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MARTELLI, Braccio

di Simona Foà - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 71 (2008)
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MARTELLI, Braccio.

Simona Foà

– Nacque a Firenze nel 1442 da Domenico di Niccolò e da Castora, figlia naturale di Andrea Fortebracci detto Braccio da Montone.

Domenico nacque nel 1414. Si laureò in diritto nello Studio di Bologna, dove poi insegnò diritto civile. Tra il 1435 e il 1454 insegnò la stessa disciplina nello Studio fiorentino. A Firenze ricoprì numerosi e importanti incarichi pubblici: nel 1438 fu priore, nel 1445 e 1456 fu gonfaloniere di Giustizia e partecipò anche alle Consulte e Pratiche in qualità di oratore. Fu più volte ambasciatore per conto della Repubblica in diverse città italiane e presso il papa e l’imperatore. Fedele ai Medici durante l’ascesa al governo di Firenze e dopo, con l’avvento al potere di Lorenzo sembra che si avvicinasse al ramo cadetto della famiglia capeggiato da Pierfrancesco. Nominato cavaliere da Sisto IV, morì nel 1476. In occasione della sua morte il letterato Giovanni Nesi, che di Domenico era stato amico, inviò al M. una lettera consolatoria.

Il M. ricevette un’educazione di stampo umanistico: tra i suoi maestri figura Bernardo Nuzzi, che formò parte della ricca ed erudita gioventù fiorentina intorno alla metà del XV secolo.

In gioventù il M. appartenne alla cosiddetta brigata di Lorenzo de’ Medici: più giovane di sette anni, con lui il M. mantenne un lungo e privilegiato rapporto di cui offrono testimonianza le circa trenta lettere che i due si scambiarono nel sesto e settimo decennio del XV secolo.

Il 24 luglio 1463 il M. firmò con gli amici della brigata una lettera destinata a Piero de’ Medici («vestri filii Laurentius Medices Braccius Martellus Sigismundus Stufa Francischus notarius»: Lorenzo de’ Medici, Lettere, I, p. 8), spedita da Pistoia dove si erano recati in occasione della festa del patrono S. Iacopo e da dove avrebbero proseguito per Lucca e Pisa. Il 7 novembre dello stesso anno il M. inviò a Lorenzo una lettera consolatoria in occasione della morte dello zio Giovanni de’ Medici.

Nel 1465 il M. mandò da Firenze una celebre lettera a Lorenzo, che si trovava lontano dalla città per una importante ambasceria, nella quale gli raccontava le avventure galanti della brigata tenendo celati i nomi dei protagonisti per mezzo di un sistema di cifratura (Del Lungo, pp. 30-43). La giovane amata dal M. in questa circostanza era Costanza Donati, sorella di Lucrezia, amata dal giovane Lorenzo. Per gli incontri della brigata il M. metteva a disposizione la proprietà di famiglia posta nel «popolo» di S. Gervasio.

Nel 1466 il M. sposò Costanza de’ Pazzi, figlia di Pietro: le nozze saranno rievocate nella quarta ottava della Giostra di Luigi Pulci: «E’ si faceva le noze in Fiorenzia, / quando al ciel piacque, di Braccio Martello, / giovane hornato di tanta excellenzia, / ch’i’ non saprei chi comparare a quello: / fu nel convito ogni magnificenzia […] e tutta la città ne facea festa».

Dal matrimonio nacquero almeno nove figli: Lucrezia, Piero, presso il quale, nel 1508, soggiornò Leonardo da Vinci, Caterina, Francesca, Maria, Pandolfo, Camilla, Domenico e Carlo. Dalla dichiarazione catastale del 1480 il M. risulta abitante nel quartiere S. Giovanni, «gonfalone» Leon d’Oro, in via della Spada.

Il M. mantenne costanti rapporti con i più importanti membri dell’intellettualità fiorentina: con Marsilio Ficino scambiò diverse lettere, in una delle quali gli veniva dedicato lo scritto Concordia Moysis et Platonis; si hanno inoltre notizie relative a contatti con Alessandro Braccesi, Naldo Naldi e Ugolino Verino. Fece parte inoltre della Compagnia dei Magi, la confraternita laica che aveva sede presso il convento di S. Marco, strettamente legata ai Medici e al loro entourage.

Nel 1474 il M. ricoprì la carica di priore; fu successivamente podestà di San Marcello e, nel 1477, fu coinvolto nella spedizione di Carlo Fortebracci contro Siena.

