BRA (A. T., 24-25-26)
Cittadina del Piemonte, in provincia di Cuneo, situata a 280 m. s. m. sopra un pianalto che domina la vallata del Tanaro, il quale scorre nella sottostante pianura di Pollenzo. Il comune aveva 17.093 ab. nel 1921, ma di recente gli sono stati aggregati i comuni di Pocapaglia e Sanfré, onde la popolazione è salita a 21.284 ab. Oltre il capoluogo sono notevoli i centri di Pollenzo (1380 ab.), e Sanfré (1309). Gli abitanti del comune erano 15.821 nel 1901. Il capoluogo ha una popolazione di 10.121 ab., ed è un centro commerciale e industriale notevole, all'incrocio della ferrovia Torino-Savona e Cavallermaggiore-Alessandria e di numerose strade ordinarie. Molto antiche e sviluppate le industrie della concia, molitoria, quella dei vini e liquori, dei concimi chimici. La pianura di Pollenzo, magnificamente irrigata, è un gran centro di produzione di ortaggi e di foraggi. Sulle colline si producono ottimi vini. Celebre in tutto il Piemonte è il santuario della Madonna dei Fiori, a cui si arriva per uno stupendo viale di grossi olmi; esso fu costruito nel sec. XV. Al principio del sec. XVIII sorse a Bra l'Accademia degli Innominati, che ebbe una notevole fama.
Monumenti. - Notevole è il grande castello reale di Pollenzo, nel quale vennero adattate alcune parti del coro gotico proveniente dall'abbazia di Staffarda; vi è inoltre una raccolta di antichità romane provenienti dall'antica Pollentia. Vanno ricordate la chiesa di S. Chiara, disegnata dal Vittone (sec. XVIII), la chiesa di S. Andrea con un fonte battesimale di marmo del sec. XV, la casa del Monte di Pietà con eleganti decorazioni in cotto e dipinte del sec. XV.
Nell'ospizio delle povere figlie sono due leoni in pietra arenaria del sec. XII già nella chiesa di S. Andrea.
Bibl.: Elenco edifici monum., IV, Roma 1914.
Storia. - Ebbe origine nell'età feudale, ad opera specialmente degli abitanti della vicina Pollentia, che in quei secoli volgeva a rovina. Si chiamò allora Brayda (da praedium, braidium, braida) ed ebbe signori feudali potenti e bellicosi, che dal luogo ebbero nome de Brayda. Si costituì a comune verso la fine del sec. XII: fece poi parte del dominio di Asti, e con Asti fu successivamente sottoposta agli Angioini, ai Visconti, agli Orléans. Nelle guerre tra Spagnoli e Francesi in Piemonte nella prima metà del sec. XVI appartenne ora agli uni ora agli altri, finché nel 1552 Emanuele Filiberto di Savoia, a capo di milizie spagnole, l'espugnò e ne distrusse le fortificazioni. Passata nel 1559 ai duchi sabaudi, riprese nuova vita, s'ampliò, s'abbellì, divenne centro di commercio, d'industria e anche di studî. È la patria del beato Giuseppe Cottolengo, del latinista G. B. Gandino, dell'archeologo Edoardo Brizio, dello scienziato F. Craveri. Nell'archivio comunale si conservano gli statuti del 1461 ed altrì di epoca più recente.
Bibl.: B. B. Tesio, Alcuni cenni su Bra antica, Bra 1874; B. Manzone, La città di Bra dal 1789 al 1814, Bra 1880; id., Curiosità di storia braidese, Bra 1882; A. Mathis, Storia dei mon. sacri e delle famiglie di Bra, Alba 1888; F. Gabotto, Ricerche e studi sulla storia di Bra, voll. 2, Bra 1892; E. Milano, Le origini di Bra, Bra 1902; id., Bra nella guerra di successione spagnuola, Torino 1908; id., Emanuele Filiberto all'espugnazione di Bra, Torino 1928.