi sorgente. Il nome di Bozzolo compare solo nei documenti posteriori al 1100. Per circa centocinquanta anni vi furono continue mutazioni di governo. Si hanno notizie della dominazione di Uberto Buoso, marchese di casa d'Este. Nel 1150 Bozzolo faceva parte, insieme con Casalmaggiore e Viadana, di una contea, della quale Federico Barbarossa diede l'investitura a Sopramonte Cavalcabò.
La dominazione dei Cavalcabò fu interrotta più volte, a causa delle lotte violente tra Cremonesi e Mantovani. Nel 1334 Luigi Gonzaga tenne Bozzolo per dedizione, ma essa rientrò poi ancora in potere dei Cavalcabò, investiti da Bernabò Visconti. Solo nel sec. XV passò definitivamente ai Gonzaga. Gian Francesco Gonzaga, signore di Mantova, ne ebbe l'investitura dall'imperatore Sigismondo nel 1433, e ne lasciò il dominio al figlio Carlo. Da allora rimase sempre ai Gonzaga, fino al 1701 al ramo di Bozzolo, poi a quello di Guastalla (v. gonzaga). Il periodo del governo di Vespasiano Gonzaga, nella seconda metà del '500, fu il più insigne della storia di Bozzolo, che già nel 1480 aveva avuto il diploma di città. Sotto Vespasiano, Bozzolo ebbe uno stabile ordinamento militare e fortificazioni imponenti. Furono fatte convenzioni speciali con gli Ebrei, ai quali si concessero in affitto i dazî e la macina. Si fecero costruzioni bellissime; si rinnovarono quelle esistenti; furono chiamati in città architetti e pittori; si tennero sontuose feste. I sudditi vennero obbligati ad abitare entro le mura. Anche altri Gonzaga favorirono la città; Giulio Cesare vi aprì la zecca nel 1599 e vi istituì un mercato settimanale. Scipione procurò con convenzioni di salvaguardare la città dall'occupazione alemanna, ma dopo il sacco di Mantova (1630) essa dovette subire gli alloggiamenti e pagare gravi contribuzioni, le quali, unite alla peste, rovinarono il paese. Più volte occupata dall'uno e dall'altro esercito durante la guerra di successione di Spagna, Bozzolo segui da quel tempo in poi le sorti generali della regione.
Bibl.: Can. Giov. Boriani, St. mss. di Bozzolo, voll. 2 (parte civile e parte ecclesiastica); D. L. Lucchini, Bozzolo e i suoi domini, Cremona 1883; A. Luzio, L'arch. Gonzaga di Mantova (Affari di Bozzolo), p. 252 e seg., Verona 1922. Notizie sparse si trovano pure in I. Affò, Vita di Vespasiano Gonzaga, Parma 1780. V. poi la bibl. della v. Gonzaga.