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bracco

di Federigo Tollemache - Enciclopedia Dantesca (1970)
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bracco

Federigo Tollemache

Offre un'attestazione nelle Rime, nella forma del diminutivo, e una nel Convivio. In entrambe è usato in senso letterale. In Rime LXI 1 Sonar bracchetti, e cacciatori aizzare / ... assai credo che deggia dilettare / libero core, D., dopo aver accennato a varie specie di caccia, finge che un tale lo rimproveri di questa sua passione e lo esorti a mettersi piuttosto al servizio di Amore. Il passo ricorda alcuni sonetti di Folgore da San Gimignano, specialmente l'introduzione ai sonetti dei mesi (" bracchi levar, correr veltri abbandono ") e quelli di febbraio e del venerdì (" Et ogni venerdì gran caccia e forte / veltri, bracchetti, mastin e stivori "). I diminutivi in -etto non sono rari nella poesia dantesca; in questo passo il suffisso allude alla corporatura piccola e agile del ‛ bracchetto '. In Cv I XII 8 sì come nel bracco bene odorare, e sì come nel veltro ben correre, dopo aver ricordato la bontà della lingua italiana, ossia la sua capacità di esprimere con proprietà il pensiero, D., conformemente all'uso scolastico, fa seguire alla enunciazione teorica del principio dell'amabilità delle virtù proprie di ciascuna cosa quattro esempi opportunamente scelti, fra cui quello dell'odorato del bracco.

Vocabolario
bracco
bracco s. m. [dal germ. brakko] (pl. -chi). – 1. Cane da caccia, usato per la ferma e il riporto; ha aspetto diverso a seconda delle varietà (b. italiano, b. francese, b. Dupuy, b. d’Alvernia, ecc.), generalmente a pelo bianco macchiato...
braccare
braccare v. tr. [der. di bracco] (io bracco, tu bracchi, ecc.). – 1. Perseguire la selvaggina con cani e braccaioli per levarla e spingerla in direzione dei cacciatori. Fra i mammiferi, si braccano più frequentemente la volpe, la lepre,...
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