L’11 sett. 1482 il M. fu inviato a Urbino presso Ottaviano Ubaldini in occasione della morte del duca Federico da Montefeltro. Fu probabilmente in questa circostanza che ricevette in dono un codice di mano di Federico Veterano contenente due testi di Giovanni Antonio Campano: l’Oratio funebris pro Baptista Sfortia e la Braccii Perusini vita et gesta, che ripercorreva la biografia e le azioni del nonno del Martelli.

Nel 1486 fu eletto ufficiale dello Studio, carica che ricoprì altre volte fino all’anno accademico 1494-95.

Il 22 ag. 1489 il M., in qualità di procuratore di Giovanni Battista Martelli, sottoscrisse insieme con Angelo Ambrogini detto Poliziano e Marsilio Ficino presso la cattedrale fiorentina il documento di attuazione di una deliberazione del papa Innocenzo VIII relativa ai beni dello stesso Giovanni Battista Martelli. In quell’anno il M. fu eletto gonfaloniere di Giustizia.

Rimasto inizialmente fedele ai Medici dopo la morte di Lorenzo, nel 1492, in seguito alla cacciata dei Medici da Firenze nel 1494 collaborò invece con la Repubblica soprattutto in qualità di ambasciatore. Nel 1495 fece parte dei Dieci di libertà, fu a Genova e Urbino nel 1496, capitano di Pistoia nel 1497, ambasciatore a Roma probabilmente agli inizi del 1498 e di nuovo oratore a Genova tra il luglio 1498 e il gennaio 1499. Nel settembre dello stesso anno, ed è l’ultima notizia conosciuta del M., fu insieme con Antonio Canigiani commissario nell’esercito di Paolo e Vitellozzo Vitelli.

Il M. morì, presumibilmente a Firenze, nel 1513.

Tra gli altri documenti, il M. ha lasciato di suo pugno un elenco di libri da lui posseduti, databile tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta del XV secolo, testimonianza dei suoi interessi culturali e dei suoi rapporti con i letterati del tempo. Ulteriore testimonianza di questi rapporti è la dedica al M. del Christianorum Institutionum liber da parte del francescano Francesco Micheli da Firenze.

Fonti e Bibl.: I. Del Lungo, Gli amori del Magnifico Lorenzo, Bologna 1923, pp. 24, 30-43, 69-71, 97; L. Martines, La famiglia Martelli e un documento sulla vigilia del ritorno dall’esilio di Cosimo dei Medici (1434), in Arch. stor. italiano, CXVII (1959), pp. 29-43; A. Rochon, La jeunesse de Laurent de Médicis (1449-1478), Paris 1963, ad ind.; A.F. Verde, Lo Studio fiorentino 1473-1503. Ricerche e documenti, I, Firenze 1973, p. 277; III, 2, Pistoia 1977, pp. 1148 s.; Lorenzo de’ Medici, Lettere, I (1460-1474), a cura di R. Fubini, Firenze 1977, pp. 7 s.; VII (1482-1484), a cura di M. Mallett, ibid. 1998, pp. 79, 83; Marsilio Ficino e il ritorno di Platone. Mostra di manoscritti stampe e documenti… 1984 (catal.), a cura di S. Gentile - S. Niccoli - P. Viti, Firenze 1984, ad ind.; L. Pulci, Opere minori, a cura di P. Orvieto, Milano 1986, pp. 62 s.; U. Martelli, Ricordanze dal 1433 al 1483, a cura di F. Pezzarossa, Roma 1989, ad ind.; M. Martelli, Letteratura fiorentina del Quattrocento. Il filtro degli anni Sessanta, Firenze 1996, ad ind.; I. Walter, Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Roma 2005, ad ind.; A.C. de la Mare - X. van Binnebeke, A list of books from the Florentine B. M., in Tributes to Jonathan J.G. Alexander: the making and meaning of illuminated Medieval and Renaissance manuscripts, art and architecture, a cura di S. L’Engle - G.B. Guest, London 2006, pp. 35-67.

Vedi anche
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bràccio
braccio bràccio s. m. [lat. brachium, dal gr. βραχίων] (pl. le bràccia, femm., in senso proprio e come misura, i bracci negli altri sign.). – 1. In anatomia umana, il segmento dell’arto superiore che va dalla spalla alla piegatura del gomito;...
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